sabato 26 ottobre 2019

SU APOCALYPSE NOW E SHINING DI NUOVO AL CINEMA, E IL SENSO DI QUESTE OPERAZIONI...


A prima vista, è facile immaginare che i cinefili vadano in sollucchero: a distanza di pochi giorni sono uscite in sala sia l'ennesima versione "definitiva" di Apocalypse Now (la terza, mi pare, da quando è stato rieditato) sia la "extended version" di Shining, rimpolpata dai tagli operati da Kubrick. Certo l'occasione è ghiotta, specialmente per i più giovani: poter vedere sul grande schermo i grandi
capolavori del passato, oltretutto in edizioni restaurate e tirate a lucido, non è roba di tutti i giorni.

Però... c'è sempre un però. E voglio dirlo chiaro, a costo di passare da bastiancontrario per forza: queste versioni rieditate non corrispondono affatto a quelle che noi "anziani" abbiamo visto al cinema alla loro uscita ufficiale, o comunque alle versioni che abbiamo poi ammirato in home-video e identiche al loro passaggio in sala. Si tratta di versioni manipolate (magari anche più belle, eh!) il più delle volte con aggiunte o tagli operati dai distributori, in ogni caso divergenti dall'originale, spesso considerevolmente. Mi chiedo allora: qual è il senso di queste operazioni? Secondo voi è giusto rieditare ciclicamente un capolavoro che il più delle volte non coincide con la volontà del suo autore?

Lo confesso, per me no. A me questi "eventi" hanno sempre dato un po' fastidio, perchè non ci vedo altre finalità che non siano quelle strettamente commerciali, specie in un momento storico dove il cinema in sala, per mille ragioni, soffre la concorrenza di streaming e tv, e dove ovviamente è più facile portare gente a (ri)vedere questi capolavori piuttosto che tante pellicole "usa e getta" che infestano i nostri schermi.


Niente di male, per carità, però nessuno considera che in questo modo si snatura il concetto di visione cinematografica, e, mi permetto di dire, si toglie anche una bella fetta di romanticismo, oltre che la magìa di vedere un film al cinema: per me l'unica versione "ufficiale" di un film è quella che esce in sala la prima volta. Punto. Sarò forse talebano, ma ogni volta che esce una versione "redux", "extended", "final cut", o compagnia bella, mi sento sempre un po' "tradito" da spettatore, dato che ho sempre in mente il ricordo di "quel" determinato film che ho visto al cinema quella determinata volta...

Insomma, per esser chiaro, per me l'unico vero Blade Runner è quello della prima versione del 1982, quella con il finale "sentimentale" e "appiccicato", con Deckard e Rachel che volano via verso le montagne in un giorno sereno... delle successive quattordici versioni rieditate non m'importa nulla. Così come, dico io, se Coppola e Kubrick hanno fatto uscire in sala un film in un certo modo, perchè mai dovremmo sorbirci ogni tot anni l'ennesima versione "ritoccata"? Mettetela negli extra del dvd e basta! Due anni fa alla Mostra di Venezia ho visto la versione "extended" di Incontri ravvicinati del Terzo Tipo: durava quasi mezz'ora in più (!) e appesantiva clamorosamente la narrazione...

Altro caso sono naturalmente i restauri di film famosi, che invece trovo lodevoli: ben venga la possibilità di rivedere sul grande schermo i grandi capolavori del passato, purchè non si intervenga sulla struttura del film. Non vedo l'ora di ammirare al cinema La donna che visse due volte o Miracolo a Milano, ma senza tagli o aggiunte. Li abbiamo sempre visti e amati in un certo modo, ed è bene che rimagano in quel modo. In my opinion, ovviamente.

10 commenti:

  1. Ovviamente è tutta una questione commerciale.
    Riporti in sala un classicone, magari aggiungi qualcosa e via.
    Poi però c'è la questione dei Director's cut, ossia la volontà del regista, il suo montaggio fuori da ogni imposizione altrui...
    Ad esempio, io L'Esorcista in versione integrale lo amo, anche se dà pure un significato diverso al finale.

    Moz-

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    1. Sì, ma chi ci dice che DAVVERO le director's cut sono effettivamente quelle volute dal regista? Di Coppola mi posso fidare, di Ridley Scott (uno da sempre molto attento al conto in banca) molto, molto meno... non parliamo poi di Kubrick! figuriamoci se uno maniacale come lui avrebbe permesso di rieditare il film aggiungendo le scene tagliate! Ma aldilà di questo, mi preme di nuovo sottolinearlo, c'è una questione "affettiva" legata ad aver visto un CERTO film in un CERTO modo, che non riesco a togliermi dalla testa.

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  2. E' chiaro che lo si fa per motivi commerciali: 2001 odissea nello spazio, rieditato a 50 anni distanza, l'anno scorso conquistò nuovamente il primo posto al botteghino.

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    1. Sì, ma quella fu una riedizione pura e semplice: il film fu restaurato e ripulito, e presentato ESATTAMENTE come uscì al cinema e come tutti noi l'abbiamo sempre visto. Non ci furono nè tagli nè aggiunte, e infatti andai a rivederlo con grande soddisfazione. Perchè era esattamente quello che volevo vedere.

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  3. Io però, almeno in questo caso, non sarei così talebana: pur comprendendo le tue rimostranze penso che dare la possibilità di vedere al cinema questi grandi film valga comunque sempre la pensa, pur con un piccolo pezzo da pagare.

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    1. Per i ragazzi indubbiamente è così. E per certi versi lo è anche per me. Non nego che rivedere "Apocalypse Now" con audio stereofonico e una fotografia ripulita e sfavillante sia un'esperienza eccezionale dal punto di vista tecnico. Però, non posso farci niente, per me è sempre un piccolo/medio/grande tradimento verso lo spettatore, che giudica in base alla propria sensibilità.

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  4. Ci può stare, proprio per le motivazioni spiegate da Helena. Sono peggio, nell'ambito musicale, i cofanetti deluxe musicali supercostosi: mai comprato uno!

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    1. Ah, sicuramente... quelli davvero sono molto, molto peggio! Speculazione pura!

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  5. Però, dipende sempre da caso a caso. Eh.

    Nel caso di Blade runner, per esempio, la director's cut dura meno e quindi non si può certo parlare di semplice aggiunta attaccata lì col nastro adesivo per rimpolpare le finanze di nonno Scott.
    Inoltre, sempre nel capolavoro di Scott la presenza del palato in terza persona rappresenta una scelta che si sapeva già dagli anni ottanta fosse stata imposta dalla produzione per rendere più capibile un film allora considerato confuso e sgangherato.
    Come vedi in questo caso, il riproporre una pellicola al cinema rimaneggiandola ha fatto solo che bene!
    Poi, uno può preferire la vecchia versione ma lì l'amarcord finisce per aver effetti davvero nefasti dato che Blade runner è nettamente migliorato nella director's cut oltre a essere chiaramente più vicino alla visione originale del regista.

    Per Shining, invece ho molti più dubbi perché, certo, lo sapevano pure i muri che Kubrick aveva mandato ai screen test una versione più lunga con la celebre scena finale inedita, ma allo stesso tempo se un autore come lui (col controllo totale del suo cinema) aveva dato luce verde alla versione classica, vuol dire che quella andava bene.
    Quindi, se fosse in vita Kubrick e scendesse in campo di persona a dire: "ragazzi, allora dovetti scendere a un compromesso, meditato per nulla maldestro, ma alla fin fine per me la versione definitiva era la prima" io sarei qui a sbavare per l'operazione reintegro.
    Al contrario, così come è stata proposta 'sta versione allungata non si riesce a capire che ci ha messo mano.
    Un onesto zappatore? Uno degli studios? Si tratta della copia originale della versione mandata nei screen test?
    Boh.
    Ai tempi di Eyes wide shut qualcuno s'era strappato le vesti perché il montato finale fu fatto da Spielberg (quindi non proprio uno passato per caso).
    Ora si va a toccare un'opera che aveva avuto l'ok da Kubrick senza nemmeno sapere chi ci ha lavorato.

    Almeno nel caso di Apocalypse now redux veniva sbandierato l'intervento decisivo di Storaro con l'ok di Coppola.


    Quindi come vedi si tratta di soppesare di caso in caso bocciando quando l'operazione sa di marcio (per me nel caso di Shining) ed esaltando quando al contrario si va a ristabilire la giusta visione di un autore (per me Blade runner).

    Infine ci sarebbe pure un quarto tipo di caso.
    Quello di rimandare al cinema film al tempo mutilati e deformati da distributori senza scrupoli o cultura.
    Penso proprio al Solaris sdoppiato e tagliuzzato o I senza nome accorciato in maniera assurda.
    Ecco in casi del genere, permettimi di dire che versioni nostalgiche o roba simili andrebbero cassate con brutalità.

    I miei migliori saluti
    Tristam Strauss

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    1. Grazie per il commento: in effetti non avevo pensato al "quarto caso" ed hai assolutamente ragione: per fortuna queste ignobili operazioni ormai sono pressochè scomparse, in quanto ci si rende conto (finalmente) che il pubblico di oggi è "globalizzato" (in senso buono) ed è abbastanza "addestrato" (scherzo!) a recepire un film in qualsiasi forma lo si distribuisca... e menomale!
      Sul resto, che dire... ti ripeto: a me dà fastidio a prescindere vedere "risbucare" dopo qualche anno una versione diversa dal film ammirato al cinema (oltretutto, lasciamelo dire, con un prezzo del biglietto addirittura più alto del normale prezzo di mercato, già piuttosto caro). Ma convengo sul fatto che è un'opinione personale, ci mancherebbe.

      E poi, certo, un conto è un'operazione concordata con lo stesso regista (anche se, sempre per esempio, nel caso di Blade Runner, "conoscendo" il marpione Ridley Scott penso che lui per mettersi qualche altro milioncino in tasca avrebbe accettato pure di rigirare il film di nascosto e spacciarlo per ufficiale...) un conto è ributtare in sala un film in modo arbitrario e per biechi fini commerciali. Quello che è successo con Shining.

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