giovedì 20 agosto 2020

L' ISOLA DEGLI UOMINI PESCE (OMAGGIO A H.P. LOVECRAFT)


Ai non appassionati di horror e fantascienza il nome di H.P. Lovecraft magari non dirà molto... eppure questo grande scrittore americano può ben considerarsi il padre di una certa letteratura di genere, al pari del ben più famoso connazionale Edgar Allan Poe, con cui ha avuto in comune, purtroppo, la stessa vita grama. Ma mentre i romanzi e le poesie di Poe ebbero (quasi) subito un successo planetario, le opere di Lovecraft si svilupparono prevalentemente nel sottobosco di una letteratura di nicchia, da lui stesso definita "weird fiction" (cioè "strana") che metteva insieme affascinanti contaminazioni di sci-fi, atmosfere dark e stranianti, che non lo arricchirono ma lo resero fin da subito un autore "cult", influenzando non poco le future generazioni. Sono infatti centinaia i film, le serie televisive, i romanzi, i fumetti e persino i videogiochi a lui ispirati. E SOLARIS, nel 130. anniversario della sua nascita, ha deciso insieme alla solita combriccola di blogger amici (vedi i link a fine recensione) di rendergli omaggio con una delle tante pellicole ispirate alla sua produzione.
 


titolo originale: L'ISOLA DEGLI UOMINI PESCE (ITALIA, 1979)
regia: SERGIO MARTINO
sceneggiatura: SERGIO MARTINO, SERGIO DONATI, CESARE FRUGONI
cast: CLAUDIO CASSINELLI, RICHARD JOHNSON, BARBARA BACH, JOSEPH COTTEN, BERYL CUNNINGHAM
durata: 100 minuti


Caraibi, fine '800. In seguito a un naufragio alcuni superstiti dell'equipaggio di una nave trovano rifugio su un'isola sconosciuta, non riportata sulle carte nautiche, dove vengono immediatamente catturati dal folle scienziato Edmond Rackham, autoproclamatosi padrone dell'isola e in cerca di cavie per i suoi raccapriccianti e segretissimi esperimenti sulla razza umana...



Che cos'hanno in comune Howard Phillips Lovecraft e Sergio Martino? Domanda a trabocchetto... in realtà molto più di quello che possiate immaginare: certo, magari al buon Sergio non passava neanche per la testa di omaggiare il "visionario di Providence" quando nel lontano 1979 diresse L'isola degli uomini pesce, fanta-horror di serie Z (di quelli che piacciono tanto a Quentin Tarantino), girato in economia e con ben poche pretese. Diciamo che il suo punto di riferimento era più che altro un film americano di due anni prima, L'isola del dottor Moreau di Don Taylor, di cui Martino eseguì (come usava fare all'epoca) una specie di copia conforme "all'amatriciana" destinata al mercato italiano di seconda visione, target di cui il regista romano era specialista indiscusso.

Eppure, quasi di sicuro inconsapevolmente, sia Martino che Taylor devono un grosso contributo a Dagon, racconto breve scritto da Lovecraft addirittura nel 1917 avente come protagonista un soldato americano che, riuscito a sfuggire all'esercito tedesco che lo teneva prigioniero, si ritrova su un'isola deserta in mezzo all'oceano dove uno spaventoso mostro marino cerca di catturarlo e ucciderlo. Ovviamente L'isola degli uomini pesce è una pellicola ben lontana da qualsiasi velleità autoriale (anche perchè girata a bassissimo budget e con effetti speciali talmente rudimentali da far sorridere), ciononostante particolarissima proprio in virtù del fatto che riesce ad unire tutti gli stilemi del pensiero lovercraftiano: ambientazione esotica, misticismo, sacralità, esperimenti genetici, il terrore dell'ignoto e dello spazio profondo...

Del resto, Lovecraft può a buon titolo definirsi come uno dei massimi esponenti di sempre della letteratura horror e fantascientifica, generi che amava mischiare nei suoi romanzi dandone un'accezione particolarissima, la cosiddetta "weird-fiction", in cui la commistione tra horror, fantasy e sci-fi assumeva una piega filosofica e nichilista (si parlava di "cosmicismo") che avrebbe influenzato tantissimo le future generazioni. Un'influenza che naturalmente non si limitava alla sola letteratura: il cinema, perlappunto, attinse (e attinge ancora) a piene mani dalle sue opere, che si prestano bene perchè trattasi di storie popolari, visionarie, universali, perfette per il grande schermo. Ma anche la musica, la televisione e perfino i videogiochi hanno avuto innumerevoli contaminazioni dalla produzione lovercraftiana, alimentando i sogni (o gli incubi) e la fantasia di milioni di persone.

Tornando a L'isola degli uomini pesce, risulta fin troppo evidente quanto gli scarsi mezzi a disposizione di Martino e la conseguente "artigianalità" dell'opera si sposassero paradossalmente alla perfezione con lo stile weirdo di Lovecraft: ne uscì fuori un  film sconclusionato ma affiscinante, rozzo eppure reazionario, anarchico, sanguigno e neanche troppo sottilmente misogino: come in (quasi) tutte le opere di Lovecraft, dove le donne sono poco più che oggetti, presenze poco gradite, anche nel film di Martino non si bada troppo per il sottile ad esaltare le grazie della giunonica Barbara Bach (sogno proibito maschile dell'epoca e futura moglie di Ringo Starr) per farla passare come la classica bellona stupida e ingenua, praticamente muta in un cast di tutto rispetto che annovera perfino il divo americano Joseph Cotten. E che può essere un buon motivo per riscoprire uno strano film e un grande, grandissimo autore.
    


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16 commenti:

  1. Di questo non avevo mai sentito parlare, interessante.

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    1. Un film simbolo di un'epoca e di un (sotto)genere molto in voga negli anni '70, a dimostrazione di quanto il panorama "weirdo" abbia radici profonde.

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  2. Ammetto di non conoscere, tanto che a L'isola degli uomini pesce ho pensato a One Piece :D

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    1. E io non conosco "One piece". Vedi? Non si finisce mai di imparare! ;)

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  3. In effetti più dr. Moreau che Lovecraft in una trama abbastanza abbozzata, però nella sua bizzarria molto divertente, meglio del suo seguito "La Regina degli Uomini Pesce", anche perché non si può non organizzare un omaggio a Lovecraft senza degli ibridi anfibi ;-) Cheers

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    1. Appunto :) gli ibridi anfibi sono un must della filosofia "weirdo" e dimostra quanto Lovercraft, vissuto quasi un secolo prima, abbia influenzato le future generazioni

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  4. Ieri Species, oggi questo: non è che mi stai diventando tarantiniano davvero?? :D

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    1. Ah ah! E se fosse? C'è di peggio nella vita, no?? :D scherzi a parte, i "b-movies" erano una particolarità degli anni '70 e hanno sempre avuto un loro zoccolo duro di estimatori. Tarantino è stato bravo a restituire loro una "seconda giovinezza"...

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  5. In realtà non è che hai fatto un grande omaggio a Lovercraft recensendo questa monnezza. Lui si rivolterebbe nella tomba.

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    1. Addirittura? Questo giudizio così lapidario sa tanto di trollata, ma non importa: accetto tutti i commenti, ci mancherebbe. Nel merito: io non credo che questa sia monnezza, il "weirdo movie" era un genere molto in voga in quegli anni, e anche se (forse) Martino non conosceva Lovercraft, il film è interessante proprio per ambientazioni e temi fanta-horrormai troppo battuti all'epoca...

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  6. Anche il più cartapestifero kaijū giapponese scompare di fronte all'orrore di questi fantocci sergiomartiniani. Credo anch'io che il regista non intendesse davvero omaggiare HPL.. probabilmente gli hanno messo in mano una sceneggiatura e a lui, chissà come mai, l'ha resa a modo suo

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    1. Ne sono assolutamente convinto anch'io. E dimostra quanto l'influenza lovercraftiana sia stata notrvole fino in pratica ai giorno nostri

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  7. Ragazzi si chiama Lovecraft, senza la 'r'
    Sul film non posso esprimermi perché non l'ho visto (a me i B movie comunque intrigano) ma se solo riuscisse a generare un decimo di quella gelida inquietudine psichedelica che infondono i racconti dello scrittore Americano, avrebbe già fatto centro.

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    1. Cavolo, che gaffe!!! Grazie per avermelo fatto notare... ho corretto. Hai presente quanto nel tuo cervello sei così sicuro di una cosa che nemmeno vai a controllare? Per me è sempre stato "LoveRcraft" e me ne scuso con i lettori, è una specie di riflesso condizionato (un po' come quelli che scrivono PolanskY). Mi cospargo il capo di cenere... :(

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    2. Non era così grave dai, è un errore abbastanza comune, credo (anche) per l'assonanza con hovercraft.
      Quello che conta è il contenuto delle tue, spesso anche coraggiose, prese di posizione e le riflessioni su originali proposte come quest'ultima degli uomini pesce

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  8. Neanche me ne ero accorto ^_^
    Per fortuna il permalink non è saltato! A volte quando di cambia il titolo del post succedono strane cose...

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