lunedì 31 agosto 2020

TENET


titolo originale: TENET(GB, 2020)
regia: CHRISTOPHER NOLAN
sceneggiatura: CHRISTOPHER NOLAN
cast: JOHN DAVID WASHINGTON, ROBERT PATTINSON, ELIZABETH DEBICKI, KENNETH BRANAGH, MARTIN DONOVAN, DIMPLE KAPADIA
durata: 150 minuti
giudizio: 


Un agente segreto, chiamato "Il Protagonista" (?), viene coinvolto in una missione internazionale con lo scopo di salvare il mondo dalla follia di un subdolo faccendiere, tale Sator, che ha il potere di invertire l'entropia temporale (??) del pianeta Terra e uccidere tutta la popolazione. Armato di una sola parola, "Tenet" (???) il Protagonista proverà a distruggere l'algoritmo (????) che renderà il mondo inabitabile...  



Il problema non è il non capirci nulla.
Ci sono tanti (grandi) film su cui ancora oggi, anche a distanza di decenni, ci interroghiamo sul loro significato... e la loro incomprensibilità contribuisce ad accrescere il fascino del film stesso. Penso, che so, a 2001: Odissea nello Spazio, ma anche a Intrigo internazionale, Mulholland Drive, Fight Club, oppure, giusto per rimanere nell'ambito dello spy-movie, al bellissimo e purtroppo dimenticato La Talpa, pellicola del 2011 di Tomas Alfredson con un grande Gary Oldman. Tutti film che, malgrado la trama ostica, non ci stancheremmo mai di vedere e rivedere.

No, il problema di Tenet è che non solo lo spettatore non ci capisce nulla, ma alla lunga nemmeno gli importa di capirci qualcosa. E' un gigantesco videogame di due ore e mezza che gira continuamente in loop, dove mirabolanti sequenze di azione si alternano a estenuanti, cervellotiche elucubrazioni linguistiche e mentali, tronfiamente dotte, spesso involontariamente ridicole ("Viviamo in un mondo crepuscolare...") che alla lunga ti fanno perdere la voglia e gli stimoli per continuare la visione: dura due ore e mezza ma potrebbe durarne anche sette, otto, andare avanti all'infinito, tanto a un certo punto (nel mio caso, molto, molto presto) nemmeno più ti rendi conto del senso di quello che stai vedendo, spossato da un un bombardamento ipersensoriale che poco ha a che fare con il cinema...

Perchè il cinema non è fatto (solo) di incastri, di tecnica (pur sublime), di una sceneggiatura magari a prova di bomba ma che non riesce a farti empatizzare con un personaggio che sia uno. Questo è il problema di tutta la filmografia di Christopher Nolan: un cinema formalmente impeccabile ma incredibilmente sterile, arido, totalmente privo di emozioni, che magari ti esalta durante la visione (a me non è successo, ma riconosco che certe sequenze - specie quelle d'azione - sono costruite con precisione chirurgica) ma che alla fine non ti lascia dentro davvero niente, il vuoto pneumatico. E' una critica che muovo da anni, dai tempi di The Prestige, Inception, Dunkirk, e che Tenet porta all'estrema conseguenza.

Con Tenet, Nolan ha esagerato: eravamo abituati ai paradossi temporali, ai livelli sovrapposti di lettura, a una messinscena filmica complessa e ambiziosa, e finchè questi elementi rimanevano su livelli accettabili di pretenziosità (in Memento, ma anche in Insomnia) potevamo davvero parlare di un regista talentuoso e abile nello sfruttare le potenzialità dell'arte cinematografica ai fini di sorprendere lo spettatore con una narrazione non convenzionale. Ma in seguito, quando via via sorprendere il pubblico diventava giocoforza sempre più difficile, sono emersi tutti i limiti di una concezione artistica che, nel caso di Nolan, non contempla quasi mai l'aspetto emotivo. Tanto è vero che quando ha provato a girare un film (Interstellar) dove il "cuore" doveva - in teoria - essere preponderante sulla tecnica, ha finito col confezionare un prodotto imponente ma anche incredibilmente ingenuo, tuttavia di gran lunga preferibile a questo.


Che poi, a ben guardare, non è che Tenet, aldilà dell'astrusità della trama, abbia chissà cosa di rivoluzionario: parla di un agente segreto che ha il compito di salvare il mondo dagli insani propositi del "solito" potente di turno, ovviamente un pazzo squilibrato, capace di costruire un algoritmo in grado di governare le sorti del pianeta. Chi ha in mano l'algoritmo, ha in mano i destini del mondo. Un canovaccio visto e stravisto, che è alla base di quasi tutta la filmografia di genere (007 docet) su cui Nolan ricama però un insostenibile pippone filosofico-fantascientifico tale da annientare qualsiasi coinvolgimento. E, quel che è peggio, riuscendo perfino a sbagliare la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi.

Non siete d'accordo? Allora ditemi: quale dei personaggi di Tenet vi è rimasto particolarmente impresso dopo la visione del film? Verso quale personaggio avete provato anche UNA sola emozione, amore, odio, antipatia, disgusto che fosse? Difficile che abbiate empatizzato con il Protagonista (si chiama proprio così, senza un nome), interpretato da John David Washington, in pratica un robot mosso unicamente dai fili della trama, incapace per 150 minuti di cambiare una sola espressione del volto, sia quando viene torturato, sia durante un folle inseguimento in autostrada, sia a tu per tu con il cattivone di turno...

Cattivone che è impersonato da un Kenneth Branagh impresentabile, che sfoggia la dentiera e un triste panzone da sessantenne, mai per un istante credibile come minaccia planetaria, oltretutto pure cornuto e goffo... così come non è credibile la sua compagna, la bellissima e raffinata Elizabeth Debicki, colei che dovrebbe in teoria rappresentare la figura più fragile e sensualmente coinvolgente del film, nel ruolo di una donna/madre infelice e risoluta, soggiogata dalla follia del marito. Ma nemmeno lei riesce mai a smuovere i cuori degli spettatori, sempre sacrificata da una sceneggiatura che la mostra continuamente in ostaggio di qualcuno, con una pistola puntata addosso o prigioniera in yacht di lusso, anche lei vittima del famigerato ingranaggio nolaniano. A lei, suo malgrado, tocca anche la battuta più ilare del film, quando di fronte all'ennesimo "spiegone" del Protagonista è costretta ad ammettere candidamente "non ho capito..." (subissata dal brusio della gente in sala che, sghignazzando all'unisono, ribatte con "figurati noi!!") .

Finisce così che, in un film dove tutti gli attori paiono teleguidati dal manovratore, e nessuno di loro brilla di luce propria al cospetto del disegno generale, gli unici ruoli azzeccati finiscono per essere quelli di un misurato e misterioso Robert Pattinson (sempre più bravo) e di un divertito Michael Caine che, pur ammettendo candidamente di non avere la minima idea di quello che ha dovuto recitare, riesce perlomeno ad accendere una scintilla di creatività e ironia con il suo piccolo cameo.

Ma è davvero poca cosa nei riguardi di un film esageratamente ambizioso e pretenzioso come Tenet, un gigantesco esercizio di stile tronfio e autoreferenziale, faticosissimo da seguire, insopportabile, bulimico, freddo come il ghiaccio, cui è impossibile affezionarsi e trepidare, impossibile provare qualsiasi altra sensazione che esuli dal decifrare una trama-rompicapo che alla fine stufa più che appassionarti. Erano 176 giorni che non entravo in una sala cinematografica e tutto potevo immaginare tranne di volerne uscire il più presto possibile... non lo meritavo.

Ridateci James Bond, o al limite Matrix. Ridateci un minimo di godimento, di piacere, o anche dolore... ma ridateci (almeno) un'emozione che sia una!

31 commenti:

  1. Concordo su tutta la linea. Solo visivamente (e inutilmente) complesso, in sostanza è la solita menata del cattivo pazzo che vuol distruggere il mondo e i buoni a impedirlo. Rimpiango Interstellar e Inception.

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    1. Io nemmeno quelli... o meglio, Interstellar un po' sì, per quanto fosse anch'esso "smisurato, e alquanto ingenuo, era un film dove comunque un po' di emozione ti arrivava. Inception invece non mi ha preso: si può dire che Tenet ne è (in peggio) la versione estesa. Di Nolan continuo a preferire i primissimi film, meno ambiziosi e pretenziosi.

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  2. Concordo, Pippone senza anima che verrà esaltato a prescindere perché è di Nolan (che per me ha ancora strada da fare per essere considerato uno dei migliori registi del mondo )

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    1. Ha il merito, non da poco, di aver riportato la gente in sala: Nolan è uno dei pochi cineasti "cult" che ancora riescono a attrarre pubblico. Detto questo, diventerà uno dei più grandi al mondo quando girerà film meno ambiziosi e più coinvolgenti, più "veri". La sola tecnica non basta per essere un grande Autore.

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    2. Il problema di Nolan (oltre ad avere una Fanbase insopportabile ) è che ha la pretesa di voler dare un aspetto elitario a cose di natura commerciale :per quanto mi sia piaciuto "il cavaliere oscuro ", perché bisogna per forza cercare la filosofia nella storia di un miliardario che combatte i cattivi vestito da pipistrello? È questa pretenziosita che trovo irritante

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    3. Sui fanbase sfondi una porta aperta: per loro natura sono quasi tutti un po' integralisti, ma quello di Nolan arriva vicino al fanatismo. Avevo su facebook alcuni amici "nolaniani", persone normalissime nella vita di tutti i giorni, che sui social mi hanno ricoperto di insulti, roba da non credere... li ho rimossi immediatamente perchè non è possibile litigare per un'opinione su un film o su un autore.
      Riguardo "Il cavaliere oscuro", però, sono d'accordo a metà. Nel senso che secondo me anche un film commerciale può benissimo avere una sua "autorialità", l'importante è la cifra autoriale non sfoci nella pretenziosità: ma se questo è evidente in "Tenet", ma anche in "Inception", devo dire che i due Batman firmati Dolan mi sono piaciuti molto. L'idea del supereroe "umano", tormentato dal dubbio, timoroso di fallire, oltre ad essere stata ampiamente ripresa in futuro, ha mostrato che Nolan, se vuole, sa come arrivare al cuore della gente anzichè girare fastidiosi esercizi di stile come quest'ultimo.

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  3. Anche a me sono infatti piaciuti i 2 Batman ma ho sentito una certa pretenziosita anche li(la scena della rapina mi ha ricordato Heat - la sfida del mitico Michael Mann) per quanto riguarda Inception penso che Nolan si sia ispirato a Paprika di Satoshi Kon, non so se lo conosci

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    1. Non conosco Satoshi Kon... e ti ringrazio per il suggerimento: gli scambi di opinioni sono belli soprattutto perché si scoprono sempre cose nuove. Mi documenterò 👍
      Su Michael Mann invece ti “dò il cinque!”: è da sempre uno dei miei registi di riferimento, cineasta immenso, e la scena che citi in effetti è azzeccatissima: qua la mano, sorella!!

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  4. Io onestamente trovo esagerati e molto spesso fuori luogo sia i detrattori sia gli estimatori a prescindere, perché è Nolan e si parte già con l'aspettativa negativa o positiva solo per questo motivo. Io, personalmente e solo a posteriori, cioè solo dopo aver visto tutti i suoi film, posso dirmi una sua grande estimatrice, pur andando ad evidenziare, laddove ce ne sono o comunque secondo me ce ne sono, i difetti vistosi o meno che accompagnano le sue opere. Non fa eccezione Tenet, che reputo un grandissimo spettacolo cinematografico, di impareggiabile e incredibile presa quantomeno sul senso di stupore visivo che trasmette (con anche una colonna sonora straordinaria, un montaggio sublime, delle scenografie di un certo livello, ecc... ecc...), e non trovo così penalizzante il fatto che ci siano, evidenti, problemi di sceneggiatura (anche se non stiamo parlando di livelli così bassi, così come da più parti si legge), perché se su dieci componenti solo una scricchiola (dico numeri a caso), da qui a parlare di totale flop ce ne passa (soprattutto se gli altri nove sono da capolavoro). Poi, sempre secondo il mio modesto parere, qui stiamo parlando di un action nudo e crudo, non capisco perché pretendere a tutti i costi un livello emotivo che molto probabilmente il film non ha perché non lo vuole avere. Può piacere o non piacere, ovviamente, può essere o meno un metro di giudizio per metterlo tra i promossi o i bocciati (sicuramente dovessi fare una classifica dei film di Nolan questo non sarebbe nei primissimi posti), ma davvero le dure e feroci critiche, così come le lodi sperticate che ho letto a proposito di Tenet, mi sembrano in entrambi i casi esagerate.

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    1. ovviamente una questione di gusti e di criteri di valutazione. Per me l’aspetto emotivo è fondamentale in un film, è quello che distingue un film da un videogioco. Tenet può essere impeccabile quanto vuoi dal punto di vista tecnico, ma lo guardi (parlo per me) come se stessi attaccato a un joystick: non mi trasmette nulla, arriva perfino ad annoiarmi malgrado le mirabolanti scene action che però sono fini a se stesse, racchiuse in una sceneggiatura complessa eppure banalissima nei contenuti. Non sto a guardare se ci siano buchi o incongruenze nello script, é un problema secondario, quello che mi sembra grave è che una volta spente le luci e usciti dal cinema, di Tenet non rimane traccia... Poi, certo, lo si può anche inquadrare come un buon film di genere, ma non pensò proprio che l’ambiziosissimo Nolan ne sarebbe felice... per me é un film mediocre e basta, arido e tronfiamente pretenzioso. E te lo dice uno che tiene tantissimo all’equilibrio nei giudizi: di Nolan ho apprezzato molto alcuni suoi film, ne ho amati altri ancora, ma questo lo trovo francamente indifendibile

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    2. Indubbiamente, anche in questo caso (così come nel film stesso) è tutta una questione di prospettive e, nel nostro caso, di aspettative. Fatto sta che, sempre per quanto mi riguarda, così come ho scritto poco fa in un altro blog, a me rimane molto: il palazzo che esplode e non esplode contemporaneamente, la scena di apertura all'Opera, la colonna sonora (ce l'ho ancora nelle orecchie), il dialogo finale tra Washington e Pattinson, l'inseguimento con il camion di pompieri e gli altri mezzi pesanti. Non è tutto, ma non è nemmeno niente.

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    3. Ma sì, indubbiamente... prese una a una queste scene sono spettacolari, nessuno lo contesta. Nolan è un virtuoso della mdp, sa come si girano le scene di azione. Ma sono (per me) slegate, fini a se stesse, fanno bene alla vista ma non al cuore. Non (mi) emozionano mai. Che poi da Nolan ci si aspetti sempre il massimo è altrettanto ovvio: è come a scuola, dai più bravi è lecito, sempre, aspettarsi più degli altri.

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  5. L'aspetto emotivo,nel cinema, passa inevitabilmente anche (soprattutto) dalle immagini e dalle inquadrature, è questo che distingue un film da un buon romanzo.il talento nello stare dietro alla macchina da presa non può essere ridotto a 'dettaglio' quando parliamo della settimana arte e Nolan ne ha data una grande dimostrazione in Dunkirk, a mio avviso un capolavoro.
    Un grande film può anche essere totalmente privo di sceneggiatura (anche se in realtà non è mai così) e di dialoghi, vedi koyanisquatsi, parlano le immagini.
    Camera first.
    Saluti

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    1. Sono in parte d'accordo, pur reputando la sceneggiatura, la costruzione dei personaggi e l'aspetto emotivo delle parti fondamentali di un film. Ma da qui a definire Tenet, che possiede tutto quello che citi nel tuo commento, un film trascurabile per me ce ne passa. Anche io reputo Dunkirk un capolavoro!

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    2. Io ho voluto estremizzare un concetto per sottolineare quali fossero gli aspetti primari di un film, in Dunkirk la costruzione dei personaggi è irrilevante e la sceneggiatura è, in realtà, una fedele ricostruzione storica, eppure la pellicola (almeno a me) ha emozionato.
      Posso farti un esempio al contrario :Dogville
      Li la sceneggiatura c'è e i personaggi sono ben marcati.
      È un'opera provocatoria che può anche suscitare interesse e ammirazione ma non è Cinema.

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    3. Come sarebbe a dire che Dogville non è cinema???? Per me Dogville è cinema puro, al 110%, anche se quasi mai sono d'accordo con la visione nichilista di Trier. Ma è un film, come dici giustamente, provocatorio e che scatena riflessioni profonde: cosa chiedere di più a un film? È esattanente il contrario di "Tenet" che, a me personalmente, non ha smosso nulla.

      p.s. per me "Dunkirk" non è un capolavoro (leggi se vuoi la mia recensione) ma certo è anni luce più bello di questo!

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    4. Lo stesso Trier, cercando un appiglio, lo ha definito 'cinema fusionale'.
      Se io riprendo con il mio smartphone una bellissima piece teatrale (magari essendone l'autore) e proietto il risultato sul grande schermo non ho fatto Cinema, qualsiasi sia il tema o gli spunti di riflessione che questa possa suscitare.
      Fotografia (di cui il cinema è strettamente imparentato) e montaggio sono 2 aspetti che caratterizzano fortemente la qualità di una pellicola, se vengono trascurati non si potrà mai parlare di Cinema con C maiuscola ma di qualcosa che (più o meno) gli somiglia.

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    5. Eh, tutto dipende in che modo lo riprendi... ;) se lo riprendo io con lo smartphone allora ti dò ragione, non è cinema ma una semplice registrazione. Ma se lo fa Trier (o Nolan, o un altro grande Autore) ti assicuro che il discorso cambia. Comunque la "querelle" è vecchia quanto il mondo: nel 1948 Sir Laurence Olivier vinse l'Oscar con "Amleto", che altro non era che una piece teatrale ripresa dalle telecamere, così come il successivo "Enrico V" (1950). E di lì esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe... però "Dogville" per me rimane grande cinema, aldilà della tecnica.

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    6. Diciamo allora che rimani coerente alla tua linea di pensiero e questo è un segno +
      Io però non potrò mai essere d'accordo su questo aspetto

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    7. Comunque ci tenevo anche chiarire un aspetto, per me l'Amleto di Olivier è assolutamente cinema, altrimenti passa un messaggio sbagliato.

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    8. Vai tranquillo: mica dobbiamo essere d'accordo per forza! ;)

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  6. Condivido abbastanza la tua opinione, anche a me se devo essere sincera non ha lasciato molto aldilà delle sequenze di azione. Però una sola stellina mi pare troppo poco, la regia e gli effetti speciali non possono essere messe in discussione. Gli hai dato lo stesso voto di Sotto il sole di riccione!! :D

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    1. I miei giudizi, le famigerate "stelline", le assegno in base a quello che mi aspetto dal regista: da Nolan, come ho scritto sopra, ci si aspetta sempre il massimo e questa per me è stata una delusione tremenda, ecco perchè una stella. Certo, da Neri Parenti o Moccia non posso avere le stesse aspettative che su Nolan...

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  7. Visto, finalmente. È vero la trama è quasi incomprensibile tuttavia l'ho trovato un film di grande fascino. È un film di genere, direi senza altre pretese, ma certe scene visivanente sono splendide. Insomma, non mi è affatto dispiaciuto.
    Buonanotte!
    Mauro

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    1. Sai Mauro, come ho scritto anche sopra... il problema è che da uno come Nolan è lecito avere "altre pretese" che non siano solo quelle del film di genere, per quanto ben fatto. Però la tua è un'opinione molto diffusa anche tra i critici e ovviamente la rispetto.
      Buona settimana!!

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  8. Io il film l'ho visto in Imax e posso testimoniare che, almeno nella fattispecie, fa una grande differenza, sia visivamente che a livello sonoro.
    Ritengo anche fare 'film di genere' non sia una nota di demerito se il livello è eccelso.
    Tenet è un film che ha come principale problema il fatto di portarsi dietro enormi aspettative e anch'io, da questo punto di vista, non sono rimasto totalmente soddisfatto dal risultato finale, secondo me il soggetto aveva un grandissimo potenziale che non è stato sviluppato al meglio.
    Detto questo le 4 stelle non gliele può togliere nessuno.

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    1. Non mi convinci. Per varie ragioni.
      1) siccome conosco bene pregi e difetti di Nolan, mi aspettavo esattamente un prodotto del genere. Intendiamoci: fare cinema di genere non è assolutamente un difetto (anzi!). Il problema è se farlo nel modo giusto: Tenet ha il grande difetto di non coinvolgere, di straniare e tediare lo spettatore con una trama incomprensibile e un bombardamento sensoriale/mediatico che lo stordisce e annienta ogni possibilità di interesse.
      2) Questa storia dell' IMAX non mi ha mai convinto. Ho visto il film in una sala con un ottimo impianto audio/video (anche se non IMAX) e non credo che le differenze possano essere tali da farmi cambiare opinione. Ho visto altri film in IMAX o in 70mm ma, devo essere sincero, le differenze le scorgono solo gli appassionati o i tecnici. Alla gente "normale" non importa il formato ma il cuore, l'empatia con la storia e i personaggi, le emozioni. Che in Tenet, a mio modesto parere, sono pressochè inesistenti.

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  9. Quello che dici sul punto 1 mi sorprende, denota che eri in qualche modo prevenuto e (a me pare) non vedevi l'ora di srroncarlo. A me il film ha coinvolto e la trama l'ho trovata abbastanza chiara, sicuramente meno complicata di altri suoi lavori.
    Sul punto 2 mi trovi più in accordo, Imax non interessa alla gente "normale"...
    La chiosa invece la trovo un po' troppo qualunquista (e tu non lo sei), non si può ridurre tutto all'empatia con i personaggi, ci sono pellicole dove ciò rappresenta un aspetto determinante e altre dove questo non ha nessun peso.
    C'è un momento per libro cuore e uno per 2001 odissea nello Spazio...
    Ma forse hai ragione tu, non è un film per gente normale

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    1. Perchè dici questo? Non ero assolutamente prevenuto: ho solo detto che mi aspettavo un film del genere, nel senso che che mi aspettavo un robusto film d'azione, con interscambi temporali, girato con maestria, i cui personaggi sono funzionali unicamente alla trama. Il che è un marchio di fabbrica di un po' tutti i film di Nolan, da "Memento" in avanti. Poi, ne può uscire un buon lavoro (come "Memento", appunto, o anche "Inception") oppure un prodotto deludente come questo, per le ragioni che ho spiegato.
      Riguardo l'empatia... beh, vuol dire allora che non mi segui attentamente :) scherzo. Ho sempre sottolineato, da dieci anni che sto tenendo questo blog, che ho sempre gudicato i film in base alle emozioni che mi trasmettono piuttosto che sulla loro perfezione stilistica. E' il mio metro di giudizio, che può essere condivisibili o meno ci mancherebbe. Ma a me "Tenet" non ha smosso alcunchè, l'ho trovato incomprensibile e freddo come il ghiaccio. Opinione personalissima, ovviamente.

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  10. Effettivamente no, non seguo da tanto, sarà nemmeno un anno, quindi hai fatto bene a chiarire e, devo dire, anche per me è abbastanza così.
    Il punto è che io mi emoziono anche davanti all'inquadratura iniziale di Barry Lyndon e trovo enormemente gratificante soffermarmi sulla meravigliosa fotografia di Blade Runner 2049 e mi commuovo di fronte al primo piano finale de 'Il Posto delle Fragole'.
    Per me gli attori sono importanti (quando ci sono) ma devono essere al servizio del 'Cinema', non il contrario, altrimenti si perde l'essenza della settimana arte.
    Camera first.

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  11. Si, è un film vuotissimo dalla trama rompicapo che non porta a nulla

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