martedì 24 marzo 2020

RICORDI DI CINEMA (E DI SALE STORICHE, E DI FILM IMPORTANTI...) SIENA, CINEMA ALESSANDRO VII


A Siena esiste un cinema che è stato ricavato dentro la navata di una Chiesa. Fino a pochi anni fa, prima di un recente restyling, si poteva ancora vedere l'altare posto proprio sotto il piccolo schermo. La sala adesso si chiama Alessandro VII, ma per me resterà sempre "il Cineforum", ovvero il vecchio nome storico di questa saletta piccina piccina, confortevole, non proprio iper-tecnologica (ricordo che una volta insieme al pubblico entrò dentro anche un piccione...) ma squisitamente familiare: mi è capitato diverse volte di arrivare alla proiezione un po' in anticipo ed entrare in sala insieme al gestore che ti apre la porticina con le chiavi di casa, accende le luci, ti fa il biglietto e ti offre perfino le caramelle: altri tempi, altro cinema.


Ma il ricordo che mi accingo adesso a condividere riguarda un film particolare, in una serata particolare. Era il giorno di martedì grasso del 1997 (preistoria, ormai) e il sottoscritto era a Siena per vedere Underground, il capolavoro di Emir Kusturica, premiato a Cannes con la Palma d'oro, che era appena stato distribuito nelle sale italiane. La proiezione designata era quella delle 18 e, data la lunghezza del film (poco meno di tre ore) sapevo che sarei uscito ben oltre l'ora di cena, e di sicuro mi sarei affrettato a raggiungere la macchina per tornare a casa a mettere qualcosa sotto i denti...

E invece, ricordo benissimo che mi attardai di parecchio, quella sera. Perchè successe qualcosa di assolutamente magico, inimmaginabile. Credo che tutti voi cinefili abbiate visto Underground, e certo avrete presente il meraviglioso finale in cui tutti i protagonisti, vivi e morti, si mettono a ballare e cantare su una specie di isoletta (che rappresenta la ex Jugoslavia) che si stacca dalla terraferma e comincia a vagare in mezzo al Danubio, il tutto accompagnato dalle trascinanti musiche di Goran Bregovic. Faccio fatica a ricordare in vita mia un finale più poetico, onirico, suggestivo, ammaliante come questo.

Ma l'impensabile accadde una volta uscito fuori dal cinema. Come vi ho detto, era il giorno di martedì grasso, cioè l'ultimo giorno di Carnevale, e per le vie del centro storico la città stava festeggiando esattamente come nel finale di Underground: c'era un'atmosfera di festa, gioia, musica, animazione, movimento. Insomma... era incredibile, pareva di essere ancora dentro il film! Rimasi per parecchio tempo a camminare da solo in mezzo alla folla (io, che normalmente la odio!) come stranito, completamente assorbito da quella che era a tutti gli effetti la magia del cinema...

Eh, noi cinefili siamo senz'altro un po' strani. Ma quanto siamo fortunati a condividere questi momenti??

2 commenti:

  1. Io Underground lo vidi alla televisione e lo registrai, ho ancora la vhs, l'emozione che provai vedendo questo immenso capolavoro anche se alla tele, è stata indescrivibile, immagino chi lo ha visto in sala, l'emozione è stata grandissima ^_^

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    1. eh sì. non uso spesso, volutamente, la parola "capolavoro", ma in questo caso è doverosa.

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