lunedì 15 febbraio 2021

NOTIZIE DAL MONDO


titolo originale:
NEWS OF THE WORLD (USA, 2020)
regia: PAUL GREENGRASS
sceneggiatura: LUKE DAVIES, PAUL GREENGRASS
cast: TOM HANKS, HELENA ZENGEL
durata: 118 minuti
giudizio: 


Texas, 1870. Cinque anni dopo la fine della Guerra di Secessione, il capitano Jefferson Kyle Kidd batte le polverose strade dell'immenso stato americano portando notizie agli abitanti dei villaggi più remoti, che altrimenti non avrebbero idea di quello che accade nel mondo. Lo accompagna la dodicenne Johanna, un'orfana indiana in cerca dei suoi zii.





Cominciamo col dire una cosa, purtroppo ovvia: questo film meritava di essere visto sul grande schermo, e il giudizio finale non può non tenerne conto. Non esiste infatti un genere più cinematografico del western, fatto di grandi spazi, campi lunghi, inquadrature dilatate, immense, solitarie...vedere un western in televisione, confinato nelle anguste pareti di una stanza, è come fare un pranzo da asporto invece che al ristorante: inevitabilmente si perdono atmosfera e impegno, e il risultato è tutta una altra storia. Sarà pur vero che ci si abitua a tutto, ma per ora sono ancora in grado di (non) accettare tutto.

A parte questo (che non è poco), Notizie dal mondo mi è comunque piaciuto, perfino oltre le mie aspettative. La presenza di Tom Hanks mi faceva presagire un polpettone melenso e sentimentale oltremisura, in cui l'afflato western si disperdeva nei rivoli di una storia accomodante, genuflessa sull'altare del pubblico medio. Invece no, per fortuna. Sarà che il film era stato in origine pensato per il cinema, sarà che a dirigerlo c'è un regista inglese (Paul Greengrass), capace di rileggere la storia americana con occhio distaccato e lontano dall'epicità classica del genere, fatto sta che al netto qualche inevitabile sdolcinatezza di fondo ci troviamo di fronte a una pellicola molto più profonda e complessa di quello che sembra.

Tratto dal romanzo omonimo di Paulette Jiles, Notizie dal mondo è ambientato nel 1870, nel selvaggio Texas: sono passati cinque anni dalla fine della guerra civile, i grandi stati del Sud hanno perso e la gente perlopiù fa la fame. Fatta l'America, c'è da fare gli Americani: la nazione è di nuovo unita sotto la stessa bandiera ma le differenze sociali e culturali sono enormi. La popolazione è quasi del tutto analfabeta, oltre che stremata. La schiavitù è stata abolita ma il classismo rimane, così come l'odio e la diffidenza verso tutti coloro che sono "diversi": negri, indiani, messicani, immigrati... per non parlare di quelli che prima della guerra erano borghesi benestanti e ora si trovano ad aver perso tutto, incattiviti e frustrati, incapaci di provare alcun senso di solidarietà e nazionalismo.

In questo contesto, un uomo non più giovane percorre in lungo e in largo le polverose strade del Sud praticando un mestiere strano e ben poco redditizio: lui si chiama Jefferson Kyle Kidd, è un ex tipografo che in tempo di guerra si è saputo distinguere nell'esercito confederato fino a diventare capitano, per poi riciclarsi dopo il conflitto in un precursore dell' "anchorman" moderno. Kidd infatti vaga di villaggio in villaggio leggendo le notizie agli abitanti del posto ("per chi ha voglia di sentirle e dieci centesimi da spendere...") che altrimenti non avrebbero idea di ciò che accade oltre il proprio naso. Kidd legge le notizie dei quotidiani: a volte drammatiche, a volte buffe, a volte curiose, con l'intento di restituire un po' di speranza e partecipazione in quella gente, altrimenti confinata ai margini della civiltà. 


Succede però che durante uno spostamento Kidd s'imbatte in una ragazzina bionda impaurita e disperata, Johanna, rimasta orfana due volte: anni prima gli indiani le hanno sterminato la sua famiglia d'origine (tedesca) poi a sua volta i soldati sudisti hanno ucciso gli indiani che l'avevano adottata. Infine, il funzionario statale (negro) che avrebbe dovuto accompagnarla da quel che resta della famiglia (una coppia di zii inariditi e semi-selvaggi) è stato barbaramente impiccato per odio razziale. A Kidd non rimane quindi che farsi carico della piccola, prendendola con sè in un viaggio della speranza che li porterà da Wichita fino ai confini con il Messico, attraverso strade impervie e pericolose nonchè in città spopolate in cui comandano bande di predoni senza scrupoli.


Non ci vuole molto a capire che per Greengrass l'America del tardo '800 non è poi molto diversa dall'America post trumpiana di oggi: una nazione sterminata ma disunita, imbruttita dal razzismo e priva di identità, piena di contraddizioni, dilaniata dal malcontento popolare, che abbraccia falsi miti (la figura del "guru" che Kidd e Johanna incontrano in una strana comunità, autoproclamatosi presidente, editore, giurista e uomo d'affari, è una metafora fin troppo esplicita dell'ex presidente-miliardario appena schiodatosi dalla Casa Bianca), che si professa culla della democrazia ma che in realtà poggia le sue origini sulla violenza. Il personaggio di Kidd è l'emblema di un popolo spaesato che cerca, senza trovarli, una parvenza di benessere ed equità sociale. Non solo: la figura del "messaggero" che legge le notizie (ma solo quelle che vuole lui, in base agli umori della platea) offre una non banale riflessione sul ruolo dei giornali e dell'informazione, valida esattamente oggi come allora.

Il film non è perfetto (soprattutto per colpa di una sceneggiatura non proprio a prova di bomba: non si capisce, ad esempio, come mai Kidd  - spoiler! - non abbia raggiunto sua moglie subito dopo la guerra, prima che morisse di colera) ma si distingue comunque per restituire uno sguardo classico ma non banale su una pagina di storia mai troppo battuta dal cinema americano, che notoriamente non ama troppo sputare sulla sua storia (sarà per questo che è stato totalmente ignorato ai Golden Globes?). Hanks si difende bene interpretando la figura di un uomo sconfitto ma fiero, che ha compreso i valori dell'inclusione e della solidarietà, ma molto più brava di lui è la giovanissima Helena Zengel, appena dodicenne, che recita con il piglio e la classe di un'attrice navigata. Ne risentiremo parlare.

12 commenti:

  1. Paolo Erbaverde ha scelto il Western revisionista per parlarci dell'America (e del mondo) di oggi, devo dire che mi è piaciuto parecchio malgrado qualche passaggio logico forse rimasto tra le pagine del libro da cui è stato tratto, la coppia di protagonisti funziona davvero alla grande. Cheers

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    1. Anch'io ho trovato qualche incongruenza nella sceneggiatura (il personaggio della moglie... non si capisce bene perchè lui non è tornato da lei) però concordo: nel complesso è un buon film con ottime interpretazioni. Hanks gigioneggia meno del solito, la ragazzina è bravissima (e la nomination ai Golden Globes davvero meritata)

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  2. Mi è piaciuto molto, Hanks è sempre una garanzia e la ragazzina è bravissima. Struggente ma non melenso, credo piacerà anche ai non appassionati del genere tipo me :)

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    1. Infatti. Malgrado l'atavica repulsione al western del genere femminile (scherzo!! :D ) questo è un film che può piacere davvero a tutti...

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  3. Adoro il genere western quindi lo vedrò di sicuro, grazie della tua bella recensione!

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    1. Grazie a te! Quando lo avrai visto se vuoi ne riparliamo :) a presto!

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  4. Anche io mi ero preparata a una mazzata sulle gonadi ma per fortuna, tra la storia, gli interpreti e le splendide immagini, mi sono goduta un film superiore alle mie aspettative.

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    1. Idem. La cosa curiosa (ma forse neanche tanto) è che gli ultimi western di un certo rilievo usciti al cinema sono diretti da registi non americani (questo e - mi viene in mente - The sisters brothers di Audiard) come se il genere western venisse sempre più usato per fare un parallelismo con gli Stati Uniti di oggi, visti con uno sguardo esterno...

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  5. Sono tornato. Purtroppo ho avuto problemi al pc e
    non ho letto le tue ultime recensioni ma le recupererò. Questo film però l'ho visto e l'ho apprezzato perchè amo il western e amo anche Tom Hanks che è un attore davvero versatile.
    Un abbraccio e buona giornata.
    Mauro

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    1. Bentornato Mauro!!
      In effetti cominciavo a preoccuparmi... ;)
      Scherzo, ma non troppo: immaginavo che avessi avuto problemi, spero che ora sia tutto a posto: sei il mio lettore più fedele!
      Ricambio l'abbraccio e, ovviamente, aspetto i tuoi pareri!
      Buona serata.
      Sauro

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  6. La prima volta che ho letto la trama la mente mi è scorsa indietro all' Uomo del Giorno Dopo di Kevin Costner, con l'eroe di guerra che riaccende la speranza alla nazione portando notizie positive. In fondo anche quello era un western, seppur di fantascienza. Questo però non l'ho ancora visto, mi puoi dire se la mia sensazione è giusta?

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    1. Guarda, ti dirò che quando ho letto per la prima volta la trama di "Notizie dal mondo", senza sapere nulla del film, ho pensato proprio a "L'uomo del giorno dopo"! Qua la mano, quindi! Poi, vedendo il film di Greengrass, in effetti si capisce che le due pellicole sono molto diverse, tuttavia non c'è dubbio che il western (classico o futuribile che sia) ha degli stilemi imposti che lo caratterizzano rispetto a qualsiasi altro

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