martedì 18 maggio 2021

SI VIVE UNA VOLTA SOLA

regia: CARLO VERDONE
sceneggiatura: CARLO VERDONE, GIOVANNI VERONESI, PASQUALE PLASTINO
cast: CARLO VERDONE, ROCCO PAPALEO, ANNA FOGLIETTA, MAX TORTORA, MARIANA FALACE, SERGIO MUNIZ
durata: 105 minuti
giudizio: 



Umberto, Amedeo, Lucia e Corrado sono quattro ottimi medici, tanto affiatati sul lavoro quanto disastrati nella vita privata. Tra loro c'è un rapporto di amicizia quasi cameratesco, di cui è spesso vittima Amedeo, il più "puro" del gruppo e per questo bersaglio facile di scherzi feroci. Quando però gli altri tre, per puro caso, scoprono che Amedeo è affetto a sua insaputa da un male incurabile, decidono di organizzare una vacanza in Puglia tutti insieme per affrontare la situazione...




Non ho mai nascosto, in tanti anni che tengo questo blog, la mia simpatia umana e artistica per Carlo Verdone: come dico sempre, vedere un film di Verdone è come avere ospite a cena un vecchio amico, lo fai sempre volentieri a dispetto (anche) dell'evidenza, sebbene il "cinefilo" che è dentro di te sappia benissimo che la stagione d'oro del comico romano è ormai tramontata da un pezzo, e che sono almeno una decina d'anni che Verdone vive di rendita sfornando a cadenze regolari (dettate dai contratti) film nulla più che dignitosi, girati con scarse idee ma molto mestiere. Ma ai fan (me compreso) questo poco importa: siamo tutti legati a Carlo da un affetto sincero, spontaneo, verso un autore che ci ha sempre fatto sorridere con garbo e pacatezza, al cinema come nella vita...

Una premessa d'obbligo per dire che a Verdone gli si perdona un po' tutto, anche quando diventa parecchio difficile. Come nel caso del suo ultimo film, Si vive una volta sola, che, detto senza troppi giri di parole, è una pellicola mediocre, volgarotta e totalmente sbagliata, di sicuro la peggore degli ultimi tempi, per certi versi indifendibile. Una pellicola che sarebbe dovuta uscire al cinema quasi due anni fa, prima che (ufficialmente) la pandemia e la conseguente chiusura delle sale ne rinviassero svariate volte l'uscita. In verità, però, già da tempo si "mormorava" che non sarebbe mai arrivata in sala: le anteprime private per la stampa e i rumori di corridoio facevano presagire quello che poi sarebbe avvenuto, ovvero che sull'onda delle recensioni negative degli addetti ai lavori il film sarebbe stato distribuito solo in streaming per evitare un flop clamoroso. Da qui la decisione della Filmauro di De Laurentiis di cedere i diritti a Amazon (che, per inciso, sta producendo anche una docu-serie proprio su Verdone) ed evitare l'imbarazzo del botteghino.

L'ultimo Verdone vorrebbe essere un'opera corale sulla difficoltà di affrontare il tempo che passa, sul voler rincorrere a tutti i costi una giovinezza perduta (anzi, sprecata) che non può ovviamente ritornare, oltre che rimarcare la difficoltà dei rapporti umani in una società cinica e votata alla vacuità. Umberto, Amedeo, Lucia e Corrado sono colleghi in sala operatoria, amici fuori dall'ospedale e reietti nelle loro vite private, una più disastrata dell'altra. Ognuno di loro è infatti alle prese con le proprie squallide beghe familiari, ma quando tutti e quattro sono insieme la loro complicità è ai limiti del cameratismo, quasi a voler esorcizzare i propri fallimenti personali. Il loro passatempo preferito è la goliardia, ovvero gli scherzi feroci da propinare al prossimo, il cui destinatario è quasi sempre il "povero" Amedeo, il più ingenuo del gruppo, bersagliato ai limiti del bullismo e designata vittima sacrificale.

Verdone giura di non aver mai pensato di rifare un nuovo Amici miei, ma le affinità (o meglio, le intenzioni) con il capolavoro di Monicelli sono evidenti: gli scherzi, il cinismo, la paura d'invecchiare, il voler sfogare sugli altri le proprie frustrazioni, l'ostentata virilità del gruppo per nascondere la propria intima vulnerabilità.

Il problema è che vedendo Si vive una volta sola, mai una sola volta (scusate il gioco di parole) si ha la sensazione di tutto ciò, non esiste infatti una riflessione sulle vite a pezzi dei personaggi, non c'è mai un briciolo di umanità, di empatia, nè un retrogusto su cui ragionare. Sembra che l'unico scopo del film sia quello di mostrare gli scherzi (terribili) subiti da Amedeo, quasi una serie di sketch slegati tra loro sulla falsariga de Le comiche. Ma sono scherzi che non fanno ridere, anzi: si prova che altro pena e stanchezza per il personaggio di Papaleo, e quasi irritazione per una pellicola che per almeno un'ora gira stancamente su se stessa.

Solo nella parte centrale (e solo grazie alla bravura degli attori, Anna Foglietta su tutti) il film comincia ad acquistare senso, diciamo che si torna a intravedere il Verdone malincoMico dei tempi migliori, soprattutto quando comincia il road-movie verso la Puglia e i nodi (cioè la malattia di Amedeo) cominciano a venire al pettine. Ma è un'illusione di breve durata: man mano che ci si trascina verso la fine (tra l'altro con un colpo di scena talmente ovvio, banale e telefonato che, giuro, fino all'ultimo istante ti viene da pregare che non sia vero) il film indugia su che strada prendere, perdendosi in sequenze di dubbio gusto, fini a se stesse, e (quel che è peggio) di una trivialità così sgradevole che mai avevamo incontrato finora nel cinema di Verdone.

Ed è proprio questa la cosa che dà più fastidio, molto più dell'inconcludenza della sceneggiatura: il trash di certe scene, la volgarità tipica dei cinepanettoni, che non si addice al suo regista e nemmeno agli attori che vediamo in scena, gli unici a salvalrsi dal disastro: parolacce, corna, scambi di coppia, epiteti gratuiti... sembra più un film di Neri Parenti che di uno dei più grandi registi della commedia all'italiana. Con la differenza che i film di Neri Parenti sono fatti volutamente così e (dispiace dirlo) per un certo tipo di pubblico che NON è quello di Verdone (e che infatti ci rimane malissimo). La sensazione è quella di un autore senza idee costretto a girare questo film solo per onorare un contratto, e per questo disposto anche a tradire i propri affezionati fan: auguriamoci che sia solo un (brutto) incidente di percorso perchè, davvero, anche al cinema non c'è cosa peggiore del tradimento...

14 commenti:

  1. Imbarazzante, direi. Due stelline fin troppo generose!

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    1. In effetti è proprio brutto, non c'è niente da fare. La seconda stellina è solo per le performance degli attori, tutto sommato dignitose (specie la Foglietta) e, lo ammetto, per simpatia personale verso Verdone... però poco cambia.

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  2. Io non voglio essere impopolare, ma... a una certa credo davvero ci si debba fermare, a patto di non avere DAVVERO qualcosa da dire 😅😅

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    1. Eh... dal punto di vista artistico forse sì. Quando non si ha più niente da dire è bene fermarsi, anche per evitare il rischio di fare brutte figure. Però ci sono i contratti da rispettare e tanti soldi in ballo, sono aspetti che noi ingenui blogger :) non consideriamo ma non certo secondari.
      Poi c'è anche chi, come Woody Allen, continua a fare film per autoterapia, per sentirsi vivo, e allora non mi permetto di dire altro. Ma non mi pare certo il caso di Verdone...

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  3. Da verdoniano di vecchia data sono costretto ad ammettere che è proprio brutto. Forse il suo film più brutto di sempre. Finora potevo dire "il meno bello" ma questo come dici te è davvero indifendibile. Un vero peccato.
    Un saluto e buona serata.
    Mauro

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  4. Anch'io, come sai, sono un fan di Carlo. E quindi sono rimasto male come te, del resto è impossibile salvare questo film. Capisco benissimo quindi la tua delusione, Mauro.
    Ricambio il saluto!

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  5. Io l'ho trovato imbarazzante, però ammiro la tua onestà intellettuale: nella blogsfera i fans spesso sono ultras, tu invece mantieni spirito critico. Complimenti sinceri.

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    1. Fgurati... se non fossi onesto con me stesso non potrei tenere questo blog, non sarei credibile. Queste recensioni saranno dilettantesche ma sono sincere. Grazie per i complimenti comunque :)

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  6. A parte l'alchimia tra gli attori protagonisti e le location, di questo film non si salva veramente nulla. Però è vero, a Verdone gli si vuol bene lo stesso.

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    1. Infatti, condivido. Per quanto il film possa essere sbagliato Verdone rimane sempre, come dicevo, un "amico di famiglia"... impossibile volergli male!

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  7. Deludente, anzi deprimente. Un'ora e mezza buona solo per mostrare chili di pubblicità occulta. Verdone, come sei caduto in basso!

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    1. Deludente sì, senza dubbio. Deprimente no, non esageriamo...
      Quanto alla pubblicità, ce n'è molta, è vero, ma è perfettamente lecita: è proprio tutt'altro che occulta. Oggi i marchi possono sponsorizzare i film purché - perlappunto - siano bene in vista e dichiarati pubblicamente. In piena regola.

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  8. L'ho visto ieri sera e mi sono quasi addormentata, mai visto un Verdone così scialbo! E lo dico con dispiacere.

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    1. Come la tua opinione è condivisa un po' da tutti (me compreso, ovviamente). Auguriamoci che sia solo un incidente di percorso e il buon Carlo torni a regalarci pellicole ben più ispirate di questa...

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