martedì 31 maggio 2022

TOP GUN: MAVERICK


titolo originale: TOP GUN: MAVERICK (USA, 2022)
regia: JOSEPH KOSINSKI
sceneggiatura: EHREN KRUGER, CHRISTOPHER McQUARRIE, ERIC WARREN SINGER
cast: TOM CRUISE, MILES TELLER, JENNIFER CONNELLY, ED HARRIS, VAL KILMER
durata: 131 minuti
giudizio: 



Trentasei anni dopo, il capitano Pete "Maverick" Mitchell viene richiamato alla sezione Top Gun per istruire e selezionare sei piloti da caccia che dovranno affrontare una "missione impossibile": distruggere un sito di uranio impoverito caduto in mano al nemico e, possibilmente, tornare vivi alla base...



A volte è solo questione di prospettiva. E quello che quasi quarant'anni fa poteva sembrare (e lo era) un film guerrafondaio, nazionalista, oscenamente muscolare, figlio evidente della sua epoca, quasi quarant'anni dopo diventa, con gli stessi ingredienti, una profonda e malinconica ballata sul tempo che passa. Merito di un bravo attore/showman nonchè abilissimo uomo d'affari che, malgrado le ostinate resistenze di (pochi) irriducibili detrattori, ha deciso di rimettersi in gioco affrontando una prova in cui rischiava seriamente di coprirsi di ridicolo, uscendone invece nel migliore dei modi.

Lo voleva a tutti i costi Tom Cruise questo nuovo Top Gun, non esitando a rischiare del suo (soldi e reputazione) rimettendosi nei panni di Pete "Maverick" Mitchell, pilota di aerei da caccia ormai alle soglie della pensione ma sempre caratterialmente insofferente alle regole e alle imposizioni, spirito libero e solitario, una volta asso della cloche e idolo dei compagni di squadra (molto meno dei suoi superiori) e ora disilluso collaudatore di velivoli supersonici costosissimi e superati dal tempo (come lui), che i vertici dell'esercito vorrebbero sopprimere in luogo dei più pratici droni telecomandati. Top Gun: Maverick è soprattutto questo: un'operazione tutta cuore e nostalgia che alterna momenti di adrenalina pura a struggenti passaggi emotivi che fanno riflettere sul valore del ricordo, sull'atavica paura di invecchiare, sulla solitudine e sul desiderio di mettere radici, di garantirsi un posto nel mondo.

Cruise delega la regìa al pur bravo Joseph Kosinski (già autore dei notevoli Tron Legacy e Oblivion) ma è ovvio che è lui il deus ex machina di questo spettacolare omaggio al passato, inteso come strumento riparatore di rapporti umani delicati (vedi il difficile rapporto padre/figlio tra Maverick e Rooster jr.) ove il divo sessantenne riesce nella propria, personale mission: impossible di rendere credibile e non anacronistico un personaggio legato a un'epoca machista e gretta, l'America reaganiana degli anni '80, che ha saputo "riconvertirsi" (redimersi?) senza snaturare se stesso e il suo ingenuo patriottismo. Quella che negli anni '80 era la lotta al nemico giurato comunista oggi diventa una sfida verso i propri limiti (splendida la scena iniziale del volo a Mach 10) e verso l'inquietudine dei tempi moderni, dove il pericolo è più subdolo e meno evidente (nel film, volutamente, non si capisce chi siano i nemici attuali: i terroristi? i talebani? gli iracheni? i... russi di Putin??) e la sensibilità sull'uso delle armi certo molto maggiore...


Top Gun: Maverick
è una pellicola che sa far riemergere ad arte la malinconia nonchè lo spirito giovanile e ingenuo degli anni '80, rifuggendo i toni bellicosi dell'epoca senza però rinunciare all'azione e alle scene di battaglia (più spettacolari che in un videogame), che parte forte sull'acceleratore, si adagia nella parte centrale più sofferta e crepuscolare (toccante il piccolo ma fondamentale cameo di Val Kilmer, divorato dal cancro vero ma gigantesco nella sua presenza iconica) per poi volare altissimo, in tutti i sensi, in un finale cui per quelli come me (quarantenni/cinquantenni o giù di lì) sarà impossibile non commuoversi: del resto gli anni passano ma non certo i ricordi, le facce, i sentimenti, i miti.

Il nuovo Top Gun è un film da vedere assolutamente al cinema, possibilmente su uno schermo gigante e dotato di un impianto audio di ultima generazione: in queste condizioni vi divertirete follemente, tornerete ragazzi, passerete due ore tutte d'un fiato e senza mai guardare l'orologio, vi ricorderete il significato di intrattenimento puro, nel senso più positivo del termine. Gran confezione: le musiche originali di Hans Zimmer (unite al tema "storico" di Harold Faltenmeyer) vi culleranno per tutta la visione (c'è anche Lady Gaga, che canta Hold my hand e probabilmente si garantirà un altro Oscar) mentre gli effetti visivi e sonori saranno capaci di strabiliarvi ancora. I maschietti, poi, si lucideranno gli occhi con la sempre più splendida Jennifer Connelly, il cui ruolo omaggia dichiaratamente la Kelly McGillis del primo film. Insomma, ce n'è quanto basta per correre in sala! Fidatevi. E abbandonatevi ai ricordi...
       

10 commenti:

  1. Condivido, non ha caso abbiamo più o meno la stessa età. L'ho trovato davvero emozionante e malinconico e molto nostalgico, ma in senso buono. Tom Cruise è un attore davvero sottovalutato.
    Un abbraccio e buonanotte.
    Mauro

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    1. Sottovalutato? Uno che ha lavorato con Kubrick, Spielberg, Mann, De Palma, Coppola, Scorsese, PT Anderson, Oliver Stone... chi lo considera un attore mediocre deve farsi vedere, ma da uno bravo!

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  2. Un film con una chiara impronta autoriale, che però è anche un blockbuster e un film d’azione, che utilizza le scene d’azione per far evolvere i personaggi, come bisognerebbe sempre fare in questo genere. Inoltre è anche un discreto manuale su come si possano fare film malinconici, senza fare fotocopie, anche se per 100 minuti buoni questo film è un atto d’amore nei confronti di quello di Tony, lo Scott giusto. La volontà di dire a Padre Tempo, «Non oggi» di Tommaso Missile si traduce in un messaggio chiaro: la vecchia scuola, il vecchio modo di fare cinema dal vero e non davanti ad uno schermo verde è ancora la via da seguire. Tanto di cappello a Tom per aver mandato a segno il “Miracolo numero uno e due” ;-) Cheers

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    1. Grazie per il commento, ho letto il tuo bell'articolo sul tuo blog. Notevole, come sempre. Concordo con tutto quello che hai scritto... e grazie per aver ricordato Tony Scott, cui il film. è dedicato. Io l'ho omesso nel mio pezzo ma la precisazione è doverosa!

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  3. Sempre in gran forma il buon vecchio Tom. Io non sono proprio della tua generazione ma il primo Top Gun mi è comunque rimasto impresso, proprio per il fatto di essere davvero "figlio di un'epoca". E questo sequel ne è la degna conclusione. Concordo in pieno con quello che hai scritto!

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    1. È evidente che Top Gun ha travalicato ogni ostacolo generazionale: in questo sono rimasto stupito dagli incassi (ottimi) del film. Credevo che avrebbe attirato in sala solo un pubblico di nostgici, invece sta piacendo praticamente a tutti... il buon Cruise, come ho scritto, oltre che un bravo attore è anche un uomo d'affari che sarà far bene i suoi conti...

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  4. Tom è come il vino, più invecchia più diventa bono! :D

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    1. Ma dai... saranno due anni che non passi da qui e ora te ne esci con questa "massima"? Mi deludi?

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  5. Non era facile girare un film così malinconico e allo stesso tempo così distante dall'ideologia originale, pur mantenendone inalterata la suspance. Direi un ottimo lavoro.

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    1. Sì, davvero un ottimo lavoro. Che è riuscito incredibilmente (ma poi neanche troppo...) a mettere tutti d'accordo

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