sabato 5 novembre 2022

AMSTERDAM


titolo originale: AMSTERDAM (USA, 2022)
regia: DAVID O. RUSSELL
sceneggiatura: DAVID O. RUSSELL
cast: CHRISTIAN BALE, JOHN DAVID WASHINGTON, MARGOT ROBBIE, ZOE SALDANA, ROBERT DE NIRO, RAMI MALEK, ANYA TAYLOR-JOY, MICHAEL SHANNON, MIKE MYERS, CHRIS ROCK, TAYLOR SWIFT, ANDREA RISEBOROUGH, CHRIS ROCK, MATTHEW SCHOENAERTS
durata: 134 minuti
giudizio: 



Amsterdam, 1918. Tre ragazzi americani (un medico, un'infermiera e un avvocato) si giurano amicizia e lealtà eterna, qualsiasi cosa accada. Quindici anni dopo però, a New York, la loro unione sarà messa a dura prova da una falsa accusa di omicidio dalla quale dovranno difendersi, e che nasconde in realtà un intricato complotto internazionale... 





Amsterdam,
o di come il politicamente corretto può distruggere una carriera. Perchè è esattamente quello che sta succedendo a David O. Russell, cineasta scorbutico che non girava un film dai tempi di Joy (2015) e che rischia seriamente di non poter più mettere piede a Hollywood dopo il fiasco colossale di quest'ultima, controversa pellicola. E' infatti risaputo che nell'industria cinematografica americana ti perdonano tutto tranne che i soldi persi... così com'è altrettanto risaputo che il regista newyorchese sul set e fuori dal set non sia proprio uno stinco di santo: da anni fioccano accuse a suo carico (più o meno veritiere) di litigi con attori (e soprattutto attrici), abusi psicologici, maltrattamenti, molestie. Comportamenti ovviamente deprecabili ma che non dovrebbero influire sul giudizio artistico dei suoi film, come invece sta puntualmente accadendo.

In sintesi: il benpensantismo hollywoodiano, unito a un esagerato e imperante politically correct  di facciata aspettava al varco Russell per fargliela pagare. E lui gli ha servito l'occasione su un piatto d'argento realizzando un film difficile, complicato, imperfetto, fin troppo ambizioso, di sicuro non adatto al pubblico di massa e quindi già penalizzato in partenza dal punto di vista commerciale: il flop al botteghino era quasi annunciato, oserei dire inevitabile, tuttavia trovo davvero ipocrita definirlo un film orrendo come la critica (soprattutto d'oltreoceano) vuole farci credere. Sono più che convinto che buona parte di queste critiche siano prevenute e dettate dal pregiudizio. E comunque la si pensi su Russell, la trovo in ogni caso una bruttissima cosa. 

Ma di cosa parla quindi Amsterdam? E' difficile anche da spiegare... è tecnicamente un noir, le atmosfere sono quelle, ma è anche una lunga storia di amicizia, di malattia, di abbandono, è fantapolitica (ma nemmeno troppo, anzi), è una riflessione su chi comanda nel mondo, sul delirio dei potenti, un monito contro tutti i totalitarismi. E' insomma tanta roba, che si accumula e in certi casi deborda. E nonostante la durata importante del film (quasi due ore e mezza) alla fine si ha la sensazione che manchi qualcosa, che non tutte le innumerevoli trame siano state sufficientemente sviluppate a dovere. Russell ha cercato di rifare una specie di American Hustle in chiave mistery ambientandolo negli anni '30, ma Amsterdam non possiede la folle genialità del predecessore, nè la capacità di coinvolgere e appassionare in pieno. Ci riesce solo nella prima parte, davvero bella, girata con stile vorticoso, volutamente sempre sopra le righe e retta dalle spalle larghe di un Christian Bale ormai abbonato a ruoli sgradevoli, nel fisico e nell'anima, per poi però afflosciarsi man mano verso la fine, complice una sceneggiatura che, a intuito, deve aver subìto più di qualche ritocco...

E' infatti proprio la scrittura il punto debole del film: Amsterdam appare contorto, ingarbugliato, complesso da seguire, fatto di tante storie e sottostorie (forse) volute per disorientare lo spettatore e affascinarlo con una struttura a scatole cinesi in omaggio al genere. Peccato che poi però nell'ultima mezz'ora il ritmo cala vertiginosamente a causa di una serie infinita di "spiegoni" di trama che non solo fanno crollare tutto il fascino della pellicola, ma rivelano ciò che un noir non dovrebbe MAI mettere in mostra: che, cioè, alla fine l'impalcatura del film è molto più prevedibile e molto meno sconvolgente di quello che appare... la sensazione è che questi "spiegoni" così posticci siano stati imposti dalla produzione, forse timorosa che il pubblico non potesse capire nulla di ciò che sta vedendo (che poi è il bello del noir) e mettendo invece una toppa ben peggiore del buco. Chissà che prima o poi non si scopra la verità, ma intanto il risultato (fallimentare) è purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Eppure, anche al netto dei suoi limiti, considero Amsterdam tutt'altro che un film sbagliato: direi che merita la visione non solo per godersi l'incredibile cast di stelle che lo affollano e che confermano l'indiscutibile abilità di Russell come direttore d'attori (oltre al trio protagonista, Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington, ci sono anche Robert de Niro, Rami Malek, Michael Shannon, Anya Taylor-Joy, Zoe Saldana, solo per citare i ruoli più significativi) ma soprattutto per l'inquietante e sinistramente affascinante risvolto storico che rivela e che non può non far riflettere sull'attualità: in ogni epoca, in ogni guerra, in ogni regime, gli intrighi del potere ci passano sopra la testa e sono mossi non solo da interessi economici, ma spesso e volentieri anche dal delirio di onnipotenza di chi si crede migliore di altri, di chi pensa di essere padrone del mondo e poter tessere impunemente i fili della Storia. E allora, tutto sommato, questo esagerato, folle, bulimico mix di realtà e finzione, politica e fantapolitica, eccentricità e didascalismo, non è poi così insulso come in tanti hanno scritto.

6 commenti:

  1. Io ho trovato mega sopravvalutato anche American Hustle, quindi non so come approcciarmi a questo...

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    1. Per me American Hustle è un ottimo film, che omaggia il cinema americano classico ed è impreziosito da attori importanti. Proprio come questo Amsterdam, che ne è il diretto discendente. Forse (anzi, sicuramente) meno "perfetto" dal punto di vista tecnico ma comunque pieno di ottimi spunti di riflessione

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  2. Non è un brutto film ma devo dire che sono rimasto alquanto indifferente. Non è scoppiata la scintilla, domani lo avrò già dimenticato. Attori bravi, quello sì.
    Buon weekend!
    Mauro

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    1. Non ho scritto infatti che è un film memorabile, ma nemmeno orrendo come certe critiche preconcette hanno sentenziato.
      Buon weekend Mauro, un caro saluto

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  3. Orrendo assolutamente no, pasticciatello purtroppo sì. Più che altro non ho apprezzato granché la deriva "buffa" di una storia vera e anche parecchio inquietante. Per fortuna ci sono dei grandissimi attori che è sempre un piacere vedere sullo schermo!

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    1. Esatto. Aldilà dei difetti oggettivi, le performance dei singoli attori valgono il prezzo del biglietto. Lo stile sarcastico, sempre sopra le righe, è tipico di Russell... in questo senso il film è coerente

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