martedì 22 novembre 2022

THE MENU


titolo originale: THE MENU (USA, 2022)
regia: MARK MYLOD
sceneggiatura: SETH REISS, WILL TRACY
cast: RALPH FIENNES, ANYA TAYLOR-JOY, NICHOLAS HOULT, HONG CHAU, JOHN LEGUIZAMO
durata: 106 minuti
giudizio: 



Una coppia di fidanzati decide di concedersi una cena esclusiva in un ristorante stellato, gestito dal famosissimo e subdolo chef Slowik. Ma la magica serata, in mezzo a tanti commensali celebri scelti personalmente dallo chef, prenderà subito una piega grottesca... 




Quante volte, dopo aver cenato nel vostro ristorante preferito, ricordate i piatti che avete mangiato? E quante volte la dittatura social dei nostri tempi fa sì che si vada a un ristorante di lusso più per fotografare i piatti che per mangiare? Più per "esserci" che per piacere, per apparire anzichè gustare, per status-symbol più che per necessità? Il ristorante, meglio se stellato, come simbolo della lotta di classe: da una parte i clienti facoltosi, dall'altra i cuochi che si fanno il mazzo in cucina preparando portate che poi magari vengono respinte per mero capriccio; da una parte i ricchi, quelli che possono permettersi un menu degustazione a quattro zeri, dall'altra i poveracci che possono solo guardare chi spende svogliatamente per una cena l'equivalente di uno stipendio...

The Menu è una satira feroce contro le disparità sociali, contro gli eccessi di chi può permettersi tutto, oltre che una critica e allo stesso tempo un monito contro l'esasperazione della competitività che porta a sfogare i più biechi istinti di rivalità e gelosia umana (oggi, purtroppo, ben rappresentata da trasmissioni seguitissime come 4 ristoranti o MasterChef). Con The Menu l'orrore è servito in vassoi d'argento, da camerieri in guanti bianchi, da responsabili di sala sadiche e spietate verso i clienti che non rispettano il galateo del luogo. Proprio come nel ristorante dello chef Slowik (un mefistofelico Ralph Fiennes) dove in pochi riescono a salvarsi, nel senso letterale del termine, dalle rigide regole di comportamento imposte.

Siamo a Hawthorne, un'isoletta paradisiaca in mezzo all'oceano dove Slowik ha costruito un ristorante esclusivo che è soprattutto una piccola, ferrea comunità di adepti. Praticamente una setta, dove si accede solo per invito e pagando un conto salatissimo per un'esperienza culinaria a base di cibo molecolare che si rivelerà traumatica per la maggior parte degli astanti. La platea degli ospiti (a pagamento) è scelta personalmente da Slowik, che conosce ogni aspetto, pubblico e privato, di tutti i suoi clienti ai quali fa trovare un menu praticamente personalizzato. Ci sono una coppia di vecchi, facoltosi coniugi che non sopportano più, una star del cinema in disarmo con la sua amante, un gruppo di possibili investitori, alcuni personaggi dello sport ricchi e cafoni, oltre a due spietati critici culinari pronti a stroncare ogni minima imperfezione della serata.


E c'è soprattutto la scaltra, ruspante Margot (una regale Anya Taylor-Joy), pseudo-fidanzata di un invasato e imbranatissimo appassionato di cucina (Nicholas Hoult) la quale, a differenza del compagno inetto, capisce subito che in quel luogo di finta perfezione e sacralità molte cose non quadrano, e molte ne verranno ancora fuori durante la cena. Margot rifiuta il cibo, irritando Slowik e minandone le sue certezze, intuendo prima degli altri il rituale macabro che di lì a poco si compierà, dell'atroce vendetta che il "padrone di casa" sta per riservare a tutti i clienti, "rei" di un approccio inadeguato all'esperienza che si apprestano a vivere. 

Margot, ragazza semplice, proletaria, disinibita, del tutto avulsa dal contesto, è la variabile impazzita che farà saltare il banco, colei che metterà a nudo le magagne di una società basata solo sui soldi, ben rappresentata (si fa per dire) da un gruppo di marpioni che Slowik è deciso a punire ad ogni costo, orchestrando una vendetta che apparirà sempre più folle piatto dopo piatto, boccone dopo boccone, e che ovviamente non possiamo svelarvi. Margot sarà quella che prima degli altri capirà che l'unica via d'uscita è il ritorno alla semplicità, al rispetto per le umili origini, alla delicatezza e all'innocenza dell'infanzia, a un cheeseburger da dieci dollari simbolo di un'epoca (e un'educazione) che ormai non esistono più...

The Menu è un giochino delizioso che si digerisce di gusto, che non stroppia, preparato alla perfezione da uno chef collaudato (la regìa è di Mark Mylod, ma la "supervisione" di Adam McKay - qui in veste di produttore - non passa inosservata) che sa come impiattare una commedia horror intelligente e caustica, capace di fare critica sociale attraverso un approccio commerciale che sottintende livelli di lettura più complessi delle apparenze. Un po' come i delicati piatti preparati da Slowik, il cui retrogusto va ben oltre la mera attrazione papillare...
 

10 commenti:

  1. ancora mi manca, non gli davo molto credito,
    intanto, a proposito di cibo e molto altro, se non lo conosci, ti mando un corto di Denis Villeneuve: https://vimeo.com/75251217?embedded=true&source=video_title&owner=11028252

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    1. Grazie per il video!! Davvero... non lo conoscevo, è sconvolgente! E a guardare bene c'è tutto il cinema di Villeneuve in quei dieci minuti. The Menu non ha la stessa portata emotiva ma tratta (secondo me bene) gli stessi argomenti. Grazie ancora per questo bel regalo <3

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  2. Davvero carino. E devo dire che mi ha inquietata parecchio, anche più di tanti horror ben più considerati. La Taylor Joy meravigliosa!

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    1. Sì, la Taylor-Joy è una brava attrice. Ha una faccia particolarissima, che "buca" lo schermo. E lei sa farla rendere al meglio.

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  3. Sono d'accordo, per mio gusto un pizzico in più di horror non avrebbe guastato, ma è il mio palato a parlare, in generale un buon menù, ci tornerei in questo ristorante ;-) Cheers

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    1. Sono gusti. Io non stravedo per l'horror quindi mi va bene anche così, ma quello che conta sono i temi affrontati. Tutt'altro che banali.

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  4. Finalmente concordiamo. Era da un pochetto che non succedeva 🤣

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  5. Mi è piaciuto e mi ritrovo con quello che scrivi. Gli attori però non mi sono sembrati così eccelsi, diciamo che sono funzionali al progetto. Il film però si vede con grande piacere
    Buona serata.
    Mauro

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    1. Non è un film basato strettamente sulle interpretazioni, però Fiennes e la Taylor-Joy sono oggettivamente bravi: riescono a catturare il pubblico e a tenere alta l'attenzione. Forse la loro performance non si nota granché, ma basta vedere ad esempio il nuovo Diabolik per capire quanto sono importanti gli attori in un film ;)
      Buon weekend Mauro!

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