domenica 13 settembre 2020

VENEZIA 77: VINCE "NOMADLAND", IN UN' EDIZIONE (SPERIAMO) IRRIPETIBILE, TUTTA AL FEMMINILE


 In un'edizione che, nel bene e nel male, entrerà nella storia per le difficoltà legate al Covid-19, la Mostra di Venezia premia con il Leone d'oro Nomadland di Chloe Zhao, poetico road-movie dedicato al popolo nomade e diretto da una regista cinese trapiantata in America, che il pubblico italiano aveva già avuto modo di ammirare con il bellissimo The Rider. Epilogo tutto sommato atteso di una rassegna che, già si sapeva, sarebbe stata tutta dipinta di rosa... e va benissimo così.


Chloe Zhao, regista di "Nomadland", Leone d'oro 2020
Nell'edizione più "al femminile" di sempre, con 8 registe donne su 18 film in concorso, e 4 giurate su 7 ad assegnare i premi (con Cate Blanchett splendida presidentessa), il Leone d'oro di Venezia 77 non poteva che tingersi di rosa: vince dunque, con poca sorpresa, il toccante Nomadland di Chloe Zhao, cineasta trentottenne di origini cinesi ed emigrata umilmente negli Stati Uniti, già nota al pubblico italiano con il suo film precedente, The Rider (molto bello) e capace di trionfare al Lido alla sua prima partecipazione con una pellicola dedicata al popolo nomade: la storia è quella di una vedova sessantenne che, in seguito alla crisi economica, è costretta a lasciare la propria casa e trasferirsi nel suo furgone, con il quale attraverserà l'America in cerca di nuove opportunità e conoscendo altre persone che condividono il suo stesso destino...

una scena di "Nomadland"
La protagonista del film (che, vederete, ritroveremo senz'altro in pole position ai prossimi Oscar) è, manco a dirlo, un'altra grande donna: quella Frances McDormand che è un po' come Re Mida, nel senso che ogni film che interpreta diventa prezioso. E' incredibile che non sia mai stata premiata con la Coppa Volpi per la miglior attrice, e sempre per colpa di un regolamento assurdo che non consente a ciascun film di vincere più di un premio. Così, essendo Nomadland fin dall'inizio in predicato di vincere il Leone d'oro, la grandissima Frances è stata "sacrificata" sull'altare del premio più importante (la stessa cosa, più o meno, le era successa nel 2017 quando sbarcò al Lido con Tre Manifesti a Ebbing).

Vanessa Kirby

Poco male, però, perchè nel Concorso di quest'anno i bei ruoli femminili certo non mancavano. E la brava Vanessa Kirby, che aveva addirittura due film in gara (premiata per Pieces of a woman, ma interprete anche di The world to come) è una degna vincitrice. Così come avrebbero potuto esserlo anche la russa Julia Visotskaya, diretta dal marito Andrej Konchalovski in Cari compagni!, vincitore comunque del Premio Speciale per la Giuria (quarto premio su quattro partecipazioni a Venezia per lui), oppure la bosniaca Jasna Duricic (ammirata in Quo Vadis, Aida?) o, ancora, la britannica Romola Garai in Miss Marx di Susanna Nicchiarelli. C'era solo l'imbarazzo della scelta.

Per contrappasso, invece, quest'anno si è fatta parecchia fatica a trovare interpretazioni maschili degne di nota. Siamo ovviamente felici per la vittoria di Pierfrancesco Favino, premiato per Padrenostro di Claudio Noce, ma il premio sembra più il classico "marchettone" pagato al cinema italiano piuttosto che il riconoscimento per la sua performance in un film che, a detta  della maggior parte dei critici, è sembrato tutt'altro che memorabile. La Coppa Volpi di Favino rmane comunque l'unico riconoscimento strappato dal cinema italiano in questa edizione: malgrado infatti la buona accoglienza di quasi tutti i nostri film (da Notturno di Gianfranco Rosi a Le Sorelle Macaluso di Emma Dante, fino al già citato Miss Marx) la giuria presieduta da Cate Blanchett non è stata particolarmente generosa nei nostri confronti. Ma ci sta.

Pierfrancesco Favino, miglior attore per "Padrenostro"
Gli altri premi vanno quindi al giapponese Kiyoshi Kurosawa (miglior regista per Wife of a spy), al messicano Michel Franco (autore del violento Nuevo Orden, che gli è valso il Gran Premio della Giuria) e, a sorpresa, allo sconosciuto cineasta indiano Chaitanya Tamhane per il suo The Disciple, storia (in forma di commedia) di uno stonato figlio d'arte che si mette in testa di diventare cantante lirico. Il film ha vinto l'Osella per la migliore sceneggiatura.

Si chiude così un'edizione - speriamo - irripetibile, come ha ribadito il presidente della Biennale Roberto Cicutto, realizzata malgrado lo scetticismo generale e la paura per la situazione sanitaria, malgrado ciò fortemente voluta e dove, diciamolo per una volta (!) le capacità organizzative del nostro paese si sono dimostrate all'altezza del compito, riuscendo a mettere in piedi una rassegna che fino a pochi mesi fa pareva pura utopia. Le parole di Anna Foglietta, madrina della Mostra, alla quale è toccato il compito di chiudere la cerimonia, hanno commosso anche il sottoscritto:

"L'unico nostro pensiero era arrivare a questa serata, e ora sono emozionata perchè ci siamo riusciti... abbiamo fatto la storia... centinaia di ragazzi si sono ritrovati al cinema, altri si sono commossi dietro le mascherine, come si può restare indifferenti agli applausi alla fine dei film? Dobbiamo farci una promessa: trovare un posto segreto tra la testa e il cuore dove mettere il ricordo di questa edizione".
Appuntamento dunque al 1 settembre 2021, nella speranza di una normalità ritrovata.


TUTTI I PREMI DI VENEZIA 77:

Leone d'oro per il miglior film:
NOMADLAND di Chloe Zhao  (Stati Uniti)

Gran Premio della Giuria:
NUEVO ORDEN di Michel Franco (Messico)

Leone d'argento per la miglior regia:
SPY NO TSUMA (WIFE OF A SPY) di Kiyoshi Kurosawa (Giappone)

Premio speciale della giuria:
DOROGIE TOVARICHI! (CARI COMPAGNI!) di Andrej Konchalovsky (Russia)

Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile:
PIERFRANCESCO FAVINO per PADRENOSTRO di Claudio Noce (Italia)

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile:
VANESSA KIRBY per PIECES OF A WOMAN  di Kornel Mundruzco (Stati Uniti)

Osella per la migliore sceneggiatura:
THE DISCIPLE di Chaitanya Tamhane (India)

Premio Mastroianni attore/attrice emergente:
ROUHOLLAH ZAMANI per KORSHID di Majid Majidi (Iran)

Leone del futuro - Premio opera prima Luigi de Laurentiis:
LISTEN di Ana Rocha De Sousa (Portogallo)

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