lunedì 9 settembre 2019

VENEZIA 76 : VINCE JOKER, LA MOSTRA GUARDA AVANTI


Anche in un'edizione meno "scintillante" degli anni passati, la Mostra di Venezia si conferma capace di stare al passo coi tempi e anticipare le tendenze, premiando per la prima volta nella storia un cinecomic (seppur d'autore) e sdoganando definitivamente un genere fin qui sempre trattato con sufficienza dalla critica. Il successo di Joker è in buona parte anche quello del suo straordinario interprete, Joaquim Phoenix, costretto a rinunciare alla Coppa Volpi a causa di un regolamento assurdo, che però consente a Martin Eden (e a Luca Marinelli) di entrare meritatamente nel palmarès. Meritato anche il premio a J'accuse di Polanski, malgrado l'ostracismo della presidente Martel, molto meno quelli a Anderson e Yonfan. Il buon risultato del cinema italiano è confermato dal premio speciale a Franco Maresco, alla sua la prima volta nel Concorso principale.



"Joker", di Todd Phillips 
La folle risata di Joker contagia il Lido e mette le mani sul Leone d'oro, ma chi vince davvero è proprio la Mostra di Venezia che, pur in presenza di un'edizione non memorabile rispetto alle ultime, anche stavolta non si è fatta trovare impreparata all'appuntamento con la Storia: era già successo l'anno scorso con ROMA, primo film targato Netflix a portarsi a casa il massimo riconoscimento, ed è successo quest'anno con il trionfo di Joker, che (finalmente!) sdogana un genere cinematografico, il cinecomic, che quando è d'autore (come in questo caso) dimostra di avere tutta la dignità per stare dentro un festival e, con ogni probabilità, per candidarsi prepotentemente ai prossimi Oscar.

Una cosa però è bene metterla in chiaro: il Joker di Todd Phillips non ha nulla a che vedere con i  prodotti precotti e standardizzati targati Marvel o DC Comics: è infatti un film drammatico a tutti gli effetti, forse anche più de Il Cavaliere Oscuro di Nolan, una pellicola nerissima, spettrale, violenta, ma anche malinconica e disperata oltre che smaccatamente politica (ne parleremo), di sicuro più simile a Taxi Driver e Re per una notte di Scorsese piuttosto che a Black Panther o agli Avengers. E che, soprattutto, deve moltissimo al suo interprete principale, un Joaquim Phoenix superlativo, addirittura commovente, che deve rinunciare alla Coppa Volpi a causa dell'assurdo regolamento della Mostra che non permette ad ogni film di ricevere più di un premio, ma che non inficia la straordinaria performance di questo grande attore: aldilà dei premi, il volto da ricordare di Venezia 76 è solo il suo.

"J'accuse", di Roman Polanski
Certo non dev'essere stato facile per la gurìa presieduta da Lucrecia Martel arrivare ad un palmarès condiviso: è parso infatti evidente che la vittoria di Joker sia stata perlopiù frutto di un compromesso (per fortuna al rialzo), dove a farne le spese è stato soprattutto Roman Polanski, il "convitato di pietra" di questa edizione, che con ogni probabilità è rimasto vittima delle poco opportune dichiarazioni della vigilia della stessa Martel, femminista convinta, che non ha mancato di rimarcare gli ormai ben noti problemi giudiziari del regista polacco, accusato di molestie sessuali e impossibilitato a venire a Venezia dove avrebbe rischiato addirittura l'arresto. Lungi dal commentare questa annosa (e penosa) vicenda, mi limito ai fatti: il film di Polanski era di gran lunga il preferito dalla maggior parte dei giurati, ma il "niet" della regista argentina ha dirottato J'accuse verso un comunque lodevole Leone d'argento.

Luca Marinelli, Coppa Volpi maschile per "Martin Eden", di Pietro Marcello

A beneficiarne, però con pieno merito, è stato il nostro bravissimo Luca Marinelli che, seppur certamente agevolato dalla già citata "chiusura" del regolamento verso Joaquim Phoenix, porta a casa la Coppa Volpi per il miglior interprete maschile permettendo così a Martin Eden di aggiudicarsi un premio prestigioso, giusto riconoscimento ad un attore e a un film che rilanciano alla grande il cinema italiano: il regista Pietro Marcello ha infatti cambiato (volutamente) l'ambientazione del film, trasportandolo dalla California di inizio '900 a una Napoli senza tempo per rendere la storia più universale e comprensibile possibile, vincendo la scommessa. Toccante anche il discorso di ringraziamento di Marinelli, che dedica il premio "a coloro che salvano le vite in mare", coperto dagli applausi. La serata di grazia del nostro cinema è completata dal Premio Speciale della Giuria attribuito a La mafia non è più quella di una volta, il nuovo, geniale documentario di Franco Maresco, al suo debutto nel Concorso Principale.

"About Endlessness", di Roy Andersson
Fa storcere un po' la bocca invece il Leone d'argento per la miglior regìa a About Endlessness del veterano svedese Roy Andersson, già vincitore nel 2014 con il discusso Un piccione seduto sul ramo che riflette sull'esistenza: i film di Andersson sono sempre deliziosi da guardare per il suo stile inconfondibile, visivamente bellissimo, quasi pittorico, ma è anche vero come dicono in molti che sono un po' tutti uguali... questo, poi, appare davvero ancora più minimalista e stiracchiato del solito: dura solo 75 minuti, che però sembrano lunghissimi. Probabilmente molti dei giurati non avevano visto nemmeno un'opera precedente di Andersson, finendo così per premiare un film ritenuto erroneamente innovativo. Molti dubbi anche per il premio alla sceneggiatura andato al cartone animato cinese No.7 Cherry Lane di Yonfan, una specie di "oggetto misterioso", inclassificabile, che ha lasciato molto freddi gli spettatori. A bocca asciutta, incomprensibilmente, rimane così un bel film come Marriage Story di Noah Baumbach, a giudizio unanime della critica il miglior script della Mostra.

Ariane Ascaride (a sinistra), Coppa Volpi femminile in "Gloria Mundi"
Completano il palmarès la Coppa Volpi per la miglior attrice, vinta dalla francese Arianne Ascaride, moglie ed interprete del marito regista Robert Guédiguian, che ha portato a Venezia Gloria Mundi, ennesima storia di ordinaria precarietà in una Marsiglia sporca e indigesta: onestamente la prestazione della Ascaride (che non è neppure protagonista del film) non ci è parsa così memorabile, proprio come la pellicola stessa, una delle più deboli di Guédiguian, che invece ci aveva deliziato gli occhi l'anno scorso con il bellissimo La casa sul mare. Gli avremmo preferito di gran lunga la giovane Mariana De Girolamo, ballerina bipolare in Ema di Pablo Larraìn. Meritato invece il Premio Mastroianni per il miglior attore emergente al 23enne Toby Wallace, piccolo spacciatore dal cuore d'oro in Babyteeth dell'esordiente Shannon Murphy.


TUTTI I PREMI DI VENEZIA 76 :

Leone d'oro per il miglior film :
JOKER di Todd Phillips  (Stati Uniti d'America)

Gran Premio della Giuria:
J'ACCUSE (L'UFFICIALE E LA SPIA) di Roman Polanski  (Francia)

Leone d'argento per la miglior regia:
ABOUT ENDLESSNESS di Roy Andersson (Svezia)

Premio speciale della giuria:
LA MAFIA NON E' PIU' QUELLA DI UNA VOLTA di Franco Maresco  (Italia)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile:
LUCA MARINELLI per MARTIN EDEN di Pietro Marcello (Italia)

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile:
ARIANE ASCARIDE  per GLORIA MUNDI di Robert Guédiguian  (Francia)

Osella per la miglior sceneggiatura:
NO.7 CHERRY LANE di Yonfan  (Cina)

Premio Mastroianni attore/attrice emergente:
TOBY WALLACE per BABYTEETH di Shannon Murphy (Australia)

Leone del futuro - premio opera prima Luigi de Laurentiis:
YOU WILL DIE AT 20 di Amjad Abu Alala (Sudan)

3 commenti:

  1. ho letto molti commenti negativi sulla vittoria di Joker, come se la mostra si fosse "svenduta" al consumismo. per molti Joker non avrebbe dovuto nemmeno essere in concorso. ma è davvero così bello?

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    1. Bella domanda... mi chiedi se è "bello"? E' un termine generico. Posso dirti che "Joker" è un film che riesce a farti emozionare, trebidare e incazzare come pochi. E' un film che ti prende prima alla gola e poi al cuore, senza lasciarti più. Non è un semplice cinecomic, è un film drammatico, d'azione, brillante, noir, thriller allo stesso tempo. Ha solo un limite, per me (il che non lo eleva al rango di "capolavoro"): è un film che è esattamente come te lo aspetti, o meglio, esattamente come lo vorresti. Non ha un briciolo di originalità, ma è fatto maledettamente bene.

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    2. sul fatto, poi, che "Joker" sia un film "da concorso" o meno, è una questione vecchia quanto la Mostra stessa. E' un quesito che non avrà mai risposta: ogni volta che vince un film "commerciale" si contesta il fatto che la Mostra perda autorialità, se vince un film d'autore, magari invisibile (come il Leone d'oro di Lav Diaz, tre anni fa, mai distribuito in Italia) si contesta che la Mostra non aiuti il cinema premiando film che la gente non vedrà mai... io dico solo che "Joker" era tra i migliori film di questo concorso, e a mio giudizio la sua vittoria non è affatto uno scandalo. anzi.

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