sabato 18 aprile 2020

BOMBSHELL


titolo originale: BOMBSHELL (USA, 2019)
regia: JAY ROACH
sceneggiatura: CHARLES RANDOLPH
cast: CHARLIZE THERON, NICOLE KIDMAN, MARGOT ROBBIE, JOHN LITHGOW, ALLISON JANNEY, MALCOM MCDOWELL
durata: 110 minuti
giudizio: 



La storia, romanzata, dello scandalo sessuale che nel 2016 sconvolse la popolare emittente televisiva americana Fox News, causando le dimissioni del suo fondatore, Roger Ailes, accusato di molestie da più di venti giornaliste che lavoravano per lui. La vicenda, insieme a quella del quasi contemporaneo "caso Weinstein", favorì la nascita del movimento femminista #metoo. 


Il dubbio sorge spontaneo: che cosa sarebbe stato Bombshell se a dirigerlo fosse stato una donna? E, volendo essere più polemici, perchè Bombshell non è stato diretto da una donna? Forse basterebbe solo questo a spiegare quanto ancora sia complicato per una donna, almeno a Hollywood, farsi strada in un mondo solo in apparenza progressista e liberale, in realtà ancora parecchio ancorato a un passato tradizionalista e ben poco aperto come si vorrebbe far credere...

Per carità, è vero che Bombshell è stato fortemente voluto da Charlize Theron, una delle protagoniste principali, fattosta che però alla fine è stato prodotto, scritto e diretto da uomini. E, consentitemi, si vede pure: quello che ne è uscito fuori è un lungometraggio assolutamente ordinario, sicuramente utile a far capir come e perchè è nato il movimento #metoo, ma girato con parecchio mestiere e ben poca convinzione, quasi come un compitino dovuto per compiacere le tendenze del momento, totalmente privo però della componente passionale ed emotiva che secondo me avrebbe richiesto un prodotto del genere.

Non può essere un caso. Anche perchè le "firme" del film sono tutt'altro che ordinarie: il regista Jay Roach è l'autore di Trumbo, bella e toccante pellicola sulla caccia alle streghe e l'emarginazione (guardacaso, di un uomo) mentre lo sceneggiatore Charles Randoph ha scritto in passato ottime partiture come quella di The Life of David Gale e soprattutto dello splendido La Grande Scommessa, premiata meritatamente con l'Oscar. Bombshell invece latita proprio sul piano comunicativo: non riesce mai a coinvolgere lo spettatore, ad indignarlo, a destare in lui alcun altro interesse salvo la curiosità nello scoprire come sono andate le cose.

So già cosa state per rispondermi: che io sono un uomo e non potrò mai capire cosa può provare una donna di fronte a certe situazioni, che la mia mentalità maschile (ma non maschilista, questo non ve lo concedo) può derubricare come "poco interessante" l'argomento in sè... sbagliato. Fortemente sbagliato, perchè sarà pur vero, non lo discuto, che la sensibilità femminile di fronte al problema non è nemmeno immaginabile dal sesso opposto, solo che il film queste situazioni scabrose le mostra e le denuncia eccome. Il problema è che, a mio modo di vedere, lo fa in punta di fioretto anzichè con la sciabola, lancia il sasso e riprende la mano, dice e non dice, non osa mai troppo più del dovuto e tutto resta sempre in superficie, non approfondendo mai nulla. Un leccatissimo prodotto hollywoodiano che è stato evidentemente girato più per opportunità che per convinzione.


Peccato, perchè gli spunti per farne un film-evento c'erano davvero. Però la sceneggiatura di Randolph mostra appena le umilianti imposizioni della compagnia verso le sue giornaliste (obbligo di gonna corta, tacchi alti, scrivania trasparente...), le indicibili avances sessuali del padre-padrone di turno, le richieste di "prestazioni" ben oltre il consentito per conseguire anche il minimo avanzamento di carriera. E soprattutto non fa mai pesare allo spettatore (uomo) la vergogna, il disagio, la frustrazione delle protagoniste, gli atroci dubbi che assalgono una donna in certe situazioni (sarò io quella sbagliata?), l'assoluta omertà di un mondo da sempre prettamente maschile e da sempre abituato a comportarsi in una certa maniera, tanto da neanche chiedersi se fosse del tutto "normale".

A salvare Bombshell sono soprattutto le belle interpretazioni delle tre attrici principali (Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie. Quest'ultima interpreta l'unico personaggio inventato del film, una giovane stagista appena assunta dalla rete che vede crollare in un attimo i suoi sogni e il suo futuro. Il suo ruolo è stato creato in omaggio e a simbolo delle tante giovani vittime "silenziose" del sistema) a cui si aggiunge quella volutamente sgradevole del "pappone" John Lithgow. Ma alla fine l'unica cosa che resta in mente allo spettatore è il mesfistofelico cameo del grande Malcom McDowell nei panni di uno spietato e credibilissimo Rupert Murdoch, che nel finale, letteralmente, si mangia il film.

11 commenti:

  1. Bentornato! Io il film non sono riuscita a vederlo vuoi per gli orari di lavoro prima, e poi per la quarantena dopo. Però comunque merita di vederlo e forse lo sceneggiatore doveva avere le tue stesse vedute, chapeau!

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    1. no, per carità... non ho queste pretese! semplicemente, credo che un film del genere se diretto da una donna avrebbe avuto ben più spessore e coinvolgimento. questo mi è sembrato davvero piatto e poco sincero.

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  2. Interessante, con tutte le contraddizioni che giustamente sottolinei, sulla questione di sesso. Cast di alto livello, sia quello femminile, sia quello maschile ... Ma, per curiosità: l'hai visto al cinema o è passato in tv/streaming?

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    1. è disponibile da ieri su Amazon Prime Video. al cinema non uscirà, i distributori hanno gettato la spugna e si sono affidati direttamente allo streaming.

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  3. In realtà, pur essendo attratta dal cast e dai grandi nomi dietro al progetto, ho la sensazione di un film "ordinario" e noioso anche io ed è per questo che non sono ancora riuscita a recuperarlo. Sicuramente lo farò, ma non con la fretta che altri film mi trasmettono.

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    1. in effetti a me ha veicolato proprio queste sensazioni. non sono riuscito a indignarmi proprio per niente. però mi farebbe piacere che lo vedessi perché mi piacerebbe sentire un parere femminile... a comodo, se vuoi, quando lo avrai visto fammi sapere che ne pensi.

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  4. A me è piaciuto un po' di più, forse proprio perché sono una donna e mi sono rivista in diverse situazioni vissute dalle protagoniste. Però su un punto hai ragione, il film doveva essere diretto da una donna. E ovviamente siamo d'accordo sul cast, tutte bravissime.

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    1. Per questo mi fa piacere che siate voi donne a commentare: il vostro approccio è sicuramente diverso e più attendibile. Ti ringrazio per il tuo contributo, Sonia :)

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  5. Sono d'accordo con te, Kris, il film, pur trattando un argomento di grande interesse e forse anche necessario, non mi ha mai davvero coinvolta. Forse avrei preferito un documentario, piuttosto che un film così algido. Anche le divine Charlize Theron e Nicole Kidman le ho trovate questa volta un po' troppo rigide, i loro personaggi non mi hanno mai emozionato. Al contrario quello di Margot Robbie, seppure inventato, mi è piaciuto, a dimostrare il fatto che forse si doveva scegliere meglio tra film e documentario. Inoltre credo che ci fossero anche troppi personaggi secondari, molti interpretati da volti noti delle serie tv, che però sono stati presentati appena (una scritta in sovrimpressione) giusto perché presi dalla storia vera ma mai approfonditi, creando anche una certa confusione. Sono curiosa di vedere se la miniserie con Russell Crowe nei panni di Ailes sia venuta meglio.

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    1. Mi cogli impreparato perchè purtroppo per motivi di tempo non riesco a vedere quasi nessuna serie tv, però in parecchi mi hanno segnalato questa di cui parli (con Russell Crowe protagonista) e ne parlano bene. A questo punto sono curioso di vederla. In effetti questo film tratta un argomento necessario (il termine che hai usato è giustissimo in questo caso) e sono assolutamente d'accordo che meritava un approccio meno freddo e più appassionato. Se non è riuscito ad indignare o coinvolgere neppure le donne vuol dire che proprio non ha raggiunto lo scopo.

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