martedì 27 dicembre 2022

PINOCCHIO DI GUILLERMO DEL TORO

 
titolo originale: GUILLERMO DEL TORO'S PINOCCHIO (USA, 2022)
regia: GUILLERMO DEL TORO
sceneggiatura: GUILLERMO DEL TORO, PATRICK McHALE
doppiatori originali: GREGORY MANN, DAVID BRADLEY, EWAN McGREGOR, TILDA SWINTON, RON PERLMAN, CHRISTOPH WALTZ, CATE BLANCHETT, TIM BLAKE NELSON, JOHN TURTURRO, TOM KENNY
durata: 121 minuti
giudizio: 



Nell'Italia del primo dopoguerra il misero falegname Geppetto non sopporta la perdita dell'amato figlio Carlo, ucciso da una bomba, e durante una notte di sbronza costruisce un burattino di legno cui darà il nome di Pinocchio. Il mattino successivo, con grande sgomento di Geppetto, il burattino si risveglia dotato di vita propria...  




In principio fu Walt Disney, poi toccò a Comencini, quindi a Benigni, Garrone, Zemeckis, fino a Guillermo Del Toro (e solo per citare i più celebri). E' facile capire perchè Pinocchio sia un personaggio così ciclicamente gettonato, sia al cinema che in tv: la sua è una storia semplice, assoluta, universale, comprensibile a ogni latitudine e adattabile ad ogni epoca, oltre che ovviamente molto nota. Stime più o meno ufficiali ci dicono che Pinocchio è ancora oggi il libro di finzione più letto al mondo, mentre nella graduatoria "assoluta" è dietro solo alla Bibbia e al Corano. Logico quindi che il burattino inventato da Collodi faccia gola (commercialmente) a tanti, attratti dal miraggio di sfruttare tale notorietà.

Chi si approccia a trasporre Pinocchio al cinema lo fa essenzialmente in due modi: o seguendo più o meno filologicamente il racconto, per il semplice fatto che la trama è già così "perfetta" di suo e non serve cambiarla (è la soluzione scelta in passato da Comencini e Garrone) oppure percorrendo una strada più coraggiosa ma certo molto più impervia, ovvero quella di conferire al libro di Collodi una versione personale dei fatti. Strada peraltro già tentata con scarsi risultati da gente come Benigni e Zemeckis, non proprio dei pivellini, che hanno visto infrangersi le loro aspettative sul rifiuto abbastanza unanime del pubblico, impietoso nel respingere versioni troppo alternative (o semplicemente brutte) che hanno stravolto il racconto tradendone però l'anima...

Per questo la "sfida" di Guillermo del Toro pareva davvero difficile. Un capriccio d'infanzia o poco più, uno sfizio personale, da parte di un regista da sempre affezionato alla stop-motion e voglioso di confrontarsi al pari di tanti suoi colleghi con un personaggio di fantasia che stimola ancora oggi la creatività e l'estro di chi lo affronta. 

Del Toro mette le cose in chiaro fin dal titolo (Guillermo del Toro's Pinocchio): questo è il SUO Pinocchio, da lui liberamente interpretato e rielaborato. I puristi quindi se ne facciano una ragione, i "talebani" della letteratura si rassegnino: questa ennesima versione del romanzo di Collodi è davvero diversa da tutte le altre. Con l'aiuto (prezioso) dell'animatore Mark Gustafson, il regista messicano compie il miracolo, conferendo alle avventure del burattino più famoso del mondo un cupo e inquietante tono "dark" perfettamente coerente con la sua idea di cinema, che però non gli impedisce di arrivare al cuore dello spettatore emozionandolo fino alle lacrime con un racconto poetico e commovente, stravolgendo (in senso buono) la figura collodiana del protagonista per regalarci un Pinocchio completamente diverso, adulto, consapevole, eroico, pronto a sfidare (lui, da "semplice" pezzo di legno) la barbara follìa degli uomini.


Il Pinocchio di Del Toro nasce infatti da una tragedia (la guerra) che sfocia in un'altra tragedia (il Fascismo): il suo burattino non è più un monello bugiardo e dispettoso, bensì un giovane adulto costretto dagli eventi (tragici) a crescere troppo in fretta, coraggioso e consapevole, la cui disubbidienza è il grido di ribellione a un regime totalitario e intollerante che merita di essere messo alla berlina. Il film di Del Toro non si sofferma più di tanto sulle marachelle del protagonista quanto sul suo bellissimo rapporto col padre, sulla difficoltà di essere uomo, sull'elaborazione del lutto, sulla percezione del dolore, sulla brutalità della guerra. In queste due ore c'è tutta la passione e la rabbia di un regista visionario, orgogliosamente pacifista, che attraverso un racconto di puro orrore (del resto lo stesso Collodi non ha mai nascosto di aver scritto una fiaba macabra) riesce a metterci in guardia dalla violenza del mondo.

Pinocchio di Guillermo del Toro può quasi considerarsi un'opera omnia, il film-manifesto del suo regista: si parla degli orrori di una guerra insensata (come ne Il labirinto del fauno), del rifiuto della "diversità" (il burattino di legno come il mostro "buono" de La forma dell'acqua), dei subdoli imbonitori di corte che allopiano il popolo e lo modellano a loro piacimento (come in Nightmare Alley). Un film bellissimo, visivamente esaltante, ma che trae forza soprattutto dalle emozioni che sprigiona (in special modo nel finale, dove le lacrime scorrono copiose). E' una storia semplice, di padri e figli, di redenzione, di coraggio, di quanti cercano un loro posto nel mondo e sono disposti a soffrire per conquistarlo. Peccato solo non poterlo vedere al cinema... ma se è solo grazie a Netfix che possiamo ammirare questo gioiello, allora ci dobbiamo saper accontentare. Guardatelo tutti, non c'è film di Natale migliore di questo.

6 commenti:

  1. Ti ho letto con piacere fino all'ultima riga, applaudendoti, poi la mazzata finale: solo su Netflix (ovviamente non è colpa tua). Mi chiedo perché, un film così non passa al Cinema? Inaudito!

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    1. Semplicemente perchè, ahimè, l'unico finanziatore che ha accettato di produrre e distribuire il film è stato Netflix, nessun altro si è fatto avanti. E senza Netflix probabilmente questo film non lo avremmo mai potuto vedere, almeno non in tempi recenti. E' la dura legge della Hollywood moderna.

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  2. si condivido la tua recensione, questo pinocchio è bellissimo

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    1. Bentornata Arwen! Piacere di risentirti :) sì, è proprio un piccolo gioiello

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  3. Un gioiello raro. Guillermone non si smentisce, è il film top del 2022!

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