martedì 21 febbraio 2023

RECENSIONI IN PILLOLE (TAR /THE SON /WHITE NOISE)



Ancora tre film "veneziani", accomunati da tre grandi interpretazioni attoriali (qualcuna probabilmente da Oscar): Cate Blanchett è semplicemente straordinaria in Tàr di Todd Haynes, ma la sua grandezza finisce per fagocitare l'intero film. Più in sottrazione, ma assolutamente di valore, è anche quella di Hugh Jackman in The Son di Florian Zeller, mentre Adam Driver riesce ad essere perfettamente credibile in un un film in-credibile (nel senso letterale del termine) come White Noise di Noah Baumbach.  



TÀR
(di Todd Field, USA 2022)


Una "regale" Cate Blanchett (Coppa Volpi a Venezia e probabile terzo Oscar in arrivo) è la mattatrice assoluta, forse fin troppo, di questo finto biopic dedicato alla figura di Lydia Tàr, prima donna al mondo a dirigere la prestigiosa Orchestra Filarmonica di Berlino e ritratto spietato di una donna assurta e distrutta dal Potere. Film lungo, complesso, corposo, pesantuccio, girato alla stregua di un mockumentary e cucito su misura per la Blanchett, che in pratica sta sullo schermo in ogni inquadratura e si "mangia" letteralmente la pellicola, regalandoci un'interpretazione di assoluto valore che finisce però per cannibalizzare tutto il resto, vanificando parzialmente il discorso sull'ossessione e l'autodistruzione di chi, per delirio di onnipotenza, crede di essere al di sopra di tutto. Onore comunque al coraggio del regista Todd Field per aver portato sul grande schermo un'opera difficile e non certo molto "vendibile" al grande pubblico.
giudizio: 



THE SON
(di Florian Zeller, GB 2022)


Un adolescente non sopporta il divorzio dei propri genitori e va in crisi profonda. Il padre (Hugh Jackman), che nel frattempo aspetta un figlio dalla nuova compagna (Vanessa Kirby), accetta di accoglierlo a casa sua per allontanarlo almeno temporaneamente dalla madre depressa (Laura Dern) ma la coabitazione si rivelerà tutt'altro che facile tra incomprensioni, silenzi, rancore e sensi di colpa di entrambe le parti. Dopo The Father, il regista Florian Zeller gira il secondo capitolo della sua trilogia sui rapporti famigliari, che per temi e dinamiche ricorda molto Gente Comune di Robert Redford. Film duro, asciutto, forse un tantino prevedibile (soprattutto nel finale) ma onesto e sincero nei sentimenti. Bella prova d'attore di Hugh Jackman, credibile e in parte. Il film è tratto dall'omonima piéce dello stesso Zeller, e l'impianto teatrale si vede eccome.
giudizio: 




WHITE NOISE
(di Noah Baumbach, USA 2022)


Jack Gladney (Adam Driver) è un professore di studi hitleriani (!) che vive con la quarta moglie Babette (Greta Gerwig) e i figli, ossessionato dalla voglia di morire. Un giorno, quando da un aereo comincia a cadere una  non meglio precisata "nube tossica", le sue paranoie sembrano diventare realtà. Film (volutamente) sconclusionato e nonsense, proprio come il romanzo di Dom De Lillo da cui è tratto. Tre anni dopo l'ottimo e toccante Storia di un matrimonio, Noah Baumbach torna ai temi "classici" di tutto il suo cinema: rapporti familiari, crisi di coppia, senso di inconcludenza, malinconia. L'operazione non è però delle più semplici e nonostante il gran lavoro su montaggio e sceneggiatura si fa molta, molta fatica a seguire un canovaccio che richiede attenzione estrema da parte dello spettatore ricavandone però uno scarsissimo coinvolgimento emotivo. Ottima interpretazione di Adam Driver, ma il film non va oltre la ricercatezza dell'esercizio di stile.
giudizio: 
      

4 commenti:

  1. Ecco, the son io lo guarderei, più che altro mi incuriosisce di più, mentre white noise è stato una delusione

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    1. Condivido: "White noise" tanto, tantissimo fumo e poco arrosto...

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  2. The Son era uno dei film che sarei andata a vedere volentieri, ma un periodo già deprimente di suo, coronato dalla visione di The Banshee of Inisherin e dall'imminente arrivo di The Whale, mi ha dissuasa dall'aggiungere il carico a coppe. Considerato che non ha neppure una nomination, aspetterò un periodo più felice. Tár mi ha convinta poco ma sicuramente più di White Noise, abbastanza deludente salvo, come hai scritto, per un Adam Driver sempre più sulla cresta dell'onda.

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    1. Direi che White noise ha convinto un po' tutti... scherzo! 😉 in effetti a parte la bravura di Driver c'è solo tanta spocchia autoriale. Dimenticabilissimo.
      Capisco il discorso su The Son, che in effetti è il più debole tra i tre film che hai citato ma resta comunque un'opera dignitosissima. Se puoi recuperarlo, quando il tuo umore vorrà 😉

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