sabato 9 gennaio 2021

LUCY IN THE SKY



titolo originale:
LUCY IN THE SKY (USA, 2019)

regia: NOAH HAWLEY
sceneggiatura: NOAH HAWLEY, ELLIOTT DI GIUSEPPI, BRIAN C. BROWN
cast: NATALIE PORTMAN, JON HAMM, DAN STEVENS, ZAZIE BEETS, ELLEN BURSTYN
durata: 122 minuti
giudizio: 



La giovane astronauta Lucy Cola, al rientro da una lunga missione nello spazio, non riesce a riabituarsi alla normalità della vita terrestre. Questo suo senso di frustrazione metterà a dura prova le sue relazioni sentimentali, prima fra tutte quella con suo marito Drew.





Si libra leggiadra e radiosa nello spazio Natalie Portman in Lucy in the sky, tanto a suo agio in cielo quanto sofferente e alienata sulla Terra, nella vita di tutti i giorni. E' un ruolo difficile, umanissimo, quello interpretato nel suo ultimo film da questa meravigliosa attrice, ancora una volta capace di arrivare dritta al cuore del pubblico nelle vesti di un personaggio non certo comune ma, proprio per questo, incapace di reinventarsi una vita "normale" una volta costretta a farlo. E' il destino di chi è geneticamente "diverso", di chi è abituato a eccellere in tutto e non sopporta la mediocrità di chi le sta intorno, in particolar modo nei sentimenti.

Lucy Cola è una giovane astronauta poco più che trentenne che ha già bruciato le tappe di una carriera prestigiosa: il recente viaggio a bordo dello Shuttle, con annesse le camminate nello spazio profondo un migliaio di chilometri sopra la nostra testa, l'ha letteralmente trasformata. Quei dodici giorni a bordo di una navetta in orbita sul nostro pianeta sono stati il culmine di una sfida con se stessa che ha brillantemente vinto. Ma quando a trent'anni sei già arrivato in cima, a quel punto puoi solo tornare indietro (o meglio, in basso). E qui arriva il difficile.

Lucy
non riesce infatti a togliersi lo spazio dalla testa. Lei è suo agio solo quando è lassù, in casco e tuta, dentro una scatola di latta che buca l'atmosfera terrestre e le permette di vedere tutto dall'alto. Da lassù ogni cosa è più chiara, cristallina, più semplice. Ovvio che chiunque ci sia stato almeno una volta senta il bisogno di tornarci il prima possibile, figuriamoci una donna bella e geniale cui il ruolo "in borghese" di moglie fedele e madre premurosa sta inesorabilmente stretto. Lucy vuole tornare subito nello spazio, possibilmente per sempre, in una dimensione totalmente diversa dalla banalità della sua bella casa di Houston che condivide con la figlia e un marito anonimo (Dan Stevens), lontano anni luce dalla sua brillantezza.

Dall'istante esatto in cui ha (ri)messo piede sulla Terra, l'ossessione di Lucy è quella di risalire subito sullo Shuttle per non scendere mai più, un po' come Danny Boodman alias Novecento ne La leggenda del pianista sull'oceano. Quella è la sua dimensione, la sua casa, la sua vita. E per farlo è disposta a tutto, anche a compiere scelte umane e professionali sbagliate: nel lavoro, "esagera" negli allenamenti fino a mettere a repentaglio la sua incolumità fisica e quella dei compagni di equipaggio. Nel privato, intreccia una relazione clandestina con un collega furfante e donnaiolo (John Hamm) che la tradisce con una giovane collega (Zazie Beetz, già vista in Joker) che diventerà anche la sua rivale più pericolosa, e quindi da eliminare immediatamente...

Fin qui, il film è impeccabile nel mettere in scena il disagio di Lucy. Le cose si complicano invece nella seconda parte, che si trasforma in un improbabile road movie attraverso l'America in cui madre e figlia si mettono alla caccia dei "nemici" (inutile dire quali) fino a culminare in un poco riuscito finale catartico... Una trama presa pari pari dalla realtà (la storia è vera ed è ispirata a quella di Lisa Nowak, una brillante astronauta che nel 2007 si mise davvero all'inseguimento del suo amante, un collega di corso, "reo" di averla tradita in amore e nel lavoro) che però non riesce a rendere appieno la follia disperata di una donna obnubilata dalla gelosia e incapace di rassegnarsi all'evidenza dei fatti.

Il regista Noah Hawley, debuttante al cinema ma già ben rodato nelle serie tv (ha diretto Bones e Fargo) sceglie di dare un taglio drammatico e non grottesco al suo primo film, cercando di restituire sullo schermo la poesia del viaggio di Lucy e il suo contemporaneo straniamento una volta tornata a casa. Il risultato non è da disprezzare, pur con qualche caduta di tono (le sequenze - orribili - sulle larve di farfalla che si schiudono) e qualche lungaggine di troppo nella seconda parte (come detto, un po' "squilibrata"). Ma tutto passa in secondo piano al cospetto di una Portman al solito sontuosa, perfetta: una donna piccola e esile il cui carisma riempie senza problemi l'enorme tuta da astronauta, simbolo di quanto debba essere costretta a sforzarsi una mente brillante nell'enorme mediocrità del mondo moderno.


13 commenti:

  1. Non sapevo che fosse uscito anche da noi, l'argomento mi interessa. Vedrò di recuperarlo. Certo che tu quando c'è la Portman sei un cane da tartufi!! :)

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    1. E' "uscito" per modo di dire, solo in streaming, sull'onda delle pessime (e immeritate) recensioni d'oltreoceano. L'America sarà pure la culla della civiltà e della democrazia (quasi un ossimoro, visti gli ultiimi accadimenti) ma quando si tocca la famiglia tradizionale ecco che ti randellano...

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    2. ... e comunque, ovvio: come posso lasciarmi sfuggire un film con Nat? ;)

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  2. Sono reduce dal poco brillante Midnight Sky, un po' di fantascienza fatta bene mi servirebbe. Anche a me poi piace moltissimo Natalie Portman, e hai reso benissimo l'idea dello straniamento del suo personaggio paragonandolo a Danny della Leggenda del Pianista sull'Oceano.

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    1. In realtà questa non è fantascienza, anzi: la storia è vera ed è accaduta un bel po' di anni fa. Il film è complesso è mette molta carne al fuoco: la difficoltà di tornare a una vita "normale" dopo un'esperienza straordinaria (nel senso letterale del termine), i rapporti privati durante una relazione a distanza, e soprattutto come gestire la propria splendida "diversita'": Lucy è una donna brillante in tutto, sempre prima della classe, e porta il peso dover essere sempre a tutti i costi "la migliore".

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  3. Dove si può vedere? E' uscito qui da noi?

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  4. Mi hai incuriosito, gli darò una chanche nonostante la terribile media di 4,8 su Imdb.

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    1. È vero. Le recensioni americane sono state terribili... io onestamente non riesco a figurarmi i motivi di tanta "cattiveria". Almeno non dal punto di vista artistico. Credo che il motivo sia essenzialmente politico: l'America non ama i film che gettano ombre sul suo sistema sociale.

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  5. Sinceramente, e come sempre aprioristicamente, mi sembra più un dramma un po' troppo canonico, che un film di fantascienza (cosa che anche tu dici non essere). Certo Jon Hamm e Natalie Portman valgono da soli il biglietto, si fa per dire, ma non sono del tutto convinta.

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    1. Non è un film perfetto. E, come ripeto, non è un film di fantascienza, anzi... è tratto da una storia vera e anche piuttosto cruda: però è un film capace di far riflettere e ragionare su quanto sia difficile in certe situazioni sentirsi soli al mondo, pur dotati di un intelligenza fuori del comune. Ecco, sotto questo aspetto io l’ho apprezzato.

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  6. Diciamo che la traduzione dall'inglese "sci-fi", in questo caso, stride in po' però secondo me, anche se 'ispirato' da un fatto accaduto, si può tranquillamente farcelo rientrare nel genere.
    Detto questo "lucy in the sky..." a me rievocherà sempre (e soltanto) il celebre brano dei Beatles.

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    1. No, insisto: qui la fantascienza non c'entra niente. Si tratta di una storia vera, peraltro successa quasi quindici anni fa... non c'è davvero niente di "fantastico", futuribile. Anche se, in effetti, una vicenda così intima potrebbe essere inserita in qualunque genere cinematografico.

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