lunedì 10 febbraio 2020

L' OSCAR GUARDA A ORIENTE


Clamoroso a Hollywood: l'Oscar 2020 finisce in Corea! La vittoria di Parasite sancisce una svolta storica per l'Academy: per la prima volta dopo 92 anni un film in lingua straniera conquista il premio per il miglior film (oltre a quelli per la regia, la sceneggiatura e il film internazionale). Un trionfo senza precedenti e meritatissimo per la pellicola di Bong Joon-ho che, senza per forza voler gridare al capolavoro, è il giusto riconoscimento ad una cinematografia che in questo momento è di gran lunga la più vitale al mondo... e che adesso, forse, comincerà ad essere conosciuta e apprezzata anche da noi. Bello anche il premio a Joaquim Phoenix, che si commuove e ringrazia il fratello defunto, così come quelli a Brad Pitt e Laura Dern (con l'unica stortura dell'Oscar a una rifattissima e sgraziata Renèe Zellweger). In generale vince il cinema dei festival contro quello mainstream e più tradizionalista, da cui escono con le ossa rotte Sam Mendes, Martin Scorsese e anche Quentin Tarantino, in gara però con i loro film più deboli. Tutto sommato, va più che bene così.



il cast di "Parasite", miglior film dell'anno
E' stata una serata da ricordare ai posteri, la serata delle "prime volte". Cominciata subito con il botto, con gli Oscar come non protagonisti andati a Brad Pitt (che ringrazia l'amico Di Caprio) e a Laura Dern, due splendidi ultra cinquantenni che hanno dovuto aspettare pazientemente il loro turno per stringere in mano la preziosa statuetta, tradizionalmente invisa agli attori "troppo belli". E fin qui niente di nuovo, tanto che pareva proprio un'edizione ordinaria, come mille altre, pronta a cantare le lodi del cinema hollywoodiano e a premiare il filmone bellico di Sam Mendes (che batte bandiera inglese ma è prodotto dalla Dreamworks di Spielberg). E invece, fin dai primi Oscar tecnici, dove teoricamente 1917 avrebbe dovuto vincere incetta, si era capito che qualcosa non andava... le statuette per il montaggio sonoro, il trucco, le musiche e la scenografia si disperdevano a pioggia tra gli altri candidati, facendo presagire un finale a sopresa...

una scena di "Parasite"
E la sorpresa c'è stata, eccome. Anzi, la sorpresa delle sorprese: vince Parasite, portandosi a casa tutti i premi più importanti, tra cui uno, quello per il miglior film, destinato a passare alla storia. Mai, infatti, in 92 anni di Oscar, una pellicola girata in lingua straniera aveva vinto il premio più prestigioso! C'era stato, è vero, il caso di The Artist, il film del francese Michel Hazanavicius vittorioso nel 2012, ma si trattava di un film muto e comunque girato negli Studios americani. Invece Parasite è una produzione coreana al 100%, esponente di una cinematografia che allo stato attuale è forse la più ricca, creativa e vitale al mondo. Non dimentichiamoci che negli ultimi anni il cinema coreano ha sfornato capolavori come Burning, I saw the devil, The man from nowhere, e prima ancora, registi come Park Chan-Wook (Old Boy, Lady Vendetta, Mademoiselle) e Kim Ki-duk (L'isola, L'arco, Pietà, Moebius) erano già ben noti ai cinefili appassionati.
Jane Fonda annuncia l'Oscar a "Parasite"

Del resto, forse Parasite non è nemmeno il miglior film di Bong Joon-ho (personalmente continuo a preferirgli il magnifico Snowpiercer) ma è il film che, grazie anche alla Palma d'oro vinta a Cannes, è riuscito a far breccia nel mercato americano facendo scoprire al grande pubblico d'oltreoceano un mondo del tutto nuovo nel quale tuffarsi ed emozionarsi (un po' come accadde nel 2000, quando grazie a La tigre e il dragone di Ang Lee tutti scoprimmo il wuxiapian...). La speranza è che adesso anche in Italia certi autori e certe opere riescano ad avere lo spazio che meritano. Si può essere ottimisti: gli ottimi incassi di Parasite (che giusto da ieri è tornato in sala) testimoniano che anche nel nostro paese c'è una buona fetta di pubblico disposta a vedere qualcosa di diverso, di nuovo, di bello... bene così.

Parasite, oltre ai premi per il miglior film e il miglior film straniero (scontato) vince anche quelli per regìa e sceneggiatura: una doppietta trionfale per Bong Jooh-ho, per qualcuno perfino eccessiva (in effetti la regia di 1917 è forse qualitativamente superiore) ma è chiaro come l'Academy quest'anno abbia voluto dare un segnale forte e chiaro a tutta Hollywood, spronandola a tirar fuori più idee che soldi... diciamo la verità: è vero che c'erano in gara grandi nomi, ma sia Martin Scorsese che Sam Mendes, e ci metto pure Quentin Tarantino, in questa edizione portavano i loro film più deboli: e se C'era una volta a... Hollywood e 1917 si possono almeno "accontentare" di qualche premio minore, la bocciatura del veterano Martin Scorsese è stata pesante: dieci candidature e zero Oscar, e la sensazione è che la "sparata" del vecchio Martin contro i film Marvel, sommata alla contemporanea adesione a Netflix, non abbia proprio agevolato la sua causa... giusto o no, direi che c'era da aspettarselo.

Joaquin Phoenix in "Joker", icona dell'anno

Va un po' meglio invece a Joker: il bel film di Todd Phillips vince due statuette "pesanti", quella strameritata per Joaquim Phoenix come miglior attore protagonista (commovente ed emozionante, sebbene un po' confuso, il suo discorso di ringraziamento, con dedica al compianto fratello River) e quella, più soprendente, alla compositrice islandese Hildur Guonadottìr per la miglior colonna sonora. Joaquim Phoenix eguaglia così un altro grande attore scomparso, l'australiano Heath Ledger, premiato per lo stesso ruolo (ma come non protagonista) nel 2006 per Il Cavaliere Oscuro: è la prima volta nella storia che due attori vincono due Oscar interpretando lo stesso personaggio, a testimonianza di un'edizione davvero "irripetibile"... l'Oscar alla Guonadottìr invece sa tanto di "quote rosa", in una serata dove non sono mancate le solite polemiche sulla presunta subalternità delle donne del cinema rispetto i colleghi maschi: se ne è fatta potavoce la sempre splendida, elegantissima e risoluta Natalie Portman, che per l'occasione ha sfoggiato un abito cucito a mano su cui erano ricamati i nomi delle registe donne non nominate dall'Academy.

Natalie Portman e il suo abito "femminista"

A proposito di donne, l'unica nota stonata di una premiazione tutto sommato molto condivisibile è stato l'Oscar come miglior attrice protagonista a Renée Zellweger. E, badate bene, non tanto per la sua comunque ordinaria interpretazione di Judy Garland nel bolso Judy, quanto per la vista della sua faccia "stirata" e deturpata dagli innumerevoli lifting, che personalmente la rendono inguardabile. La Zellweger ha avuto la fortuna (o magari l'abilità) di azzeccare due-film-due buoni in carriera che le sono valsi due premi, ma rimane (per me) una mediocre attrice incapace di affrontare il tempo che passa. Peccato soprattutto per la bella e brava Scarlett Johansson, presente con ben due candidature ma entrambe - lo si sapeva - senza speranza. Ma sono sicuro che per Scarlett e le altre colleghe sconfitte (a cominciare dalla giovanissima e già super-nominata Saoirse Ronan) sarà solo questione di tempo.

Alla fine, comunque, chi l'avrebbe detto che dopo il mediocre exploit del mediocre Green Book lo scorso anno, la 92. Notte degli Oscar avrebbe portato a tali risultati? Nessuno, nemmeno il fan più ottimista del cinema coreano e di Bong Joon-ho avrebbe potuto osare di spingersi così avanti. A testimonianza che, seppur opinabili quanto si vuole, i premi dell'Academy non vengono mai assegnati a caso: il trionfo di Parasite e del cinema dei festival (quest'anno Cannes fa la parte del leone, ma anche Venezia con Joker e Storia di un matrimonio non esce ridimensionata) significa che il "sistema" ha voluto dare la sveglia al cinema mainstream, esortandolo a mettere in campo nuove idee, più fantasia e più coraggio, oltre a dimostrare di non essere indifferente a nuove frontiere e nuovi orizzonti. E questo vale per tutte le cinematografie, compresa la nostra, ormai al palo dai tempi de La Grande Bellezza (2013).
Arrivederci al prossimo anno!


TUTTI I VINCITORI


MIGLIOR FILM: PARASITE  (DI BONG JOON-HO)


MIGLIOR REGIA: BONG JOON-HO  (PARASITE) 


MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: JOAQUIM PHOENIX  (JOKER)


MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA:  RENEE ZELLWEGER  (JUDY)


MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: BRAD PITT  (C'ERA UNA VOLTA A... HOLLYWOOD)


MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA:  LAURA DERN  (STORIA DI UN MATRIMONIO)


MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: BONG JOON-HO E HAN JIN-WON  (PARASITE)
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: TAIKA WAITITI  (JOJO RABBIT)
MIGLIOR FOTOGRAFIA: 1917
MIGLIOR SCENOGRAFIA: C'ERA UNA VOLTA A... HOLLYWOOD
MIGLIOR MONTAGGIO: LE MANS '66, LA GRANDE SFIDA
MIGLIOR COLONNA SONORA: JOKER
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE:  "(I'M GONNA) LOVE ME AGAIN"  (ROCKETMAN)
MIGLIOR SONORO: 1917
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO: LE MANS '66, LA GRANDE SFIDA
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: 1917
MIGLIORI COSTUMI:  PICCOLE DONNE
MIGLIOR TRUCCO: BOMBSHELL
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE:  TOY STORY 4
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE:  PARASITE
MIGLIOR DOCUMENTARIO:  AMERICAN FACTORY


14 commenti:

  1. Con un nickname come il mio non potevo esimermi!! Scherzi a parte, sono contentissimo per Bong e il cinema coreano in generale, di cui ora scommeto che tutti si professeranno intenditori!

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    1. Hai ragione... da ieri sera tutti sono intenditori di cinema coreano e tutti estimatori di Bong Joon-ho. Siamo un paese di santi, poeti, navigatori e critici cinematografici :) scherzi a parte, che vuoi farci... mi sento di dire che se questo è il prezzo da pagare per importare una cinematografia di altissimo livello, facciamo questo sacrificio!

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  2. Troppo contenta per la vittoria di Parasite! Finalmente un'edizione in cui sono stati dati i premi giusti, dal primo all'ultimo, compreso quello alla Zellweger che è bravissima in Judy. E che, consentimi, non merita le tue critiche poco carine sull'aspetto fisico

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    1. Non credo di aver scritto niente di offensivo nè di maschilista dicendo che la Zellweger è ricorsa alla chirurgia estetica: il risultato è sotto gli occhi di tutti. Poi ovviamente può piacere o non piacere, ma credo che rientri nella libertà di opinione.

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  3. E miracolo fu! Sono molto, molto contento!
    Un abbraccio e buona settimana.
    Mauro

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    1. I miracoli a volte accadono, Mauro! :)
      E comunque questo di Parasite non è affatto un miracolo, il film in America è andato benissimo ed ha avuto un'ottima accoglienza da parte dei critici. Diciamo che c'era "odore" di Oscar, anche se certo nessuno immaginava un trionfo di queste dimensioni.

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  4. Sì, condivido in pieno questi premi, che mi sembrano ben ragionati, e sottoscrivo dal primo all'ultimo. Quanto alla Zellweger, non l'ho vista alla serata degli Oscar, ma secondo me ha fatto un gran bel film, commovente e corretto, e mi dispiace non sia stato apprezzato quanto doveva. Meritato dunque il premio a lei, al grande Joaquin, come a Bradd Pitt e alla Dern, la migliore tra le Piccole donne (e meritato anche il premio ai costumi). Su Parasite: è un film folgorante, scritto bene (meritato quindi il premio alla regia e alla sceneggiatura), come la musica di Joker e la scenografia a C'era una volta a Hollywood. Non potevano premiare meglio, secondo me.

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    1. Non condivido il giudizio su Judy. Aldilà del lifting della Zellweger (per cui sono già stato bacchettato sopra), trovo che sia un biopic convenzionalissimo, piatto, senz'anima, assolutamente dimenticabile. Sul resto dei premi sono d'accordissimo con te.

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  5. Riscopro il cinema orientale, e continuerò a fare, su tutti Miike e Sono, ed ecco la sorpresa, davvero incredibile.

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    1. Dire "cinema orientale" è come dire "cinema europeo": non significa niente. In Oriente ci sono tante cinematografie: quella cinese, giapponese, thailandese, filippina, vietnamita e, appunto, quella coreana. Ognuna con le sue caratteristiche e peculiarità. E anche all'interno di tali cinematografie ci sono tanti autori, ognuno con il suo stile. Sarebbe come mettere sullo stesso piano il cinema italiano e francese, tedesco e spagnolo, le generalizzazioni sono sempre sbagliate.

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  6. Alla fine premi più che condivisibili. Sospendo il giudizio su Judy perchè non l'ho visto, ma direi che Parasite è un degno vincitore, così come Phoenix e Pitt. In passato abbiamo avuto ben di peggio.

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    1. Aivoglia!! Quest'anno questo palmarès è manna dal cielo! :)

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  7. Zitti zitti, alla fine negli ultimi dieci anni hanno premiato un film coreano, uno francese e uno britannico (Il discorso del re, immeritatamente, ma va beh). Senza contare i premi ai registi messicani.
    Che gli americani si stiano rendendo conto pure loro che il loro cinema non è da un po' il migliore del mondo? :)

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    1. Ottima riflessione. Sai, io non penso che gli americani siano diventati più "generosi", quanto piuttosto che siano consapevoli della grande difficoltà che sta attraversando la loro industria cinematografica: ormai i film "mainstream" sono diventati così costosi e così complessi da girare da non potersi più permettere un insuccesso commerciale. Per questa ragione sono costretti a produrre film che vadano "sul sicuro", a discapito ovviamente della sperimentazione e della qualità. Bisogna poi considerare la forte componente ispanica e di colore della loro popolazione, che si traduce in un'ampia fetta di mercato che va in qualche modo "solleticata" e tenuta buona (anche con i premi).

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