giovedì 27 febbraio 2020

CINEMA: CHIUSO PER VIRUS


Oggi, come tutti i giovedì, avrei dovuto pubblicare la solita rubrica sui film in uscita nel weekend.
E invece niente, il post non ci sarà. Per un motivo molto semplice: in mezza Italia, soprattutto al Nord, i cinema sono chiusi per decreto legge, così come i teatri, gli stadi, i musei e altre luoghi di aggregazione, il tutto ovviamente in ossequio alle norme sanitarie per combattere la diffusione del Corona Virus. Slittano così a data da destinarsi le uscite di Si vive una volta sola di Carlo Verdone, Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti (con Elio Germano nella parte di Antonio Ligabue), del nuovo anime giapponese su Lupin III, di altri titoli più di nicchia come Dopo il matrimonio, Lontano lontano e l'horror The Grudge. E anche per le settimane a venire si preannuncia uno stravolgimento della programmazione, con tanti film importanti che usciranno in sala chissà quando e chissà dove, in base alla situazione più o meno emergenziale del paese...


Ora, come ho sempre detto di persona e sui social, non mi permetto certo di contestare le misure straordinarie prese per tutelare la salute pubblica. Sarei pazzo se lo facessi. Però malgrado tutto mi permetto di esternare la mia perplessità, e credo non solo mia.

Non capisco, sinceramente, perchè i provvedimenti abbiano colpito solo gli spazi dedicati alla cultura. Perchè i cinema chiusi e i luoghi di lavoro aperti? (ovviamente quelli fuori dalla "zona rossa"). E' normale tenere chiusi cinema e teatri e mantenere aperti i centri commerciali, tra l'altro presi d'assalto da migliaia di persone? (contro le poche centinaia, forse anche meno, di persone che vanno al cinema?). E' triste pensare che quando c'è da "sacrificare" qualcosa, in qualsiasi ambito, si parta sempre dalla cultura, mentre il sistema consumistico e produttivo non viene mai toccato... non si può andare al cinema, nè allo stadio, perfino alla messa (!), ma si deve invece continuare ad andare in fabbrica e in ufficio, dove le persone entrano lo stesso in contatto e si trasmettono le infezioni.

Forse solo Netflix e le altre piattaforme streaming riescono a sorridere in questo momento... ma c'è comunque un problema enorme che riguarda non solo gli esercenti delle sale, ma la socialità in generale. Affossare il cinema in sala dopo anni di buio, proprio nel momento in cui gli incassi facevano registrare timidi segni di ripresa, proprio mentre il cinema italiano tornava dopo secoli a recuperare posizioni... no, non ci voleva. Così come non ha senso chiudere ristoranti, bar e tutti gli altri luoghi di aggregazione, alimentando il panico e la solitudine.
C'è un'emergenza, certo. Ma credo che poteva e doveva essere gestita molto meglio.

6 commenti:

  1. Perché chiudere i cinema, i teatri e le scuole e non i supermarket e gli outlet? Forse perché questi ultimi fanno circolare mucho dinero (molta grana) mentre al cinema ci va sempre meno gente, a parte il periodo dicembre-gennaio.

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    1. è ovvio che è così, la mia era una domanda retorica. a voler essere più "polemici" si potrebbe anche insinuare che sia una strategia per indebolire ancora di più il livello culturale del paese: un popolo ignorante è un popolo più controllabile. ma (per ora) non voglio pensare a una cosa del genere...

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  2. Sì, abbiamo pensato anche noi la stessa cosa: al cinema dove andiamo, non c'è mai il tutto esaurito (e ci andiamo spesso di mercoledì, la giornata con lo sconto, quando ovviamente va più gente). Quindi ci sembra assurda questa chiusura, vedo e incontro più persone dove lavoro e continuo a lavorare. Credo che si tratti di improvvisazione, e per ora non ci sia dietro un disegno eversivo ... ma occorre stare attenti.

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    1. sì, anch'io non ci vedo finalità "eversive" ma solo la solita caciara all'italiana... tra politici che sfruttano anche le disgrazie per proprio tornaconto, battibecchi tra "esperti" più o meno improvvisati, i deliri dei media che anestetizzano il "popolo bue", dobbiamo solo ringraziare i medici, gli studiosi e i professionisti del settore, che si fanno un mazzo tanto per preservare la salute nostra e della comunità.

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  3. Non so che pensare, non si sa a chi dare retta tra virologi e immunologi, media e governo, allarmisti e ottimisti, nessuno conosce esattamente le conseguenze di questa infezione e la confusione di questi giorni certo non aiuta. Speriamo che questo ciclone passi il prima possibile.

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    1. L'ho scritto sopra: è un atteggiamento tipicamente italiano, non c'è da stupirsi ma solo da augurarsi che non finisca tutto a tarallucci e vino...

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