giovedì 24 settembre 2020

MISS MARX


titolo originale: MISS MARX (ITALIA, 2020)
regia: SUSANNA NICCHIARELLI
sceneggiatura: SUSANNA NICCHIARELLI
cast: ROMOLA GARAI, PATRICK KENNEDY, JOHN G. SINCLAIR, EMMA CUNNIFFE, PHILIP GROENING
durata: 107 minuti
giudizio: 



Libera biografia di Eleanor Marx, figlia minore dell'ingombrante papà Karl, la cui vita e l'impegno per le lotte proletarie e femministe verranno (s)travolte dall'amore insano per il fedifrago Edward Alling, bellimbusto spendaccione e donnaiolo, e soprattutto già sposato...



Dopo Nico, 1988, vincitore del Premio Orizzonti a Venezia un paio d'anni fa, Susanna Nicchiarelli prosegue il suo percorso artistico pennellando ritratti di donne famose e coraggiose: questa volta è il turno di Eleanor Marx, l'ultima delle tre figlie del grande filosofo Karl, nonchè la più "ribelle"e impegnata, oltre che strenua combattente in difesa dei diritti dei lavoratori e soprattutto delle donne, due categorie all'epoca confinate ai margini della scala sociale (praticamente in schiavitù i primi, praticamente relegate al ruolo di oggetti le seconde), contestualizzandola in un film che, raccontando una storia del passato, ha ovvi riferimenti al presente per le tematiche che affronta (sempre, purtroppo, molto attuali).

I film a sfondo femminista non sono certo una novità al cinema, anzi. C'è perfino l'imbarazzo della scelta: da Suffragette di Sarah Gavron a Erin Brokovich di Steven Soderbergh, passando per il classico Norma Rae di Martin Ritt fino al recente Misbehaviour di Philippa Lowthorpe con Keira Knightley (che vedremo presto nelle sale italiane con il titolo Il Concorso). Non era facile quindi "inventarsi" qualcosa di diverso dal solito biopic pedissequo su un personaggio peraltro non troppo conosciuto... alla Nicchiarelli va dunque il merito di aver ripescato dai libri di storia il ricordo di una donna coraggiosa vissuta sempre all'ombra di qualcuno: di un padre importante (e ingombrante) prima e di un marito aguzzino poi, nobilitandone la figura (un'operazione che, fatte le debite proporzioni, ricorda l'ultimo film di Terrence Malick, A hidden life, dedicato appunto a tutte le vite "nascoste" che, in silenzio, hanno fatto la storia).


La regista con Miss Marx fa una scelta ben precisa, quella di concentrarsi in particolar modo sulla sfera privata della protagonista, quasi del tutto sconosciuta al pubblico. Ed è indubbiamente la parte più interessante, che ci restituisce l'immagine di una famiglia ben diversa da come ce la saremmo aspettata, ovvero tutt'altro che irreprensibile e rigorosa... veniamo così a sapere che papà Marx non era proprio uno stinco di santo (aveva una relazione con la domestica di casa, oltre che un figlio illegittimo con la moglie del "socio" Friedrich Engels) e anche l'ambiente radical chic/letterato dell'epoca non era poi di così ampie vedute come verrebbe da pensare, dato che la "pasionaria" Eleanor quasi mai era ritenuta degna di considerazione dall' "intellighenzia" inglese del tardo '800, benpensante e maschilista.

L'interesse verso il film si ferma però qui, in quanto Miss Marx, dispiace dirlo, non va molto oltre l'aspetto divulgativo e "gossiparo", lasciando del tutto incompleto il lato storico/politico della vicenda. Forse per ragioni di budget, oppure - chissà - solo per una sceneggiatura non all'altezza delle ambizioni, il film sorvola quasi completamente sulla vita pubblica di Eleanor Marx, sul suo impegno sociale (relegato in appena qualche frammento tratto da immagini di repertorio), lasciando allo spettatore la sensazione di una trama "tronca", mutilata nella parte più nobile, peraltro raccordata da inspiegabili siparietti musicali "pop/rock" che, aldilà della ruffianeria verso il pubblico più giovane, risultano totalmente avulsi dal contesto. Senza contare che Miss Marx, così concentrato (e trattenuto) solo sulla vita privata dei protagonisti, quasi mai riesce ad emozionare allo spettatore che rimane sempre freddo, a distanza. 


E' il pathos a mancare, l'intensità, il melodramma. Miss Marx è una pellicola nè carne nè pesce: troppo romanzata per essere un biopic attendibile, troppo trattenuta per scaldare i cuori della gente. Romola Garai, la protagonista, è credibile e abbastanza a suo agio nel ruolo, ma la sua buona performance non riesce ad elevarsi dal grigiore complessivo del film, che a conti fatti risulta essere piuttosto un'occasione sprecata invece di un pamphlet a omaggio del femminismo e delle lotte proletarie. Un compitino ben svolto ma poco sentito, mai coinvolgente. Davvero un peccato.




6 commenti:

  1. A me non è dispiaciuto affatto, secondo me ricostruisce molto bene la realtà storica dell'epoca e contemporaneamente dà un ritratto inedito di un'eroina che, come dici giustamente, fino adesso era poco conosciuta. Sono uscita dal cinema soddisfatta.

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    1. Il ritratto della Eleanor privata è accurato, lo riconosco, anche se piuttosto trattenuto e poco coinvolgente (secondo me). Non sono d'accordo però sulla ricostruzione della realtà storica, che ho trovato striminzita e appena accennata. Non bastano pochi filmati di repertorio per farci immedesimare nella "lower class" dell'epoca...

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  2. Anche a me è piaciuto. Per certi versi mi ha ricordato "Maria Antonietta" di Sofia Coppola. Si parla di una donna forte, coraggiosa, intelligente e quindi sola. La sceneggiatura passa disinvoltamente dal privato al pubblico, e la colonna sonora rock secondo me ha un motivo ben preciso: far capire che Eleanor è un personaggio attualissimo e senza tempo, già molto moderno, fin troppo, anche ai suoi tempi.

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    1. Io, meno prosaicamente, ho trovato la colonna sonora "contemporanea" una ruffianeria per accattivarsi il pubblico giovane... ma quella che suggerisci tu è comunque una spiegazione plausibile. Il confronto con la Coppola però non regge: due stili completamente diversi e, più che altro, una diversa caratterizzazione del personaggio, che nel caso della Marx ho trovato abbastanza "scollegato" dalla sceneggiatura.

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  3. Qualche sera fa è passato in TV 'Nico' e ho voluto guardarlo perché non conoscevo questa regista. Appena possibile mi guarderò anche questo.
    Nico mi ha raccontato qualcosa che non conoscevo, così come penso avrà fatto in questo film. E chi aveva mai sentito parlare della figlia di Marx?
    Lodevole già per questo, ho letto pareri diversi ma lo vedrò perché la sua è una regia non scontata e mi ha colpito.

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    1. "Nico, 1988" a mio modestissimo parere è molto più bello questo: decisamente più sentito e graffiante

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