martedì 25 febbraio 2020

I DUE PAPI



titolo originale: THE TWO POPES (USA, 2019)
regia: FERNANDO MEIRELLES
sceneggiatura: ANTHONY McCARTEN
cast: JONATHAN PRYCE, ANTHONY HOPKINS
durata: 125 minuti
giudizio: 



Il cardinale argentino Jorge Bergoglio si reca in udienza a Roma da Papa Benedetto XVI  per rassegnare le proprie dimissioni. Motivo: le differenze apparentemente inconciliabili sull'interpretazione della dottrina cattolica. L'incontro si rivelerà però molto utile per i due prelati, che durante il soggiorno impareranno a rispettarsi e a conoscersi meglio.


Un film di fantapolitica (?) vaticana diretto da un regista brasiliano desideroso di approfondire i rapporti tra due papi ancora in vita, caso unico nella storia. Non è dato sapere se Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger si siano effettivamente mai incontrati o quantomeno incrociati nel loro percorso ecclesiastico, certo è che l'idea di immaginare un confronto tra due uomini di fede così diversi tra loro, seppur non originale, era certamente curiosa. E questo assunto di partenza rimane a mio avviso l'aspetto più riuscito di una pellicola interessante ma non proprio sorprendente, dove alla fine a risaltare, più che il messaggio in sè (come avrebbe dovuto essere) sono invece le prove maiuscole dei due attori protagonisti.

Il film di Fernando Mereilles prova a immaginare una conversazione, lunga una giornata intera, tra due uomini di potere che non potrebbero essere più diversi: il cardinale argentino Bergoglio (Jonathan Pryce, impressionante per somiglianza) vola a Castelgandolfo per rassegnare le dimissioni nelle mani del pontefice in carica, il tedesco Ratzinger (Anthony Hopkins), ritenendo irricevibile la dottrina tradizionalista e ultra-conservatrice di quest'ultimo, poco adatta secondo Bergoglio a un mondo (non solo cattolico) che invece corre sempre più veloce. E invece ecco la sorpresa: l'apparentemente rigido Ratzinger si rivela in realtà molto più riflessivo e pungente di quanto pensassimo, mentre il "liberale" Bergoglio si scopre essere ben meno limpido e aperto di quanto lui stesso crede. E pian piano, passo dopo passo, le distanze ritenute in un primo momento insormontabili si accorceranno di parecchio...

La sceneggiatura del neozelandese Anthony McCarten punta soprattutto sui bei dialoghi tra due personaggi, finendo ben presto però per "squilibrare" la partitura in favore del futuro Papa Francesco, i cui continui flashback sul suo passato insinuano episodi non proprio limpidissimi e sottaciuti di una fedina sacerdotale tutt'altro che inattaccabile (anche se i rapporti, peraltro mai negati da Bergoglio, con la dittatura dei colonnelli in realtà sono un segreto di Pulcinella...). Così come, allo stesso modo, non si rimane certo sorpresi dalle allusioni di Benedetto XVI alla piaga dei preti pedofili, da molti considerato il vero motivo della sua clamorosa abdicazione del 2013. Il tutto però resta quasi sempre in superficie, quasi a non voler destabilizzare troppo un pubblico piuttosto tradizionalista come quello di Netflix (che produce) e ritenuto forse non pronto per forzare la mano.

Il risultato è quindi un film dignitoso, intrigante ma poco approfondito, che piace più per le battutine taglienti dei due protagonisti piuttosto che per una partitura abbastanza debole, salvata però dalle grandi prove attoriali di Pryce e Hopkins, loro sì completamente a suo agio nei paramenti pontifici, tanto da "sospettare" che la loro prova non sia affatto finita qui: del resto, Netflix non è forse il paradiso delle serie tv?
 

4 commenti:

  1. L'ho trovato una delle visioni più rilassanti della forsennata corsa pre-Oscar, laddove mi sarei aspettata un mattone pomposo. Loro due sono davvero meravigliosi, sia da soli che nel corso delle varie interazioni.

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    1. Ecco, "rilassante" è l'aggettivo giusto... assolutamente d'accordo! ;)

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  2. Mi è piaciuto: un bel film sobrio e impegnato, tratto da una storia vera. Con due bravissimi attori!

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    1. Ha detto tutto in dieci parole: ottima recensione e ottima capacità di sintesi! :)

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