sabato 12 ottobre 2019

GEMINI MAN


titolo originale: GEMINI MAN(USA, 2019)
regia: ANG LEE
sceneggiatura: BILLY RAY, DARREN LEMKE, DAVID BENIOFF
cast: WILL SMITH, MARY ELIZABETH WINSTEAD, CLIVE OWEN, BENEDICT WONG 
durata: 117 minuti
giudizio: 


Harry Brogan, tiratore scelto dei servizi segreti americani, ormai alle soglie della pensione, deve fare i conti con un suo clone di venticinque anni più giovane, costruito appositamente per ucciderlo da una cellula deviata dell'organizzazione...



Alla fine, l'aspetto più fantascientifico (per noi italiani) di questo tecnologicissimo Gemini Man, è il fatto che l'agente segreto Will Smith possa andarsene in pensione a cinquantuno anni... altro che "quota cento"! Vuoi vedere che adesso tutti faranno domanda per entrare nell' intelligence americana? Certo, la pellaccia non è sempre garantita ma il gioco, forse, vale la candela (sic!)

Scherzi a parte, raramente mi è capitato di vedere un film così vuoto, insulso e pretestuoso come questo. Sarà perchè ormai, dopo tanti, troppi anni e troppi film visti, le ciofeche le annuso da lontano, eppure il peggio è sempre dietro l'angolo ed è meglio non farsi illusioni: non mi sarei mai avvicinato a Gemini Man se non avessi saputo che a dirigerlo c'era Ang Lee, un regista capace di passare con leggiadra disinvoltura da opere autoriali e intimiste (Ragione e sentimento, Tempesta di ghiaccio, fino ai due Leoni d'oro veneziani quasi consecutivi con Lussuria e I segreeti di Brokeback Mountain) a produzioni spettacolari a largo budget ma qualitativamente validissime (La tigre e il dragone, Vita di Pi).

E invece Gemini Man è ancora peggio del peggio che ci si potrebbe aspettare, proprio come se in cabina di regia non ci fosse Ang Lee ma un mestierante qualsiasi in cerca di soldi facili ad uso e consumo di un pubblico lobotimizzato a dovere... e poco importa se è stato girato con alta tecnologia (nella fattispecie in formato HFR, che consente di proiettare il film alla velocità di 120 fotogrammi al secondo invece dei canonici 24, oltre a sfruttare i più sofisticati sistemi di digitalizzazione che consentono al protagonista Will Smith di "ringiovanire" di venticinque anni e combattere contro se stesso). Un clamoroso spreco di risorse che non basta a colmare un ancora più clamoroso vuoto di idee: del resto Lee è stato chiamato a dirigere questo film su commissione dopo una gestazione quasi ventennale e almeno un paio di rifiuti clamorosi (quelli dei compianti Curtis Hanson e Tony Scott). Un motivo doveva pur esserci...

Gemini Man, girato svogliatamente e scritto ancora peggio, è un'imbarazzante accozzaglia di luoghi comuni, scene d'azione viste e riviste, totalmente improponibili, con situazioni al limite del ridicolo involontario (il cecchino che da due chilometri centra il bersaglio dentro un treno un corsa - altro che American Sniper! - oppure l'ingenuo agente segreto che fa spogliare la bella prigioniera - ma solo in bikini, è un film per famiglie - per cercare i microfoni nascosti, senza accorgersi che la cimice è fra i capelli della ragazza...) e dove l'unico tema sensibile e cinematograficamente profondo, quello del "doppio", la lotta con se stessi e la propria coscienza, è liquidato con sbrigativa superficialità e asservito unicamente alla (poca) trama che scorre via verso un finale scontatissimo e super-politicamente corretto.

A Hollywood vige da sempre una regola non scritta, che vale per ogni blockbuster: se non riesci a fare un film intelligente, fanne almeno uno divertente e che sappia allietare il pubblico. Invece Gemini Man non solo si prende terribilmente sul serio, ma non riesce mai nemmeno una volta a mantenere alta la tensione malgrado i mirabilanti effetti speciali di cui dispone, inversamente proporzionali alle facce di legno degli interpreti (compreso un invecchiato e ingessato Clive Owen). Un peccato mortale per un action-thriller perfino pretenzioso e dal fiato corto, che non funziona nemmeno come videogioco e dove è vano sperare in un qualsiasi approfondimento dello spessore psicologico dei personaggi.

Davvero un brutto tonfo per la carriera di Ang Lee, ormai anche lui totalmente svenduto all' establishment e evidentemente desideroso solo di rimpinguare il suo conto in banca dopo il flop commerciale del precedente Billy Lynn - Un giorno da eroe. Lo stesso si può dire per l'ex star Will Smith, che non azzecca più una parte dai tempi di Io sono leggenda (2007) e pare ormai la caricatura di se stesso: in Gemini Man ringiovanisce di due generazioni ma l'espressione facciale è sempre la stessa, qui come negli ultimi dieci film in cui lo abbiamo visto. E la situazione (per entrambi) non sembra destinata a migliorare...

8 commenti:

  1. Dovevano dirigerlo Curtis Hanson e Tony Scott: ma non sarà che 'sto film porta sfiga????

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  2. Più che altro se c'è Will Smith facile che sia una cagata!

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    1. Ultimamente purtroppo sì, è fuori dubbio. Sono anni luce che Smith non interpreta un film decente, e anche lui da tempo si è piegato al cinema mainstream anteponendo il conto in banca alla carriera. Non è certo primo e ovviamente non sarà nemmeno l'ultimo.

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  3. Nonostante la firma importante, mi ispirava meno di zero... 😅

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    1. Io sono andato a vederlo unicamente perchè c'era la firma di Ang Lee, altrimenti non sarei mai andato. E il risultato conferma la mia teoria: un brutto film d'autore è molto più brutto della media del genere, proprio perchè più pretenzioso e fintamente aulico.

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  4. A me come film d'azione non è dispiaciuto, l'inverosimilità del resto fa parte del genere. Sono due ore di innocuo intrattenimento, me le sono fatte bastare ;D

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    1. L'inverosimilità non disturba se il prodotto non si prende sul serio ed esagera volutamente (ad esempio in "Fast and Furious"), il problema è che "Gemini Man" è davvero troppo serioso, e quindi poco credibile.

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