lunedì 26 aprile 2021

L'OSCAR DELLA RIPARTENZA




In una cerimonia molto "soft", che per stile e scenografia ha ricordato quelle degli anni '30 (quelle della "golden age" hollywoodiana), con le star attorno ai tavolini in un'atmosfera decisamente sobria e confidenziale, l'Oscar 2021 scivola via fluido ma non senza qualche sorpresa: vince Nomadland, com'era prevedibile, ma la statuette a Frances McDormand e a Sir Anthony Hopkins non erano affatto scontate, mentre Chloe Zhao è la seconda regista donna nella storia a portarsi a casa il premio, oltre a quello vinto come produttrice... ma aldilà dei premi, la vera notizia è che il cinema è ancora vivo e vegeto e pronto a ripartire, nonostante un'annata terribile che poteva metterlo a tappeto. La speranza è che ora si possa tornare in sala senza ulteriori chiusure e rilanciare un settore che ha sofferto tantissimo. Non potevano esserci migliori parole di quelle di Frances McDormand per guardare con fiducia al futuro:

"Cercate questo film e andate a vederlo sullo schermo più grande possibile... andate al cinema!"


   
i produttori di "Nomadland", miglior film dell'anno
E' stata una cerimonia placida ed elegante, senza eccessi e sensazionalismi: la 93. Notte degli Oscar si è svolta in presenza e con i protagonisti seduti al tavolo, come agli albori del premio, in un'atmosfera cordiale quasi a voler far passare un messaggio di unione e condivisione. Perchè, inutile nasconderlo, quello che più conta dell'Oscar 2021 è proprio il fatto che si sia svolto, che i film siano usciti e che ora il pubblico possa andare a goderseli seduto nel buio di una sala cinematografica. E' stata infatti la notte della speranza e della ripartenza, del ritorno al cinema dopo un anno terribile che poteva metterlo a tappeto, e non era affatto scontato. E tutto sommato è stata un'edizione perfino lusinghiera: nonostante infatti gli innumerevoli titoli "congelati" causa pandemia e rimasti in magazzino, il palmarès di quest'anno è comunque di assoluto rispetto a conferma della vitalità di un settore che sopravvive nonostante tutto.

una scena di "Nomadland
Vince Nomadland, e non poteva essere    che così in un'annata dominata giocoforza dal cinema indipendente (che ha sopperito ai blockbuster hollywodiani rimasti in standby). In realtà la pellicola   diretta e prodotta da Chloè Zhao è molto meno indie di quanto si possa pensare: film elegante e ruffianissimo, distribuito da un colosso come la Disney e finanziata da un altro colosso come Amazon, la cui promozione è stata massiccia e studiata a tavolino. Nomadland ha infatti partecipato a tutti i festival cinematografici d'autunno (ha vinto - ricordiamolo - il Leone d'oro a Venezia) ed è stato scientificamente segnalato a tutte le "guild" del settore. Il premio al miglior film è apparso scontato, così come quello per la regìa (la Zhao è la seconda donna della storia - dopo Kathryn Bigelow - a vincere l'Oscar come regista). Molto meno scontato invece quello alla sua grande protagonista, Frances McDormand, che vince per la terza volta la statuetta come miglior attrice protagonsita eguagliando Ingrid Bergman e Meryl Streep (e a un passo dal record assoluto di Oscar - quattro - detenuto dalla leggendaria Katherine Hepburn).

Anthony Hopkins in "The father"

La McDormand si è presentata sul palco secondo il suo stile: schiva, spettinata, casual, di pochissime parole ma pesanti. Ha invitato gli spettatori ad andare al cinema ("cercate di vedere questo film su uno schermo più grande possibile...") ed ha ululato alla luna in omaggio a Michael "Wolf" Snyder, un tecnico del suono morto durante le riprese. Non è stato l'unico momento commovente della serata: il regista Thomas Vinterberg ha ritirato il premio (meritatissimo) per il miglior film internazionale, Un altro giro, dedicandolo con la voce rotta dell'emozione alla figlia deceduta pochi mesi fa in un incidente d'auto (e che avrebbe dovuto essere la protagonista della pellicola). E la commozione avrebbe potuto essere anche maggiore se l'Academy, con scelta discutibile, non avesse celebrato nel consueto "rullo" le celebrità scomparse durante l'anno, liquidandolo però in due minuti scarsi e dedicando alle vittime solo qualche brevissimo fotogramma (e non rendendo affatto giustizia a personaggi come Ennio Morricone, Sean Connery, Max Von Sydow, Kim Ki-Duk e Chadwick Boseman).

Già, proprio quel Chadwick Boseman la cui mancata vittoria è stata l'unica vera sorpresa della serata: dato per sicuro vincitore un po' da tutti, in virtù perlappunto dell'ondata emotiva successiva alla sua morte per malattia, per il protagonista di Ma Rainey's Black Bottom non c'è stato il trionfo annunciato... ha vinto invece un'autentica icona di Hollywood, l'immenso Sir Anthony Hopkins, che a 83 anni suonati e al suo 82.mo film (The Father, premiato anche per la sceneggiatura) conquista il suo secondo Oscar ventinove anni dopo quello ottenuto per Il silenzio degli innocenti (in cui recitava - record ancora imbattuto - per soli 16 minuti). Hopkins era talmente sicuro di NON vincere che non solo non è andato a Los Angeles ma nemmeno si è fatto vedere in collegamento... ha ringraziato su Instagram solo qualche ora più tardi con un breve videomessaggio: tipica sobrietà "british". Completano il quartetto dei premi agli attori le due statuette assegnate ai non protagonisti: a Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah e alla 73enne Yoon Yeo-Jeong per Minari, che percula amabilmente l'Academy per la cattiva pronuncia del suo nome coreano...

Emerald Fennell, in dolce attesa e premiata per "Una donna promettente"    
Dispiace invece, ma era del tutto previsto, per la scarsa considerazione ricevuta da Promising young woman, pellicola per la quale tifavo spudoratamente (e ben consapevole che non avrebbe avuto speranze concrete di vittoria). In ogni caso la statuetta per la miglior sceneggiatura originale vinta dalla sua regista, Emerald Fennell, è un prestigioso e meritato riconoscimento per questa folgorante opera prima che può ben definirsi il primo vero "cult" di inizio millennio. Dispiace soprattutto per la sua splendida protagonista, Carey Mulligan, in corsa come miglior attrice e che, come spesso accade agli Oscar,  ha purtroppo scontato l'effetto-trascinamento per il miglior film che ha finito per avvantaggiare la McDormand. Ma per la bella Carey resta comunque la soddisfazione per aver dato vita a un personaggio che, potete starne certi, Oscar o non Oscar sarà ricordato a lungo.

Laura Pausini
Infine, dolenti note per l'Italia. Ma se la sconfitta di Pinocchio nelle categorie tecniche (trucco e costumi) era prevedibile, pur se ingiusta (gli abiti di Massimo Cantini Parrini e il make-up di Dalia Colli, Mark Couler e Francesco Pegoretti erano molto più belli di quelli di Ma Rainey's Black Bottom) stupisce invece quella di Laura Pausini e Diane Warren nella categoria della miglior canzone originale. Intendiamoci, per me è giusto così: trovo la Pausini una cantante mediocre e sopravvalutata, e la sua canzone "Io sì (Seen)" francamente brutta, di sicuro la peggiore tra le cinque in gara, ma dopo la conquista del Golden Globe le aspettative erano indubbiamente ben altre... ha vinto invece l'hip-hop di "Fight for You", colonna sonora di Judas and the Black Messiah cantata dall'artista statunitense H.E.R, molto stupita per il successo insperato.

Infine, uno sguardo alle altre categorie, con i premi tecnici distribuiti un po' a pioggia a tutti gli altri film: meritati i due a Mank (scenografia e fotografia) e quelli a Sound of Metal (sonoro e montaggio), altrettanto quello a Tenet per gli effetti speciali (unica categoria in cui concorreva il deludente film di Christopher Nolan). Scontato quello a Soul per l'animazione (ennesimo Oscar per la Pixar) e anche quello allo zuccheroso Il mio amico in fondo al mare come miglior documentario (la storia di un polpo che diventa amico di un sommozzatore) che batte l'impegnato Collective (di sicuro più meritevole). Soul vince anche l'Oscar per la miglior colonna sonora. Appuntamento al prossimo anno!

 

TUTTI I VINCITORI


MIGLIOR FILM: NOMADLAND (DI CHLOE ZHAO)



MIGLIOR REGIA: CHLOE ZHAO (NOMADLAND)



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: FRANCES McDORMAND (NOMADLAND)



MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: ANTHONY HOPKINS (THE FATHER)



MIGLIOR ATTORE NON PROT.: DANIEL KALUUYA (JUDAS AND THE BLACK MESSIAH)

 
 
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: YOON YEO-JEONG (MINARI)


MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE: ANOTHER ROUND (UN ALTRO GIRO) DI THOMAS VINTERBERG (DANIMARCA)


MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: EMERALD FENNELL (PROMISING YOUNG WOMAN)
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: CHRISTOPHER HAMPTON, FLORIAN ZELLER (THE FATHER)
MIGLIOR FOTOGRAFIA: MANK
MIGLIOR SCENOGRAFIA: MANK
MIGLIOR MONTAGGIO: SOUND OF METAL
MIGLIOR COLONNA SONORA: SOUL
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE: "FIGHT FOR YOU" (JUDAS AND THE BLACK MESSIAH)
MIGLIOR SONORO: SOUND OF METAL
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: TENET
MIGLIORI COSTUMI: MA RAINEY'S BLACK BOTTOM
MIGLIOR TRUCCO: MA RAINEY'S BLACK BOTTOM
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE: SOUL
MIGLIOR DOCUMENTARIO: IL MIO AMICO IN FONDO AL MARE


12 commenti:

  1. Mi sembra che,a parte per qualche (sorprendente) eccezione,ci hai preso alla grande!
    Per quel che mi riguarda spero di poter seguire presto il consiglio della Mc Dormand e poter vederne qualcuno, per adesso sono fermo ad un titolo ,visto, ca va sans dire,su grande schermo.
    Saluti

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    1. Diciamo che quest'anno i pronostici non era difficili come altre volte... la vittoria di "Nomadland" era fin troppo annunciata.
      Tra l'altro, "Nomadland" è un film da vedere assolutamente al cinema: i suoi grandi spazi, i panorami mozzafiato, le riprese in campo lunghissimo sono prerogative tipiche della visione in sala. Auspichiamoci dunque una vera ripartenza: io voglio crederci!

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  2. Non ho visto Nomadland, ma sull'Oscar alla McDormand metterei la mano sul fuoco. Attrice immensa.
    Un saluto.
    Mauro

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    1. Infatti. Io tifavo per la Mulligan, ma come si fa a contestare un verdetto così? Immensa Frances.

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  3. "Cercate questo film e andate a vederlo sullo schermo più grande possibile... andate al cinema!"

    Giusto ieri mi è arrivata la mail del piccolo cinema d'essai che probabilmente non riaprirà fino alla stagione estiva, quando potrà (solo se toglieranno il coprifuoco, ovviamente) usufruire dello spazio all'aperto.
    Il multisala, probabilmente, SE riaprirà, lo farà quest'autunno inverno, e sempre che dopo gli stravizi estivi non arrivino di nuovo zone rosse ecc.

    Insomma, bella cerimonia, belli gli Oscar, ma onestamente sono un po' abbattuta visto che non potrò vedere nulla di tutto questo al cinema e mi perderò anche tutti i film che usciranno in seguito.

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    1. Io credo che quasi nessun multisala riaprirà a breve, non tanto per il coprifuoco quanto per il divieto di vendere cibo all'interno delle strutture: è risaputo che una buona fetta degli incassi di questi "colossi" deriva proprio dalla vendita di popcorn, patatine e bibite, di solito pagati a peso d'oro. Diversa la situazione dei cinema d'essai: quelli più piccoli, con pochi dipendenti o a conduzione familiare hanno meno costi e potrebbero provare a riaprire. Ovviamente tutto dipenderà dalla curva dei contagi: se tra qualche settimana si tornerà "rossi" o "arancioni" addio riaperture... almeno fino a quando non avremo i vaccini (che negli Stati Uniti non mancano)

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  4. Spiace per Carey, ma sai come la penso, speriamo solo che ritorni presto e che un giorno lo possa vincere ;)

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    1. Eh, speriamo. Lo spero per lei. Ma per un'attrice NON americana è già di per sè complicato vincere, non so quando avrà un'altra occasione e un film così bello da interpretare... me lo auguro.

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  5. Non sono d'accordo sulle critiche a Nomadland. Io l'ho trovato commovente e sincero, e la Frances come al solito è immensa. Premi meritati per me.

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    1. Non ho detto affatto che Nomadland non è un bel film: concordo con quello che hai scritto, è un film sincero, commovente e con una grande attrice. Ma è anche un film (per me) incredibilmente ruffiano che viene spacciato per "indie" quando invece è finanziato da Amazon e distribuito dalla Disney. Niente di male, ci mancherebbe, ma secondo me c'erano titoli più meritevoli. E comunque... il "santino" ad Amazon resta parecchio difficile da digerire.

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    2. Neanche con un kilo di citrosodina

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    3. @Bela: vero? ;) altro che citrosodina...

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