sabato 27 giugno 2020

CAMBIO TUTTO



titolo originale: CAMBIO TUTTO (ITALIA, 2020)
regia: GUIDO CHIESA
sceneggiatura: GUIDO CHIESA, GIOVANNI BOGNETTI, NICOLETTA MICHELI
cast: VALENTINA LODOVINI, NERI MARCORE', DINO ABBRESCIA, LIBERO DE RIENZO, ANDREA PISANI
durata: 93 minuti
giudizio: 



Giulia, quarentenne stressata e scontenta, stanca dei parassiti che le gravitano intorno (un compagno scroccone, un capo donnaiolo e maschilista, un ex-fidanzato senza spina dorsale, un'amica assente e un figliastro spacciatore) decide di affidarsi a un consulente olistico per scacciare le sue frustrazioni. Seguendo i suoi consigli riuscirà, finalmente, a togliersi molti sassolini dalle scarpe...



Un film che è il remake di un remake di un remake. Giuro. E ci si sono messi pure in tre per scrivere la sceneggiatura! A questo si è ridotta la commedia all'italiana, ormai talmente standardizzata e inflazionata da non sapere più dove andare a parare per attingere idee nuove. Cambio tutto è infatti il rifacimento ufficiale della pellicola cilena Sin filtro, che a sua volta è già stata adattata e rifatta (con il titolo Una mujer sin filtro) sia  in Spagna che in Messico. Stiamo dunque parlando della quarta versione di un film fotocopia che, come le fotocopie vere, ad ogni passaggio diventa sempre più sbiadito, un po' come l'inchiostro del ciclostile...

A dire la verità, però, non è tanto questo che mi indispone vedendo Cambio tutto (che, lo dico per onestà intellettuale, come film non è nemmeno poi così terribile) quanto il fatto che sia stato diretto da un regista come Guido Chiesa che, in tempi non sospetti (che adesso paiono preistorici), ha girato fior di pellicole impegnate e degne del massimo rispetto come Una questione privata (1998), Il Partigiano Johnny (2000) e soprattutto Lavorare con lentezza (2004), pellicole che lasciavano trasparire ideali, riflessioni sociali, spunti di cinema impegnato e militante (lo vogliamo dire? di sinistra!) che poi sono andati irrimediabilmente persi negli anni successivi, quando il buon Chiesa ha preferito al "sol dell'avvenire" i soldi di Silvio Berlusconi. Fine della storia triste.

Così, per Cambio tutto potremmo scrivere le stesse parole usate per tutti gli ultimi film di Chiesa, da Belli di papà a Classe Z: un film anonimo per lo spettatore medio da multisala, non inguardabile ma politicamente correttissimo, che finge (clamorosamente) di affrontare temi anche difficili (la condizione femminile, gli stereotipi sociali) per poi lasciare sempre tutto in superficie stando ben attento a non scontentare nessuno. Cosa di cui allo spettatore medio da multisala magari non importa molto, cercando solo un'oretta e mezza di svago tra un popcorn e una bibita, ma che certo lascia insoddisfatto il pubblico dei cinefili... e chissenefrega, diranno i produttori e i distributori (e magari anche voi che leggete), con piena ragione. Ci sia però permesso di esprimere almeno il nostro disappunto verso un regista capace di ben altro che si è totalmente svenduto al marketing. E anche con poco gloria, mi sento di poter dire.

Ad ogni modo, Cambio tutto racconta la storia di Giulia (Valentina Lodovini), donna giunta alla fatidica soglia dei quarant'anni senza aver costruito granchè: ha un marito nullafacente, un datore di lavoro ottuso che non la valorizza (e che le preferisce una ventenne volgarotta ma ben più disinibita), e soprattutto un rapporto irrisolto con un ex che, seppur in procinto di sposarsi, continua a tempestarla di messaggi... Giulia vorrebbe rivoltare la sua vita come un calzino, senza però mai trovare il coraggio di farlo. Almeno finchè un giorno, seguendo i consigli di uno stravagante strizzacervelli (Neri Marcorè), troverà finalmente la forza di ribellarsi e sbattere in faccia a tutti i suoi veri pensieri.

Non aspettatevi guizzi di sceneggiatura o colpi di scena: non ce ne sono. Andrà tutto esattamente come vi aspettate (anche se non avete visto il remake del remake del remake). Apprezzerete la bravura e la professionalità (quelle sì, indiscutibili) di Valentina Lodovini (che però è davvero troppo bella per essere credibile come una milf sfatta dalla vita grama...) e magari sorriderete in due-tre situazioni carine, ma il ricordo di questo film si autodissolverà non appena cominceranno a scorrere i titoli di coda. E non potrete fare a meno di pensare per l'ennesima volta a quanto sia sprecato il talento di Guido Chiesa. Anche se a lui non sembra importare molto. Giustamente.

12 commenti:

  1. Direi che mi dispiace molto, non solo per Guido Chiesa, ma anche per attori che mi sono sempre piaicuti un sacco, come la Lodovini, attrice intelligente, oltre che bella, e lo stesso Neri Marcoré, anche lui un gran talento intelligente e bello ... non so, mi dispiace un sacco.

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    1. Ma sai, gli attori comunque se la cavano, non sono loro il problema... come dici giustamente, la Lodovini è brava e bella, Marcorè pure, il film tutto sommato è guardabile. Però non riesco proprio a sopportare che un regista che in passato ha dimostrato impegno e talento sia ormai totalmente asservito al sistema. Lui fa benissimo, per carità, ma culturalmente è davvero triste.

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  2. Anche (ma non solo) per motivi autobiografici, ho amato tantissimo Lavorare con lentezza. Non a caso nella sceneggiatura c'è lo zampino di Wu Ming.
    Come commedia s'è visto di molto peggio, però condivido le tue riflessioni.
    Di Chiesa consiglio il documentario "Alice in paradiso" la storia di Radio Alice a Bologna nella seconda metà degli anni '70. Ecco lì c'è un po' anche della mia storia.

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    1. Anch'io ho visto "Alice in paradiso" e condivido in pieno il tuo consiglio. E ovviamente anche il giudizio su "Lavorare con lentezza", cui in effetti la scrittura di Wu Ming ha un ruolo importante nella riuscita del film. Adesso però sono curioso di conoscere la tua storia...

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    2. Nel blog la teiera volante, nato nel 2008, se ne trovano tracce. ;)
      La sintesi potrebbe essere questa:
      primadopo.blogspot.com/2016/02/il-primo-social-network-prima-che-i.html

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    3. Ma pensa te... non posso che farti i complimenti, sinceri, per il tuo passato e la tua storia, che non conoscevo. E' questo il bello del web: andro' a spulciare il tuo blog e sono felicissimo di averti incontrato qui sopra. Un caro saluto.

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  3. Condivido in pieno le tue riflessioni. Certo che questa estate senza cinema è proprio triste. Davvero molto triste. Spero tanto che arrivino tempi migliori ma non ne sono affatto sicuro, il cinema era il miorifugio dalle storture del mondo, se viene a mancare anche quello è dura.
    Scusa per lo sfogo, ti auguro un bellissimo weekend.
    Mauro

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    1. Ci mancherebbe Mauro, anzi... il tuo sfogo è quello di tanti cinefili che, come te, stanno soffrendo parecchio questa situazione. Un grande abbraccio e non preoccuparti :)
      Buona settimana!

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  4. Ti dirò in queste afose sere di giugno un filmetto così leggero (ma non stupido) non mi è affatto dispiaciuto! ;D

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    1. Ma infatti io non dico che è brutto... solo che da uno come Chiesa, che in passato ha girato cose egregie, sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più impegnato e di spessore. Poi, per carità, è vero che c'è tanto di peggio... ma al peggio, è risaputo, non c'è mai fine! ;)

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