venerdì 20 settembre 2019

MARTIN EDEN


titolo originale: MARTIN EDEN (ITALIA, 2019)
regia: PIETRO MARCELLO
sceneggiatura: PIETRO MARCELLO, MAURIZIO BRAUCCI
cast: LUCA MARINELLI, JESSICA CRESSY, CARLO CECCHI, MAURIZIO DONADONI
durata: 127 minuti
giudizio: 


Il giovane Martin Eden, marinaio di umili origini, s'innamora di una ragazza altolocata, Elena Orsini. La frequentazione con quest'ultima gli schiuderà le porte dell'arte, della cultura e della conoscenza, fino a convincersi di voler diventare scrittore e interessarsi di politica. Ma superare le inevitabili differenze sociali sarà più difficile del previsto...


Martin Eden si è trasferito a Napoli, da buon scugnizzo si è imbarcato sulle navi e ha girato mezzo mondo (ma ha visto solo i porti), ha rinunciato alla scuola preferendogli l'avventura e la misera paga da marinaio, sentendosi appagato. Un bel giorno però, salvando da un aggressione il giovane rampollo di buona famiglia Arturo Orsini, entrerà nelle grazie della bellissima sorella Elena, innamorandosene perdutamente: l' "ingresso" nel cuore della fanciulla andrà di pari passo con l'ingresso nell'alta società, in un mondo in cui si sente estraneo ma anche affascinato, e in cui cercherà di omologarsi completamente.

Le cose ovviamente non andranno bene: non basta scrollarsi di dosso la polvere per diventare aristocratico, così come non basta comprare una macchina per scrivere per diventare scrittore... eppure per Martin l'idea di vivere esclusivamente dei proventi propri libri e dei propri racconti (pur non avendo nemmeno la quinta elementare) diventerà ben presto un'ossessione, che lo porterà a vivere di stenti e mettere in discussione la sua relazione con Elena, altalenante come i suoi magri guadagni.

A Pietro Marcello va riconosciuto innanzitutto il coraggio, enorme, di aver preso per le corna un romanzo di culto del primo Novecento, per giunta americano, e averlo trasferito in una Napoli cosmopolita, indefinita, volutamente senza riferimenti temporali, a significare l'universalità di tempo e di spazio della storia che racconta. Nel film vediamo una Napoli che attraversa quasi cinquant'anni del secolo precedente, in cui le epoche e le storie si sovrappongono senza precisione cronologica (si vedono fascisti e migranti sulla stessa spiaggia, penna a calamaio sulla scrivania e la televisione sul comò...) e in cui la vicenda personale di Martin Eden diventa quella, emblematica, del nostro Paese: un paese ancora giovane, acerbo, che non ha trovato dopo oltre centocinquant'anni la sua vera identità. Un'Italia dibattuta tra socialismo e individualismo, tra borghesia e proletariato, divisa e arroccata sui propri particolarismi. Oggi come allora.

Il Martin Eden di Pietro Marcello, pur solo liberamente ispirato all'omonimo libro di Jack London (del 1909) si mantiene formalmente piuttosto fedele al testo originale, eppure il regista italiano è abile nel costruirne una versione comunque personalissima e d'autore: alternando musiche d'epoca e filmati di repertorio alla fiction vera e propria, Marcello destruttura svariati generi cinematografici per arrivare a una sintesi raffinata oltre che complessa, che va dal romanticismo alla poesia, dal documentario al feuilleton, dal film d'impegno al dramma, saltando da un momento storico all'altro, dall'euforia delle lotte sociali alla disperazione di un uomo solo, testardo, incompreso, dibattuto tra il perseguire i suoi ideali alti e nobili oppure adattarsi, riconvertirsi a una società standardizzata e vivere di rendita beandosi della propria mediocrità.

Un bel film italiano, e lo diciamo finalmente con grande soddisfazione: un film universale, comprensibile a tutte le latitudini, in ogni lingua, portatore di un messaggio omologante (nel senso, ahimè, più amaro del termine), ovvero di come la Storia sia sempre scritta dai potenti, e di come una società geneticamente e sottilmente razzista trovi sempre terreno fertile nelle classi meno abbienti e meno istruite. Menzione speciale per il suo bravo protagonista, Luca Marinelli, che giganteggia nel ruolo e finalmente riuscirà (forse) a staccarsi per sempre di dosso l'etichetta dello "zingaro" di Lo chiamavano Jeeg Robot (grazie anche alla Coppa Volpi vinta - con tanto di speech politico - all'ultima Mostra di Venezia), ma ottimi anche i camei di Carlo Cecchi e Maurizio Donadoni, nonchè della debuttante Jessica Cressy, un bel volto femminile di cui sicuramente risentiremo parlare.

6 commenti:

  1. quoto tutto, e aggiungo anche un plauso alla bellissima colonna sonora! un film italiano sopraffino!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero! A me è rimasta impressa la canzone che apre il film, un vero gioiello ("Piccerè", di Daniele Pace)

      Elimina
  2. film affascinante e di grande atmosfera. potentissimo. Pietro Marcello è un grandissimo autore, non si è affatto svenduto passando a produzioni ad alto budget. complimenti a lui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, il grande rischio era infatti questo: che il regista, da sempre "di nicchia", svendesse la sua anima al primo film economicamente importante. E invece "Martin Eden" rispecchia in pieno la poetica e lo stile di Marcello. Lo dimostrano anche (purtroppo!) gli scarsi incassi finora raggiunti, indice di un prodotto tutt'altro che commerciale, malgrado la presenza di nomi famosi nel cast.

      Elimina
  3. Che bella stagione cinematografica! Ogni volta che vengo a casa o c'è un film che ho appena visto, o non riesco per altri motivi. Spero che venga distribuito all'estero, sembra interessante!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, finora è un inizio di stagione davvero importante: la prossima settimana usciranno anche "Ad Astra", "Yesterday", e (vabbè) "Rambo". Spero davvero che "Martin Eden" arrivi anche nel Regno Unito, significherebbe che ha raggiunto un successo che in Italia, finora, non ha purtroppo avuto. Molto dipenderà se riuscirà a spuntare la selezione per l'oscar per il miglior film straniero (dove, verosimilmente, è in ballottaggio con "Il Traditore" di Bellocchio). Staremo a vedere.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...