lunedì 28 marzo 2022

L'OSCAR DELLA RESTAURAZIONE

 

Dimenticatevi Parasite, Nomadland e la presunta apertura dell'Academy al cinema "indie": nell'edizione forse più imbarazzante della sua storia (culminata nello schiaffone di Will Smith a Chris Rock, vero momento "scult" della serata) l'Oscar 2022 respinge ancora una volta Netflix e torna indietro di decenni premiando un remake fotocopia come CODA (I segni del cuore, in italiano), ordinario filmetto di buoni sentimenti, disabilità e lacrime al punto giusto, perfetto per una serata mediocre e prevedibilissima come quella di stanotte. Will Smith e Jessica Chastain vincono con le peggiori interpretazioni della loro carriera, mentre Jane Campion si aggiudica la statuetta per la miglior regìa, forse l'unico verdetto sensato di un'annata davvero mediocre per il cinema mainstream. Dispiace anche per Paolo Sorrentino, battuto da Drive my car nella corsa per i film stranieri, verdetto secondo me discutibile (ma so bene di essere tra i pochi che non si sono fatti incantare dal film giapponese...)



La 94. Notte degli Oscar sarà ricordata soprattutto per un fatto increscioso: a causa di una battutina poco felice del conduttore Chris Rock verso la capigliatura di sua moglie, Will Smith si è precipitato sul palco e, forse memore di aver vestito in passato i panni di Muhammad Alì, ha sferrato un manrovescio al collega accompagnandolo espressioni non proprio da galateo ("faccia di m..."). Tutto questo in diretta tv davanti a decine di milioni di telespettatori: un momento di puro scult che è l'emblema perfetto di una serata imbarazzante, forse la più insulsa della storia degli Oscar, non certo sorretta, va detto, da una stagione cinematografica che si è rivelata una delle più mediocri da tanti anni a questa parte.

Il cast di CODA, miglior film dell'anno

Vince infatti CODA (ribattezzato in italiano I segni del cuore, appena trasmesso da Sky), un filmetto-fotocopia di un film francese di qualche anno fa, La famiglia Bélier, tra l'altro non proprio imprescindibile: la produzione americana si è limitata a sostituire attori non-sordi con attori realmente affetti da disabilità (come Marlee Matlin, prima donna sorda a ricevere un Oscar - nel 1987 per Figli di un Dio minore - e Troy Kotsur, che con il premio di quest'anno diventa il suo omologo maschile) senza
nemmeno sforzarsi di inventarsi qualcosa di nuovo, a parte l'attività della famiglia protagonista (agricoltori nell'originale, pescatori nel remake). Per questo il premio alla miglior sceneggiatura (oltre a quelli per il miglior film e miglior attore di supporto) appare veramente come una barzelletta... ma tant'è: CODA è il film perfetto per la "violenta" inversione a U dell'Academy, che dopo una timida apertura nelle ultime due stagioni al cinema indipendente e internazionale, è subito tornato a rinchiudersi a riccio.

Mila Kunis, unica concessione (per fortuna) alla crisi Ucraina

CODA
è infatti il film perfetto per una platea conservatrice e nazionalpopolare: è una pellicola ruffianissima, per famiglie, che fa leva sui buoni sentimenti, inclusiva al punto giusto (si parla di handicap, diversità, discriminazioni sociali) dove tutto però rimane in superficie, senza mai osare davvero. A questo punto, dico io, se proprio si voleva premiare la disabilità non era più giusto far vincere l'anno scorso il ben più profondo Sound of metal?
Chiedo per un amico... Analogamente
anche i premi per le migliori interpretazioni, andati a Jessica Chastain e Will Smith (forse le peggiori della loro carriera) fanno riferimento a due biopic ultraconvenzionali come Gli occhi di Tammy Faye e Una famiglia vincente, che sono pronto a scommettere verranno subito dimenticati a partire da domattina.

Kenneth Branagh, premiato per Belfast

A dire il vero, però, anche quest'anno qualche buon film c'era. Solo che l'Academy li ha respinti quasi in blocco, in quanto non corrispondenti ai suoi canoni abituali di giudizio. E' il caso dello splendido Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson (arrivato al poco invidiabile record di undici candidature a vuoto) mai preso in considerazione e visto dai giurati dell'Oscar quasi alla stregua di un marziano... è andata un po' meglio a Kenneth Branagh, che a 61 anni si è aggiudicato la sua prima statuetta per la sceneggiatura di Belfast (che non sarà un capolavoro, ma rispetto a CODA è Quarto potere!), e meglio ancora è andata a Jane Campion, premiata come miglior regista per Il potere del cane e seconda regista donna negli ultimi due anni a vincere l'Oscar. La Campion era già stata premiata a Venezia nella stessa categoria e si è anche aggiudicata il Golden Globe: possiamo dire che è stato forse l'unico verdetto dignitoso dell'intero palmarés.

Billie Eilish canta la struggente "No time to die"

Erano in molti a considerare Il potere del cane come il vero favorito per l'Oscar al miglior film, prima del... colpo di CODA finale (scusate il gioco di parole, fin troppo facile). Ma il film della Campion è troppo cerebrale, troppo freddo, fin troppo autoriale per scaldare davvero i cuori dell'Academy (e anche il mio: confesso che a livello emotivo non mi ha trasmesso praticamente nulla). Ma soprattutto è un film Netflix, e direi che a questo punto è piuttosto evidente, oserei dire plateale l'ostracismo dell'Academy
verso la piattaforma regina dello streaming: tutti i (bellissimi) film Netflix degli ultimi anni (pensiamo a ROMA, Mank, Il processo ai Chicago 7, Storia di un matrimonio, The Irishman, a E' stata la mano di Dio di Sorrentino) sono stati regolarmente surclassati in sede di premiazione. L'Academy, in uno strano connubio con il Festival di Cannes - mai le due manifestazioni potrebbero essere più diverse - continua ostinatamente ad ergersi come baluardo del cinema in sala. Ma questo atteggiamento, è nella natura delle cose, in futuro dovrà per forza cambiare.

Al Pacino, Francis Ford Coppola e Robert De Niro, trio di giganti

Dispiace perlappunto per il nostro Paolo Sorrentino. E' stata la mano di Dio è stato battuto da Drive my car nella corsa per i film stranieri, ed era prevedibile. Non tanto perchè Drive my car sia davvero più bello del film italiano (sono consapevole di essere in minoranza, ma continuo a pensare il contrario) quanto perchè la pellicola giapponese aveva vinto praticamente tutti i premi di avvicinamento agli Oscar e davvero non era ipotizzabile una sconfitta. Peccato, perchè E' stata la mano di Dio avrebbe meritato miglior fortuna, ma sono sicuro che si rifarà abbondantemente in patria, ai David e ai Nastri d'argento. Come è giusto che sia.

Infine, due parole sugli altri premi. Dune di Denis Villeneuve si è aggiudicato secondo pronostico tutti gli Oscar tecnici (alla fine saranno sei, facendone il film numericamente più premiato) mentre l'altro frontrunner della serata, West Side Story di Steven Spielberg, porta a casa solo la statuetta per la miglior attrice non protagonista (Ariana DeBose. Ma non era più meritevole la brava Kirsten Dunst?). Trionfi annunciati poi per Encanto tra i cartoni (dispiace per Luca di Enrico Casarosa) e per Bille Eilish per la miglior canzone originale (No time to die). Il tutto in una serata piattissima e monocorde, senza alcun momento topico, con molte gaffe (una, davvero brutta, l'aver dimenticato Monica Vitti tra i personaggi scomparsi nell'anno) e la scelta incomprensibile di aver "tagliato" le premiazioni in diretta di alcune categorie minori per motivi di spazio, per poi dilungarsi in uno snervante siparietto introduttivo di quasi mezz'ora parlando del nulla... l'unica speranza per l'anno prossimo è che sarà davvero difficile fare peggio di questo 2022!



TUTTI I VINCITORI



MIGLIOR FILM: CODA (I SEGNI DEL CUORE) DI SIAN HEDER



MIGLIOR REGIA: JANE CAMPION (IL POTERE DEL CANE)



MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: WILL SMITH (UNA FAMIGLIA VINCENTE)



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: JESSICA CHASTAIN (GLI OCCHI DI TAMMY FAYE)



MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: TROY KOTSUR (CODA, I SEGNI DEL CUORE)



MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: ARIANA DE BOSE (WEST SIDE STORY)



MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE: DRIVE MY CAR DI RYUSUKE HAMAGUCHI
(GIAPPONE)



MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: KENNETH BRANAGH (BELFAST)
MIGLIOR SCENEGGIATURA ADATTATA: SIAN HEDER (CODA, I SEGNI DEL CUORE)
MIGLIOR FOTOGRAFIA: DUNE
MIGLIOR SCENOGRAFIA: DUNE
MIGLIOR MONTAGGIO: DUNE
MIGLIOR COLONNA SONORA: DUNE
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE: "NO TIME TO DIE" (NO TIME TO DIE)
MIGLIOR SONORO: DUNE
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: DUNE
MIGLIOR COSTUMI: CRUDELIA
MIGLIOR TRUCCO: GLI OCCHI DI TAMMY FAYE
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE: ENCANTO
MIGLIOR DOCUMENTARIO: SUMMER OF SOUL

13 commenti:

  1. Tutto condivisibile Ps: Vogliamo parlare della bellezza di Luisa Ranieri? Era la più elegante ieri sera!

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    1. Sì, Luisa Ranieri era davvero splendida. Impeccabile. Mentre ho visto tanti vestiti orrendi, sia tra gli uomini che tra le donne... a conferma di una serata davvero da dimenticare.
      Ma la Luisona nazionale era davvero in gran forma!

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  2. Sull'episodio "increscioso"stenderei un velo pietoso, palesemente preparato a tavolino.
    Per il resto mi limito a fare una considerazione, Dune vince sei Oscar ma non è il miglior film...mah

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    1. No, non era affatto preparato a tavolino. Te lo garantisco: l'Academy non tollera certi comportamenti, e un gesto come quello di Smith ha leso l'immagine degli Oscar. Vedrai che in qualche modo gliela faranno pagare.

      Dune ha vinto tutti gli Oscar tecnici, che decretano la qualità ineccepibile della sua confezione. Ma la fantascienza, ingiustamente, viene da sempre esclusa dalle categorie principali

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  3. A questo punto sono curioso di vedere CODA. Ma tu non ne hai parlato? Ho letto opinioni discordanti. Ad ogni modo oggi sui giornali tutti criticano la gestione della cerimonia.
    Un caro saluto e buonanotte.
    Mauro

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    1. Ciao Mauro, la recensione di CODA arriverà prestissimo!
      Stay tuned!

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  4. Film fotocopia, infatti. Avrei preferito Don't look up! Giammai Drive my car o Il potere del cane, pretenzioso l'uno e paraculo l'altro.

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    1. Assolutamente d'accordo. Don't look up qualcosina meritava (visto anche il livello dei concorrenti

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  5. Ne ho visti pochi, ma dei 13 visti Don't look up era il migliore, e nemmeno un Oscar è deludente, per non parlare del resto.

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    1. Don't look up è un signor film, ma è palese che l'Academy rifugge tutto quanto non rientra nei suoi canoni. Le regole le fanno loro e le dobbiamo accettare

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  6. Cerimonia pallosissima una noia mortale. Sai qual è il problema? Che ogni anno gli Oscar sono sempre più imbarazzanti!

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    1. Purtroppo si. Ogni anno sempre peggio... quest'anno la scelta di escludere otto categorie dalla diretta TV (per lasciare spazio a quelle tre galline delle conduttrici

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    2. Non sarò certo io a contraddire un generale...

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