mercoledì 21 aprile 2021

CAREY MULLIGAN, LA NUOVA "LADY VENDETTA" CHE NON AMA(VA) APPARIRE...


A volte nel cinema il grande successo arriva quasi tuo malgrado, anche se hai passato una vita intera a rifuggerlo.. è quello che è successo alla brava Carey Mulligan, biondina inglese poco appariscente (per sua scelta) che con il magnifico ruolo di Cassie in "Una donna promettente" è diventata ormai popolarissima anche per i cinefili non assidui. Arriverà anche quel benedetto Oscar, finora sempre sfiorato? Chissà... lei comunque, per non smentirsi, si nasconde e guarda avanti: ma d'ora in poi le sarà davvero difficile scendere in strada passando inosservata...

 

Durante le riprese di Non lasciarmi veniva scambiata (come lei stessa ammette, divertita) per "l'assistente di scena di Keira Knightley". E certo non si può dire che Carey Mulligan sia una tipa che buca lo schermo: biondina minuta, trucco acqua e sapone, carattere non certo esuberante... insomma, una che se la incontri per strada difficilmente ti volti per guardarla. Eppure questa (ancora) giovane inglesina (è nata a Londra nel 1985) sul grande schermo ci sa fare eccome: e se scorrete la sua filmografia vi accorgerete che è stata eccellente interprete di pellicole tutt'altro che commerciali e decisamente non convenzionali, a testimonianza di scelte professionali programmate e in linea con una carriera impegnata, costruita senza inseguire mai il successo facile.

Ma andiamo con ordine: Carey Mulligan debutta artisticamente nel 2005 in Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright, non disdegnando (senza puzza sotto il naso) diverse apparizioni in serial televisivi britannici. Nel frattempo studia recitazione sperando nella chiamata della vita da parte della grande Hollywood. Chiamata che arriva (quasi) puntualmente quattro anni dopo, nientemeno che da un gigante come  Michael Mann che la scrittura per il suo Nemico Pubblico. E' l'occasione che potrebbe valere una carriera, eppure accade quello che non ti aspetti: la ragazza appare disorientata nella "mecca del cinema", e decide coraggiosamente di ripiegare sui circuiti alternativi legati alle produzioni indipendenti: ed ecco che arrivano allora i ruoli in Brothers di Jim Sheridan e nel già citato Non Lasciarmi di Mark Romanek.

A volte il coraggio paga. La Mulligan è brava, molto brava, e diventa subito una piccola icona del cinema indie. Ma per la svolta della carriera è costretta a rientrare in patria e affidarsi a una regista danese, Lone Scherfig, che la scrittura per il suo An education, costruendole un ruolo che sembra scritto apposta per lei: quello di una giovane studentessa di provincia che si invaghisce, ricambiata, di un fascinoso dandy della Londra-bene che la fa crescere... molto in fretta, mettendo in subbuglio la benpensante società britannica degli anni '60. E' il ruolo che le vale svariati premi in patria e fuori, coronati dalla prima prestigiosa nomination all'Oscar.

Logico che lasciare fuori Hollywood dalla propria vita adesso è parecchio più difficile. Però la Mulligan resta con la testa ben salda sulle spalle, selezionando copioni adatti alle sue corde e senza svendersi allo star-system. Arrivano così film come il cupo (ma affascinante) Drive di Winding Refn e, soprattutto, Wall Street-Il denaro non dorme mai di Oliver Stone. Il film in realtà fa schifo, ma sul set nasce la dirompente passione con il protagonista Shia LaBeouf: la storia d'amore durerà poco ma, sempre con parole sue, 'varrà molto la pena di essere vissuta'.

Oggi Carey Mulligan è considerata una delle migliori attrici under-40 al mondo. Il suo nome è sinonimo di professionalità, bravura, fascino e competenza. Eppure per il grande pubblico resta ancora una di quelle "prezzemoline" di cui non ti ricordi mai il nome...  perfino anche quando Baz Luhrmann la vuole a tutti i costi per interpretare Daisy Fay nel remake de Il Grande Gatsby, accanto a un mostro sacro come Leonardo di Caprio. Lei non se ne cura e va avanti per la sua strada, che ormai è quella del cinema d'autore: recita per Thomas Vinterberg in Via dalla pazza folla, poi per Sarah Gavron in Suffragette e nel cupo Mudbound di Dee Rees. Ma soprattutto la vediamo in A proposito di Davis dei Fratelli Coen, dove sul set incontra il musicista Marcus Mumford: sarà amore a prima vista...

La storia con Mumford andrà a gonfie vele: i due si sposeranno nel 2012 e dall'unione nasceranno due pargoli, Evelyn Grace e Wilfred, che terranno mamma Carey lontana dal set per quasi un lustro. Il rientro, manco a dirlo, è in punta di piedi: il regista Simon Stone la vuole con sè ne La nave sepolta, film d'avventura di stampo british insieme a Ralph Fiennes. E poi... beh, poi accade l'impensabile: la coetanea Emerald Fennell, finora conosciuta solo come interprete di Camilla Parker Bowles in The Crown, decide di diventare regista debuttando con un film dalla trama apparentemente folle. Il titolo è Una donna promettente, lo dovrebbe interpretare Margot Robbie ma la diva americana, letto il copione, decide che non fa per lei e si limita a produrlo. La scelta cade allora su Carey Mulligan, e il resto è storia...

Non so se Carey Mulligan vincerà l'Oscar per Una donna promettente, certo è che da ora in avanti sarà molto, molto difficile scordarsi di lei, perchè il ruolo della perfida vendicatrice Cassie, paladina delle donne sole, abbandonate e violentate dalla stupidità maschile, le si appiccicherà addosso per sempre. E vedrete che nessuno la scambierà più per un'assistente di scena...

 

6 commenti:

  1. Sai che all'inizio non l'avevo riconosciuta? Un attrice che mi è sempre piaciuta e se vince o non vince continuerà a piacermi, comunque il film devo ancora vedere ;)

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    1. Ma sì, infatti: che c'importa dei premi? I premi servono per far discutere, per vendere giornali e fare visualizzaioni, ed è giusto così. Ma poi quello che conta è il talento, la stima e la nostra ammirazione verso questa bravissima attrice :)

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  2. e da non dimenticare l'interpretazione di Carey in "Shame", del grande Steve McQueen

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