sabato 23 aprile 2022

FINALE A SORPRESA


titolo originale: COMPETENCIA OFICIAL (SPAGNA/ARGENTINA, 2021)
regia: MARIANO COHN E GASTON DUPRAT
sceneggiatura: MARIANO COHN, GASTON DUPRAT, ANDRES DUPRAT
cast: PENELOPE CRUZ, ANTONIO BANDERAS, OSCAR MARTINEZ
durata: 114 minuti
giudizio: 



Lola Cuevas, famosa regista lesbica  e "alternativa", viene scritturata da un anziano filantropo per dirigere un film che lasci un segno nella storia del cinema (!) i cui due attori protagonisti sono acerrimi rivali e caratterialmente agli antipodi. Ai fini della riuscita dell'opera, Lola cercherà caparbiamente di instaurare un feeling tra loro... 




E' già difficile di per sè che una commedia venga selezionata per un festival del cinema (in questo caso la Mostra di Venezia), lo è ancora di più che una di queste commedie risulti intelligente, raffinata, colta e capace di mettere d'accordo pubblico e addetti ai lavori: insomma, un mezzo miracolo (ma possibile, e anche notevole). Al limite, se proprio volessimo trovare un difetto a Finale a sorpresa si potrebbe dire che non è certo il primo film sul metacinema, ovvero il cinema dentro il cinema, il cui vero protagonista è proprio il backstage, cioè quello che (non) si vede dietro la macchina da presa ma che è parte integrante della realizzazione dello spettacolo. La mancanza di originalità non impedisce però all'ultima opera dei registi argentini Mariano Cohn e Gastòn Duprat di essere una delle commedie "adulte" più esilaranti e intelligenti degli ultimi anni, capace oltre che di far ridere di stimolarci riflessioni non banali sul ruolo degli attori, dei registi, dei produttori, e anche su quello della Settima Arte in generale. 

La ricetta di Finale a sorpresa è un canovaccio collaudato ma vincente, da cui sviluppare gag raffinate eppure cattivissime, sfruttando l'empatia fra i suoi tre splendidi interpreti: Lola Cuevas (Penèlope Cruz, strepitosa) è una famosa regista chiamata a dirigere un film su commissione, finanziato da un miliardario filantropo (Josè Luis Gòmez) desideroso di essere ricordato per aver prodotto un film epocale (e fa già ridere così...) ma che è costretta a fare i conti con la coppia di attori protagonisti, due uomini di spettacolo diversissimi tra loro e divisi da una rivalità feroce: il fascinoso Félix Rivero (Antonio Banderas) è un divo di Hollywood narcisista e farfallone, superficiale e donnaiolo, carico di premi ma non altrettanto di talento, che per forza di cose è inviso al "collega" Ivàn Torres (Oscar Martinez), attore teatrale, impegnato, schivo, che disprezza la carriera commerciale dell'altro ma sotto sotto ne invidia il lauto conto in banca...   

La "competizione ufficiale" (come recita il titolo originale, al solito ben più significativo di quello italiano) si manifesta quindi sotto due forme, corrispondenti a due diversi livelli di lettura: uno, il più immediato, ci mostra la concorrenza che esplode tra i due protagonisti, a loro modo simboli di due concezioni artistiche diametralmente opposte. L'altro, ben più sottile e interessante, riguarda invece l'eterna "querelle" tra il cinema commerciale e quello di qualità, tra i blockbuster senz'anima costruiti per far accorrere in sala il popolo "bue" e invece i piccoli film d'essai "due camere e cucina", troppe volte talmente autoreferenziali da non accorgersi della propria spocchia. E, ancora, la messa in discussione del ruolo stesso dei Festival, del valore dei premi (fantastica - spoiler! - la scena in cui la Cruz distrugge in una pressa le varie coppe e trofei vinti in tutta la carriera da Ivàn e Félix) e in generale dell'utilità e del peso specifico della critica cinematografica, qui messa clamorosamente alla berlina.

Un tema, quello della rivalità (nonchè l'invidia, la gelosia, il lato malsano del successo) che i due registi argentini (ma spagnoli d'adozione) avevano già affrontato, o meglio sfiorato, nel loro film precedente, l'anch'esso ottimo Il cittadino illustre, e che in Finale a sorpresa deflagra nella sua accezione più meschina: si ride, e tanto, in questo film, eppure man mano che la storia va avanti il cinismo prende il sopravvento, mostrando allo spettatore il "lato oscuro" dell'arte e i poco dignitosi compromessi produttivi che condizionano più o meno irrimediabilmente ogni opera destinata al consumo del pubblico.

Ma anche senza addentrarsi in analisi fin troppo sofisticate, un film come Finale a sorpresa è comunque meritevole di visione anche per lo spettatore meno smaliziato: non fosse altro che per la verve comica, la leggerezza, l'affiatamento dei tre bravissimi attori protagonisti, visibilmente a loro agio davanti alla cinepresa e felici di divertirsi lavorando insieme. Antonio Banderas e Oscar Martinez gigioneggiano amabilmente e i loro esilaranti, caustici battibecchi strappano l'applauso. Mai comunque quanto la straordinaria performance di Penélope Cruz, qui nel ruolo di una regista lesbica e sciroccata che con i suoi metodi "alternativi" sconvolgerà le certezze delle due star chiamate a lavorare con lei. La Cruz ha vinto la Coppa Volpi per la miglior attrice protagonista all'ultima Mostra di Venezia con un altro film spagnolo, Madres Paralelas di Pedro Almodòvar, ma erano in tanti quelli che sostenevano che l'avrebbe meritata molto di più per Finale a sorpresa, dove recita a briglia sciolta e senza i vincoli del copione. E io sono tra quelli.    

10 commenti:

  1. Si, le premesse nella sinossi di questa pellicola ne fanno veramente un prodotto interessante.

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    1. Sì, una commedia caustica e scorrettissima, che ispira riflessioni: obiettivo centrato!

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  2. Decisamente meglio qua la Cruz, si vede che si sono divertiti.. film piacevole alla fine.. ;)

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    1. Hanno voluto dare un contentino a un film deludente come Madres Paralelas, ma è sotto gli occhi di tutti che qui la Cruz è decisamente più brava

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  3. Anch'io penso che COMPETENCIA OFICIAL valga più di MADRES PARALALES (appesantito dalla politica).
    Banderas, Martinez e la sempreverde Cruz sono strepitosi!

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    1. Assolutamente d'accordo. A Venezia ha pesato la "Noblesse oblige" di Almodovar, ma la prova attoriale della Cruz in questo film è davvero strepitosa!

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  4. Una commedia finalmente intelligente e non volgare piena di significati. Avercene!

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    1. Indubbiamente. Riusciremo mai a vedere qualcosa di simile nel cinema italiano?

      (domanda retorica seguita a frustrazione dopo l'uscita del "nuovo" film di Pieraccioni)

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  5. Fare commedie intelligenti non è così semplice, quindi se questo film riesce nel compito, significa che è di grande valore. Aggiungo all'ormai numerosissima lista dei recuperi.

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    1. Hai detto bene. È un film meritevole ed è un peccato che le commedie vengano sempre poco considerate dalle giurie. Ma aldilà dei premi il suo valore artistico è indiscutibile

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