martedì 20 settembre 2022

L'IMMENSITA'


titolo originale:
 L'IMMENSITA' (ITALIA, 2022)
regia: EMANUELE CRIALESE
sceneggiatura: EMANUELE CRIALESE, FRANCESCA MANIERI, VITTORIO MORONI
cast: LUANA GIULIANI, PENELOPE CRUZ, VINCENZO AMATO, ELENA ARVIGO
durata: 97 minuti
giudizio: 




Roma, anni '70. Clara e Felice non si amano più: il loro matrimonio è al capolinea ma non possono lasciarsi perchè la legge e le convenzioni sociali dell'epoca non contemplano il divorzio. Clara sopporta in silenzio solo per il bene dei suoi figli, in particolare di Adri (Adriana), che si fa chiamare Andrea e si comporta in tutto e per tutto come un maschietto... 





Quando un regista si decide a girare il suo film della vita (e soprattutto un film sulla SUA vita) capita spesso, purtroppo, di cadere in ansia da prestazione. Ed è quello che è successo a Emanuele Crialese, che torna dietro la macchina da presa a ben undici anni di distanza dal suo ultimo lavoro, Terraferma, per fissare sul grande schermo la sua difficile storia personale. Una storia ormai nota e resa pubblica al mondo (dopo il passaggio del film in concorso a Venezia) e che, lo dico a scanso di equivoci, merita il tutto il nostro rispetto e considerazione: Crialese, proprio come Adri, il piccolo protagonista del film, ha dovuto affrontare in gioventù un processo di transizione sessuale in un contesto sociale (l'Italia degli anni '70) non esattamente idilliaco.

Logico quindi che il desiderio di affidare alle immagini il suo sofferto coming out gli venisse da dentro, e partisse da un'innegabile sincerità di fondo che ovviamente gli riconosciamo. Peccato però che non bastano solo le buone intenzioni a fare un buon film: pur con tutte le attenuanti e la solidarietà del caso, infatti, L'Immensità rimane un film concettualmente sbagliato, che procede per accumulo sommando via via tanti (troppi) temi oltre a quello base senza però approfondirne nemmeno uno: si parla, oltre che di transessualità, anche del ruolo della donna, di rapporti famigliari, di sanità, di igiene mentale, di politica, di immigrazione, di razzismo e perfino di sindacati, operai e lotta di classe... un menù fin troppo ricco per un'oretta e mezza scarsa di girato, che vanifica con superficialità ogni argomento rendendolo un calderone posticcio e schematico, pieno zeppo di luoghi comuni (il manicomio, le scappatelle del marito, la critica alla società borghese...)

C'è poi anche un altro problema, che però riguarda principalmente il sottoscritto. Ma non posso farci nulla: per indole e esperienze passate, sappiate che ho da sempre estreme difficoltà a relazionarmi con i bambini. I bambini sono "trasparenti", colpiscono dritti al punto, fanno domande senza filtro... e per un carattere non proprio espansivo come il mio il rapporto con essi diventa estremamente problematico. Quindi, per proprietà transitiva, mal sopporto i film con i bambini, specialmente quando sono intrisi (come questo) di un manierismo insopportabile che li rende irritanti, stucchevoli, preconfezionati dall'inizio alla fine. Crialese fa recitare i piccoli interpreti del suo film come se fossero dentro un musical, utilizzandoli in siparietti canori imbarazzanti, che sfiorano il ridicolo involontario. Giuro che dopo la prima scena, cinque minuti dopo i titoli di testa, già volevo abbandonare la sala: si vede Penélope Cruz, la madre, che vestita in pigiama come i suoi figli intona "Rumore" della Carrà mettendosi a ballare sopra letti e tavoli, con i bimbi che le fanno da spalla: c'è chi in questa scena ha visto tanta delicatezza e voglia di ribellione, io ci ho visto solo ruffianeria spicciola. Dipende dai punti di vista.


Non bastano infatti gli intermezzi di Raffaella Carrà, Patty Pravo, Dorelli, Don Backy e Celentano per ricostruire l'Italia bigotta degli anni '70: L'Immensità gioca con il pop ma finisce rovinosamente nel kitsch, non riuscendo MAI una sola volta a raggiungere quel climax drammatico che una storia del genere meriterebbe e scivolando invece più di una volta in metafore senza senso, stemperando ogni tentativo di analisi sociale. Un film che vorrebbe essere intimo e profondo, lieve ma non inconsistente, e che invece finisce per fare solo "Rumore", proprio come la canzone della Raffa nazionale urlata a squarciagola da (quasi) tutti i protagonisti dall'inizio alla fine. Il sospetto è che serva solo per lanciare il film sul mercato spagnolo... peccato.


11 commenti:

  1. Sinceramente non so come si possa dire che questo sia un film ruffiano, nè che si possano odiare i bambini: sono frasi aberranti che mai avrei pensato di trovare su questo blog! Un film può non piacere ma non si possono usare questi termini! Scusami ma sono basita!

    RispondiElimina
  2. Non volevo rispondere al tuo post perché non conosco il film ma soprattutto per il timore di usare parole sbagliate in merito alle confidenze che ci fai . Confidenze, confessioni che credo meritino rispetto e non giudizio perché anche se parli di cinema niente sappiamo della tua sfera privata, del tuo vissuto e del tuo intimo. Ogni tanto apri una "finestra" e fai uscire qualcosa che evidentemente avevi voglia di condividere.
    Detto questo, non sono l'avvocato di nessuno, ma non mi sembra di aver letto che tu odi i bambini, vediamo di essere attenti e non cercare di lapidare qualcuno che sul suo diario sta scrivendo i suoi pensieri. Condivisibili o meno, io che ti leggo ma non ti conosco non ho alcun pensiero negativo su di te, semmai mi hanno toccato queste tue esternazioni che ho avvertito sofferenti.
    Si possono avere pareri diversi sui film e anche accendersi, francamente non sono d'accordo con quanto ho letto. I commenti sono pubblici pertanto ritengo giusto dire la mia.
    Ciao, scusami ma non potevo stare in silenzio.

    RispondiElimina
  3. Allora, vediamo di fare un po' di chiarezza... partendo dal presupposto che evidentemente non mi sono spiegato bene se le reazioni al post sono queste.
    Molto semplicemente: io non odio i bambini! Non sono Erode:) ho solo scritto, e lo riscrivo in maiuscolo, CHE HO DIFFICOLTÀ A RELAZIONARMI CON LORO. Ma non certo per colpa loro: la colpa è totalmente mia! Questo perché ho un brutto carattere, molto introverso, chiuso, non particolarmente espansivo, ed ho ovvie difficoltà di approccio con chi, come i bambini, non usa filtri e ti fa involontariamente domande spesso dirette e scomode, a cui non è facile rispondere. Oltretutto non ho figli, ho solo un nipotino di due anni che non vedo quasi mai, vivo solo e pertanto non posso nemmeno "esercitarmi"... ed è chiaro che quando vedo dei bambini sul grande schermo questo, inconsciamente, mi mette a disagio. Tutto qui. E a me questo film è rimasto indigesto fin dalla prima scena, dove (spoiler!) ci sono una mamma e i suoi figli piccoli che si mettono a ballare sopra i tavoli di casa. Scena che ho trovato estremamente ruffiana e di facile effetto. Mi si dirà che questo disagio è totalmente mio personale e che una recensione non dovrebbe tenere conto del nostro carattere... Forse è vero, però aggiungo:
    1) non sono un critico e, come sanno i miei venticinque lettori, l'emozione è per me il primo metro di giudizio per valutare un film
    2) qualsiasi recensione, anche quelle dei giornali "seri" è comunque scritta in base al gusto personale
    3) questo film non mi è piaciuto, ma non perché ci sono dei bambini bensì per il modo in cui vengono USATI.
    Fine, tutto qui.

    RispondiElimina
  4. "Vediamo di fare chiarezza partendo dal presupposto che evidentemente non mi sono spiegato bene se le reazioni al post sono queste".....
    Beh, direi che di reazioni c'è n'è stata solo una, visto che parli al plurale. Per me era già chiaro quanto avevi scritto e non avevi motivo di dare tante spiegazioni. Ti eri già raccontato diverse volte in particolare ricordo la tua recensione su Hold Henry se non ricordo male.
    Mi è spiaciuto leggere quelle affermazioni visto che si specifica "su questo blog" ed evidentemente chi ha scritto il tuo blog lo conosce. Peccato non abbia letto attentamente, comunque non la reputo una stranezza non avere particolare feeling coi bambini, mi ha infastidito quanto sia stata distorta la tua confidenza e il poco peso che si danno alle rivelazioni personali entrando un po' a gamba tesa.
    Credo che forse il tuo tono a volte possa ingannare chi legge, la tua sincerità può essere scambiata per altro. Non te la prendere 👋

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è un problema, davvero. Lavoro al pubblico da 30 anni è la prima cosa che ho imparato è che "non è il cliente che sbaglia, sei tu che non ti sei spiegato ..". Va benissimo così

      Elimina
    2. Bello quando c'è un chiarimento! Buona giornata 👋

      Elimina
  5. Ahahahah, ho toppato, Old Henry non c'entra niente, mi riferivo alla tua recensione su Sundown 😉

    RispondiElimina
  6. Le parole e gli screzi servono anche per chiarirsi talvolta. Ho capito la tua opinione,ne avevo travisato il significato. E anche se continuo a ritenere che questo non sia un film ruffiano, ti chiedo comunque scusa per quello che ho scritto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non c'è bisogno di scusarsi, lo dico sinceramente. Quando le critiche sono espresse in modo civile le ho sempre accettate, e anche se in questo caso erano rivolte più alla mia persona che al film ho capito che erano dovute a un fraintendimento. Succede, niente di grave. Continua a seguirmi, se vuoi

      Elimina
  7. Premetto che il film non l'ho ancora visto e intendo vederlo nonostante alcune recensioni lette tra le quali la tua.Difficilmente queste letture condizionano la visione che andró a fare ,le emozioni sono soprattutto soggettive ed è interessante un confronto con chi ne scrive o ne ha scritto senza scivolare in diagnosi psicologiche ,che strumentalizzano il recensore/persona ,inventando altri nick che fanno da reagenti per ottenere reazioni!

    Rumore è quello che ascolto ovunque...e su questo concordo in pieno con le tue riflessioni Kris anche su un film che ancora non ho visto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fai bene. Come dico sempre da quando è nato questo blog, le mie stroncature sono solo mie e non voglio assolutamente che facciano da deterrente per andare al cinema, soprattutto di questi tempi: è giusto, anzi sacrosanto che ognuno si faccia la sua opinione senza farsi influenzare da recensori più o meno bravi o popolari. Casomai poi ne parliamo.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...