lunedì 19 aprile 2021

UNA DONNA PROMETTENTE

titolo originale: PROMISING YOUNG WOMAN (USA, 2020)
regia: EMERALD FENNELL
sceneggiatura: EMERALD FENNELL
cast: CAREY MULLIGAN, BO BURNHAM, CHRIS LOWELL, ALISON BRIE
durata: 113 minuti
giudizio: 



Cassie ha trent'anni e una laurea in medicina, vive ancora con i genitori, non ha uno straccio di fidanzato e lavora in uno squallido bar di quartiere. Era una giovane donna promettente, ma ora sembra non avere più alcun interesse per il suo futuro. Il suo unico, singolare passatempo è quello di fingersi ubriaca nei locali notturni per essere abbordata da uomini viscidi e senza scrupoli, per poi vendicarsi di loro in un modo assolutamente originale...




Potrebbe diventare, senza esagerazione, il primo vero cult-movie di questo millennio. Per un motivo molto semplice: Una donna promettente è un film assolutamente originale, che non solo travalica ogni possibile classificazione di genere ma si fa portatore di un messaggio forte, diretto, a mia memoria finora mai esplorato in questi termini da nessun altro cineasta, ovvero il rispetto verso le donne inteso come lotta contro gli stereotipi di una società profondamente sessista e patriarcale come quella americana, qui rappresentata (volutamente) in maniera brutale e grottesca, proprio per farci prendere coscienza di quanto ormai questa mentalità sia radicata nella testa delle persone (e, badate bene, non solo degli uomini).

Che film è quindi Una donna promettente? Una commedia nera? Un thriller femminista? Forse, ma non solo. E non è nemmeno un revenge-movie alla Kill Bill o, peggio ancora, uno splatter rozzo e truculento alla Jennifer Kent. E' piuttosto un film intelligente e scomodo, un amalgama di tanti generi tenuto insieme da una sceneggiatura sorprendente, direi anzi stupefacente per essere un'opera prima (complimenti a Emerald Fennell, autrice di regìa e script) che gli conferisce un senso dell'umorismo acido e tagliente unito a momenti di grande e toccante drammaticità. Non è un film femminista, o quantomeno non è solo un film femminista, ma è anche (soprattutto) un film di denuncia verso tutti quei comportamenti, spesso inconsapevoli, ormai stratificati in una società occidentale che si auto-proclama a parole aperta e progressista, ma che in realtà tradisce retaggi razzisti e prevaricatori non solo verso le donne ma verso i più deboli e i diversi in generale. Una donna promettente va ben oltre la propaganda del #metoo, si avventa contro chiunque chiude gli occhi e si gira dall'altra parte di fronte a un'ingiustizia, o cerca goffamente di giustificarla.

Una donna promettente è (o era) la giovane Cassie, la protagonista del film. Una ragazza bella, intelligente e irrequieta. Una che si è laureata in medicina a pieni voti e che ha (o aveva) davanti a sè un futuro radioso. Ma poi è successo qualcosa (che ovviamente non sveliamo) per cui Cassie ha completamente stravolto la sua vita riducendosi, per sua scelta, a lavorare part time in una lurida caffetteria di quartiere, così che ora la sua più grande motivazione non è quella di fare carriera o fidanzarsi con uomo affascinante ("tutte cose" - dice - "che se volessi ci impiegherei dieci minuti") bensì quella di punire, a modo suo, tutti i maschi depravati che si approfittano delle donne deboli per sfogare i loro istinti carnali...

Per questo Cassie ogni venerdì sera indossa un vestito succinto, si trucca in modo pesante e sceglie ogni volta un locale diverso dove tirare tardi, interpretando il ruolo di una damigella ingenua e disponibile, fingendosi ubriaca fradicia e disposta a farsi rimorchiare da uomini arrapati pronti a sfruttare la ghiotta opportunità per rimediare una notte di sesso non esattamente concordata. Poi però, una volta in camera, Cassie si trasforma in angelo vendicatore (ma non sterminatore) punendo il malcapitato di turno nel  modo più incredibile e inaspettato, senza mai ricorrere alla violenza fisica ma facendogli passare la notte più umiliante della sua vita... emblematica, quasi come una dichiarazione d'intenti, è la scena che fa da prologo al film: vediamo una trionfante Cassie camminare per strada, soddisfatta per l'ennesima "impresa", mentre ingurgita uno stomachevole hot-dog sulle note di "It's raining men" di Geri Halliwell. Una sequenza iconica come il film stesso e come la sua splendida protagonista.


Sarcastica, irriverente, supersexy: eravamo abituati a vedere la brava Carey Mulligan in ruoli sempre drammatici, intensi, spesso dimessi, e invece doveva arrivare all'alba dei trentacinque anni e del suo diciassettesimo film (sarà superstiziosa?) per indovinare il ruolo più cool della sua carriera. Quello per cui, potete scommetterci, resterà impressa nell'immaginario collettivo dei cinefili e per il quale si appresta a concorrere ai prossimi Oscar. Non so se vincerà, certo lo meriterebbe, ma il film è troppo "avanti", troppo scomodo, troppo spregiudicato e fuori dai canoni dell'Academy per avere serie chances di successo. Ma poco male: la sua performance le garantirà per sempre (finalmente) la popolarità e la considerazione che si convengono a una grande attrice (tradotto: non la scambieranno più per la controfigura di Keira Knightley...)

Una donna promettente
è un film che non ha paura di (s)cadere nel politicamente scorretto, ed ha il pregio di riuscire ogni volta a svicolare dai canoni della commedia romantica tradizionale trovando sempre un nuovo colpo di scena in grado di confermare la sua visione pessimistica e poco accomodante della società: una società in cui i giovani stupratori (benestanti) dell'università diventano professionisti irreprensibili e strapagati, in cui gli avvocati difendono i loro assistiti accusati e consapevoli di aver commesso crimini sessuali, in cui le donne mettono la testa sotto la sabbia di fronte a questi crimini e scelgono l'omertà per quieto vivere, perchè così va il mondo... 

E allora tocca alla minuta ma agguerrita Cassie combattere una guerra impari contro il perbenismo e il conformismo, sacrificando affetti, carriera e molto altro per restituire dignità a tutte le donne che non hanno avuto il coraggio o la possibilità di cambiare il loro destino di vittime sottomesse. La missione di Cassie è un viaggio senza paracadute fino alle estreme conseguenze che questa eroina dei nostri tempi malsani sceglie di compiere fino in fondo, in un accumulo di tensione drammatica che trasporta lo spettatore dalle risate sardoniche della prima parte fino a un finale tremendo, catartico, inevitabile, tristemente coerente con i toni della narrazione (e, purtroppo, anche della realtà sociale). Un finale hard-boiled, che ricorda molto per stile ed enfasi quello di Parasite, se possibile ancora più caustico e doloroso ma altrettanto spiazzante, come si addice a un film del genere. Finora, il film più coraggioso, disturbante e coinvolgente della stagione.
  

14 commenti:

  1. Risposte
    1. Per ora, LEGALMENTE, da nessuna parte. L'uscita in sala era prevista per il 29 aprile ma, nonostante l'ultimo decreto legge, la vedo molto difficile. Secondo me se, come spero, porterà a casa qualche Oscar lo potremo vedere in estate nelle arene all'aperto... me lo auguro.

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  2. Aspettavo con ansia la tua recensione. Grandissimo film, sono d'accordo con te: mi ha inquietato e disturbato, ma era quello lo scopo no? La Mulligan è strepitosa, hai ragione te, un ruolo da ricordare!
    Bellissimo pezzo, complimenti.
    Un abbraccio.
    Mauro

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    1. Esatto Mauro. Un film volutamente disturbante, grottesco, che riesce a tirarti fuori emozioni fortissime. La Mulligan è meravigliosa: l'unico "rischio" è che questo ruolo le resti appiccicato addosso per tutta la vita...

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  3. All'inizio mi era piaciuto molto ma più ci pensavo, e più trovavo qualcosa che secondo me non funzionava e alla fine sono passata da un 4,5/5 a 3/5. La Mulligan è fantastica come al solito, su quello sono d'accordo.

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    1. Cos'è che non ti convince, Sonia? Te lo chiedo per approfondire l'argomento: se anche tu ne hai parlato ti vengo poi a leggere...

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  4. Io ti giuro che mi sono commossa e sai che raramente mi capita di piangere vedendo un film. Ma il finale mi ha veramente stesa, avevo una tale rabbia addosso perchè, davvero, è proprio l'unico finale possibile per una storia del genere. Sono d'accordo con te, è un film che rimarrà scolpito nel cuore delle donne. Del mio, almeno, sicuramente.

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    1. Non solo delle donne. Come ho scritto, è un film che (attraverso il personaggio di Cassie) restituisce dignità ai deboli e ai "diversi" in generale. Comunque sono d'accordo con te: le tue sensazioni sono le mie.

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  5. Stupendo! Che peccato non poter vedere al cinema un film del genere!

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    1. Io non perdo le speranze. Vediamo che succede domenica sera: se si aggiudicherà qualche premio importante (attrice, sceneggiatura) secondo me lo fanno uscire. Forse non in sala ma almeno nelle arene estive. Sarebbe sempre meglio che lo streaming.

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  6. L'ho visto in lingua originale sottotitolato: devastante! Dubito che uscirà qualcosa di meglio quest'anno. Per Emerald Fennell un esordio alla regia di altissimo livello.

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    1. Sì, per me è il film dell'anno, specie considerando che si tratta di un'opera prima! Spero davvero che riesca ad arrivare in sala, lo meriterebbe. Incrociamo le dita.

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  7. Secondo me è un po' "bulimico" come film e non riesce a sviluppare bene tutte le trame della sceneggiatura. Però la Mulligan è spettacolare, da sola vale il prezzo del biglietto (o dell'abbonamento)

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    1. Forse sì, mette un po' troppa carne al fuoco... ma a me non ha MAI dato l'impressione di essere un film slegato o inconcludente, anzi. E poi non dimentichiamo che si tratta di un'opera prima! A mio giudizio in questo caso è molto più importante il contenuto della forma, nonchè le emozioni che sprigiona... e sono davvero tante.

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