venerdì 13 maggio 2022

RECENSIONI IN PILLOLE (LA FIGLIA OSCURA/C'MON C'MON/APOLLO 10 1/2)


Il cinema americano non va necessariamente identificato con Hollywood. Anche negli Stati Uniti esiste un cinema indipendente, slegato dalle major, lontano dalle logiche industriali non soltanto dal punto di vista economico ma soprattutto da quello artistico, certo ben più libero e creativo rispetto ai blockbuster degli Studios. The Last Doughter (passato in concorso a Venezia), C'mon C'mon e Apollo 10 1/2 ne sono esempi più che discreti. Due di questi tre film sono targati Netflix, e non è un caso: è ormai un dato di fatto che certi film oggi sia possibile vederli solo grazie alle piattaforme streaming, che al momento (ancora) consentono ai registi di "osare" e sbizzarrirsi, anche in produzioni commercialmente più rischiose.




THE LAST DOUGHTER
(di Maggie Gyllenhaal, USA 2021)


Non è mai facile, per nessuno, tradurre in immagini la prosa articolata di Elena Ferrante, in particolar modo per una debuttante alla regia come Maggie Gyllenhaal. Che però, va detto, se la cava discretamente raccontando questa torbida storia di amore morboso e iper-materno. Film indigesto, sfiancante, eppure allo stesso tempo curioso (almeno per chi non ha letto il libro da cui è tratto, La figlia oscura). Ottima prova della sempre brava Olivia Colman, ma anche la bellissima Dakota Johnson si difende più che bene. Alla fine le atmosfere insalubri del romanzo restano più che altro sulla carta, tuttavia la pellicola si fa apprezzare per impegno e umiltà di approccio. Per essere un'opera prima, merita un'ampia sufficienza.
giudizio: 



C'MON C'MON
(di Mike Mills, USA 2021)


Johnny (Joaquin Phoenix) è un giornalista che gira l'America intervistando bambini e ponendo loro domande sul mondo. Ma quando la sorella Viv (Gaby Hoffmann) gli chiederà di badare a suo figlio mentalmente instabile, per l'uomo comincerà una fase nuova della vita, che lo legherà indissolubilmente al nipotino. Dopo aver vinto l'Oscar con il blockbuster Joker, Joaquin Phoenix torna in scena con un nuovo, piccolo film di indubbio sentimento. Un road-movie intimo e minimalista (forse anche troppo... il budget a disposizione evidentemente non era granchè) capace di farsi manifesto dell'incontro tra due generazioni assai distanti, e dove per una volta il bianco e nero non è fine a se stesso ma necessario per "costringere" lo spettatore a fermarsi a ragionare. Interessante.
giudizio: 



APOLLO 10 1/2
(di Richard Linklater, USA 2022)


Estate 1969: tutto il mondo segue con trepidazione lo sbarco sulla Luna della navetta Apollo 11, con a bordo gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Un evento che cambierà la storia del mondo e che Richard Linklater ha deciso di ricostruire in un originale cartoon d'annata, narrando la vicenda attraverso due punti di vista: quello "universale" degli astronauti e quello personale e innocente di un bambino. Un piccolo gioiello di animazione prodotto da Netflix (l'unica ad aver creduto nel progetto) e firmato da uno dei registi contemporanei più liberi e avanguardisti.
giudizio: 


3 commenti:

  1. Posso solo parlare di C'mon c'mon l'unico che ho visto e che attendevo con speranze che non sono state disattese. Un lungo bla bla bla come lo definisce anche il piccolo Jesse, piccolo attore stupefacente tranne purtroppo per il doppiaggio che gli ha reso una vocetta petulante (spesso) e mono-tono nei momenti in cui sarebbe servita più interpretazione, a tratti pareva più la lettura di un copione senza alcuna sfumatura. Mi piacerebbe sentirlo in originale. Invece l'interpretazione l'ho trovata sorprendente.
    Joaquin in un ruolo che non gli è consono e pare abbia riflettuto non poco prima di accettare l'ho trovato sempre nel pezzo, che debba recitare fuori dalle righe o semplicemente essere un comune zio riesce sempre a dare il meglio, e spesso in questo film a parlare sono i suoi occhi. Il regista che ci ha raccontato la storia del padre dimostrando la sua sensibilità e creatività, ha poi dedicato un film alla madre (che non ho ancora visto), e anche questo pare voglia raccontare un'esperienza autobiografica, quella di genitore, trasformando la sua sceneggiatura in una sorta di fiction, attingendo anche a una sua passata esperienza lavorativa per il MoMA realizzando un documentario in cui i ragazzi della Silicon Valley immaginano come potrebbe essere il futuro tecnologico, ambientale e personale.
    È un film che scava, fa riflettere, commuove e scappa, quando alcune frasi andrebbero scritte. Forse un po' appesantito dalle tante troppe parole, concetti e domande che andrebbero elaborate, è un film che rivedrei magari tra qualche tempo. Non l'ho trovato fiabesco come farebbe pensare il trailer ma uno spaccato di vita che a ritroso porta alla luce drammi, scelte, dolore, crescita.
    L'unica cosa su cui non mi trovo d'accordo con te, perdonami, è quando dici che il bimbo è mentalmente instabile, forse lo trovo un po' eccessivo.
    Il titolo poi è una chiave semplice ma efficace.
    👋

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    1. Hai scritto davvero una bella recensione, che peraltro mi trova abbastanza d'accordo, complimenti! Avrei voluto scrivere più e meglio su questo film ma purtroppo non sto attraversando un gran momento, né creativo né personale. Ti ringrazio quindi per questo commento che impreziosisce un film tutto sommato più che discreto.

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  2. Beh grazie, detto da te lo trovo un bel complimento, ma il recensore sei tu, io mi sono semplicemente limitata a buttar giù qualche pensiero, così, di pancia come faccio sempre.....in bocca al lupo per tutto, scrivere a volte serve ad allontanarsi un po' dal quotidiano, renderci partecipi di storie che non ti appartengono ci fa sentire spettatori ma spesso protagonisti delle stesse emozioni.

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