sabato 11 luglio 2020

IL CINEMA INUTILE (DI NETFLIX): SOTTO IL SOLE DI RICCIONE E EUROVISION SONG CONTEST, LA STORIA DEI FIRE SAGA


Chi mi conosce sa che non sono uno snob, sia nella vita che in fatto di gusti cinematografici, anzi: credo di essere uno "di bocca buona", con pochi pregiudizi, che non guarda con sufficienza le produzioni commerciali nè esalta il cinema di super-nicchia, autoreferenziale, spesso egoisticamente indipendente. Penso però che neppure ci sia bisogno di questa premessa per esprimere un giudizio totalmente (e, credo, oggettivamente) negativo su due film visti in questi giorni su Netfilx che, a mio modesto parere, costituiscono un campanello di allarme su una pericolosa tendenza del cinema stesso, e che il lockdown sta purtroppo amplificando...

Sì, perchè parliamoci chiaro: gli effetti della pandemia e dell'overdose di streaming casalingo cominciano a farsi sentire. Era perfino ovvio che in questi mesi di quarantena e di sale chiuse le uniche a guadagnarci sarebbero state le piattaforme on-demand: il problema è che l'aumento del pubblico in poltrona corrisponde a un pubblico massificato, non certo cinefilo, onnivoro, pronto a ingurgitare qualsiasi cosa gli viene propinata per passare il tempo, il che comporta un inevitabile abbassamento qualitativo dell'offerta complessiva, che giocoforza deve proporre titoli "facili", di immediato consumo, banalotti, spesso anche volgari, costruiti ad immagine e somiglianza dello spettatore-medio. E di cui Sotto il sole di Riccione e Eurovision Song Contest, la storia dei Fire Saga sono purtroppo esempi pratici. Esempi di un cinema inutile, plastificato, in certi casi perfino dannoso.



titolo originale: EUROVISION SONG CONTEST, THE STORY OF FIRE SAGA (USA, 2020)
regia: DAVID DOBKIN
sceneggiatura: WILL FERRELL, ANDREW STEELE
cast: WILL FERRELL, RACHEL McADAMS, PIERCE BROSNAN, DAN STEVENS, DEMI LOVATO
durata: 121 minuti
giudizio: 



Lars e Sigrit, amici fin dall'infanzia e (forse) innamorati, sono un duo musicale islandese che sogna da sempre di vincere l' Eurovision Song Contest, il festival europeo della musica pop: dopo anni di amarezze, la grande occasione arriverà assolutamente per caso e cambierà per sempre le loro vite...



Per chi non lo sapesse (e non è indispensabile saperlo), l' Eurovision Song Contest (che in Italia si è sempre chiamato Eurofestival) è un concorso di musica leggera itinerante che ogni anno raduna cantanti di dubbia fama, provenienti da tutto il vecchio continente, per tre serate all'insegna del pop e  del kitsch... anzi, possiamo dire tranquillamente più del kitsch che del pop, perchè per quanto possa sembrare impossibile, questo costosissimo, rutilante e gioioso baraccone è perfino più grottesco del Festival di Sanremo: la musica è ridotta a puro accessorio, sacrificata sull'altare dello share televisivo. Quello che conta è "bucare" lo schermo, farsi notare in un'orgia di costumi stravaganti, scenografie flou, balli sfrenati, look inverosimili, dove l'apparenza e la confezione sono infinitamente più importanti del livello artistico delle canzoni (il più delle volte terribili).

Così, proprio nell'anno in cui l' Eurofestival non si è disputato causa Covid-19 (uno dei pochi aspetti positivi della pandemia), il comico americano Will Ferrell ha sentito il bisogno di produrre e interpretare un film su questa manifestazione, "stregato", pare, dall'edizione dello scorso anno alla quale era stato invitato da semplice spettatore. Ferrell, anche sceneggiatore, ha immaginato una tenera, edificante storia di buoni sentimenti che ha origine nella sperduta Islanda: una coppia di cantanti locali, che si fanno chiamare Fire Saga, due "casi umani", entrambi anime candide (lei crede negli elfi, lui è un sempliciotto amante della musica) viene selezionata per il più fortuito dei casi per partecipare al concorso: sbattuti dalla loro piccola isola al clamore dei riflettori, i due avranno modo di riflettere sul loro futuro artistico e personale...

Il film non è altro che un'innocua e affettuosa celebrazione della rassegna organizzata dall'Eurovisione. La regia di David Dobkin è pressochè invisibile, sempre tentennante tra musical e commedia. Tutta l'operazione è una "scusa" per suonare canzonette famose che hanno fatto la storia dell' evento, oltre a farci partecipi dell'atmosfera (ammesso che, fan a parte, tutto questo interessi davvero a qualcuno... sinceramente ne dubito). A conti fatti comunque la pellicola è godibile, soprattutto per la presenza della sempre bellissima Rachel McAdams, che con la sua grazia e simpatia riesce a intrattenerci per tutti i 121 minuti di durata, che grazie a lei non sembrano mai troppi.



titolo originale: SOTTO IL SOLE DI RICCIONE (ITALIA, 2020)
regia: YOUNUTS!
sceneggiatura: ENRICO VANZINA, CATERINA SALVADORI, CIRO ZECCA

cast: CRISTIANO CACCAMO, LORENZO ZURZOLO, ISABELLA FERRARI, ANDREA RONCATO, LUCA WARD, LUDOVICA MARTINO, FOTINI' PELUSO
durata: 97 minuti
giudizio: 



Un gruppo di ventenni si ritrova come ogni anno a Riccione per trascorrere le vacanze estive, in cerca di divertimento, spensieratezza, amori e amicizie più o meno solide. Le loro storie si incroceranno con quelle di alcuni personaggi adulti, non necessariamente più serie...



La cosa che ti colpisce subito di Sotto il sole di Riccione è come questo film, scritto, diretto e interpretato da giovani e giovanissimi, sia completamente incapace di parlare ai giovani: vorrebbe essere (forse) un omaggio a Sapore di mare dei Vanzina (che già non era proprio una pietra miliare del cinema) e invece ne rimane intrappolato, cristallizzato. Un film fermo a sessant'anni fa, di una pochezza contenutistica impressionante, pieno di luoghi comuni incredibilmente datati, di situazioni viste e straviste, sentimentalmente inverosimili (ragazzo timido che conquista la bellona di turno, ragazzo cieco ma dolce che conquista la ragazzetta sofisticata, adulti in crisi esistenziale che - zac! - s'incontrano e si amano in un battito di ciglia, il vecchio playboy impenitente che ritrova la sua vecchia fiamma...) che denotano l'enorme scollamento - ideologico prima che artistico - tra i suoi personaggi e la vita reale.

Scritto da Enrico Vanzina (e si vede), diretto da Younuts! (sic!), pseudonimo di Antonio Usbergo e Niccolò Celaia, due trentenni specializzati in videoclip e pubblicità (e si vede), Sotto il sole di Riccione, oltre ad essere una tremenda marchetta alle canzoni di Tommaso Paradiso, è davvero poco più: una stanchissima rappresentazione del nulla, la celebrazione della superficialità, una pellicola anonima, inconcludente, inverosimile perfino nel linguaggio (i protagonisti provengono da ogni parte d'Italia ma parlano tutti uguali, senza inflessioni, indistinguibili come automi privi di vita propria). E come purtroppo spesso accade, in questi prodotti l'unico elemento distintivo finisce per essere la grettezza dei toni: sentire Andrea Roncato (un "miracolato" che a settant'anni si è rifatto una carriera nel trash) pronunciare la battuta-clou "Io sono il motore di ricerca della gnocca..." più che volgare, è proprio triste. Si vorrebbe emulare un cinema e un tempo che furono, ma qui siamo più dalle parti di Brizzi e Moccia. Forse peggio. E' tutto dire.

10 commenti:

  1. Non vedo l'ora che il cinema dove lavoro possa riaprire e restare aperto perché lo schermo immenso mi manca tantissimo. Ed è sempre un'emozione quando la mattina, mentre pulisco le sale, vedo i film sullo schermo che vengono provati.

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    1. Ti invidio molto, sai? Lavorare in un cinema... il massimo per un cinefilo! Non fraintendermi: sono consapevole delle enormi difficoltà in cui vi state dibattendo e sono sicuro che state passando un periodo estremamente complicato. Il mio augurio è che la gente torni prima possibile in sala, per rinnovare ancora quella magia di cui giustamente parli. In bocca al lupo!

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  2. Avevo anche io l'impressione che questi film fossero due schifezze, ora tu me lo confermi... Questa pandemia ci ha fatto quasi regredire, tornando indietro nel tempo non nel senso buono di Ritorno al Futuro ma piuttosto al recupero di questi vecchi "sabbiapanettoni" e di Will Ferrell con parrucche e lustrini... mah... per fortuna però l'offerta delle piattaforme on-demand è abbastanza variegata.

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    1. Certo, hai ragione. Per fortuna ormai in streaming si può vedere di tutto e, se si ha la pazienza di cercare, si trovano anche ottime cose. Il mio era più un discorso "in prospettiva", votato al fatto che se i cinema non riaprono e sempre più gente si adagerà sul divano, è facile prevedere che il livello qualitativo dei prodotti si abbasserà sempre di più... spero vivamente di sbagliarmi!

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  3. Ovviamente li ho evitati entrambi. Però su Netfilx si trovano anche cose e ottime, non mi pare giusto fare di ogni erba un fascio: basta sforzarsi di cercare un po' :)

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    1. vedi sopra... ;) comunque non ho mai detto che tutta l'offerta di Netlix fa schifo

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  4. Questa estate così "strana" è davvero molto triste, anche al cinema.
    Speriamo in tempi migliori.
    Un abbraccio.
    Mauro

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    1. Lo so, Mauro. Lo so bene. La prossima settimana tirerò le somme, come ogni anno, su questa disgraziata stagione e i rimpianti saranno tanti. Auguriamoci che sia tutto come un brutto sogno e che a settembre ci sveglieremo e torneremo ai vecchi tempi. Ottimista? Non costa nulla...

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  5. "Fire Saga" non l'ho trovato così orrendo, nella sua stupidità a volte mi ha fatto anche sorridere. L'altro non lo prendo nemmeno in considerazione, sopporto poco Paradiso quindi il marchettone estivo non credo lo reggerei.

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    1. Nemmeno l'ho trovato orrendo, semmai inutile, come ho scritto nel pezzo... comunque, certo, di gran lunga migliore rispetto a "Sotto il sole di Riccione", il che è tutto dire!

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