lunedì 21 agosto 2023

FIDANZATA IN AFFITTO

 
titolo originale: NO HARD FEELINGS (USA, 2023)
regia: GENE STUPNITSKY
sceneggiatura: GENE STUPNITSKY, JOHN PHILIPS
cast: JENNIFER LAWRENCE, ANDREW BARTH FELDMAN, MATTHEW BRODERICK, LAURA BENANTI, NATALIE MORALES
durata: 103 minuti
giudizio: 



Oberata dai debiti, la trentenne Maddie accetta uno strano annuncio di lavoro: sedurre a pagamento (su ordine dei genitori) un timido "nerd" diciannovenne per iniziarlo alle gioie del sesso e non farlo arrivare vergine al college. Vista l'avvenenza della smaliziata Maddie la missione sembra scontata: e invece, a sorpresa, il ragazzo si rivela un osso più duro del previsto... 





Ipocrisia portami via. Inutile girarci intorno: il 99% dei maschietti etero (me compreso) che sono andati a vedere Fidanzata in affitto non lo hanno fatto certo per scoprire le implicazioni morali e sociali del film di Gene Stupnitsky. Ammettiamolo, l'unico vero motivo che ci ha spinti alla visione erano le generose forme di Jennifer Lawrence, al suo rientro sul set dopo la maternità e desiderosa di dimostrare che una gravidanza non fa calare il sex appeal... missione ampiamente compiuta: la bella Jen in questo film è spettacolare, in forma strepitosa, e si concede pure un nudo frontale che è un vero e proprio attentato alle coronarie dei cinquantenni ormai repressi come il sottoscritto. Quando ci vuole ci vuole!

Adesso però che il testosterone è rientrato sui livelli di guardia, due parole sul film le dobbiamo pur dire. E la cosa più sorprendente di Fidanzata in affitto è che le implicazioni morali e sociali ci sono davvero: decisamente non lo avremmo detto vedendo il trailer... a dispetto infatti del demenziale titolo italiano (che strizza l'occhio alle commedie giovanilistiche scollacciate stile American Pie) la sceneggiatura ci parla di lavoro precario, del carovita che strozza le persone sole, delle tasse che soffocano il ceto medio e delle scarse prospettive di chi è costretto a tirare avanti in solitudine tra mille difficoltà. Niente di particolarmente nuovo, intendiamoci, così come non bisogna certo aspettarsi da un'ordinaria commedia americana un film di denuncia alla Ken Loach (proprio no!!) ma bisogna ammettere, e ne sono felice, che No hard feelings (questo il titolo originale, "senza rancore" in italiano, ben più significativo) è un film meno banale del previsto. Insomma, si può dire che oltre le tette c'è di più...

Maddie
(Jennifer Lawrence, anche produttrice) è un'autista di Uber trentenne che un giorno si vede pignorare la sua unica fonte di reddito, ovvero la sua macchina, a causa di una pila di bollette non pagate e del fisco che vuole portarle via anche la casa per morosità. Orfana di madre, abbandonata dal padre, senza un compagno fisso (ma con tanti amanti occasionali), l'irrequieta Maddie ha un disperato bisogno di soldi. L'unica possibilità di salvezza, seppur assurda, arriva da uno strano annuncio di giornale: una coppia di genitori facoltosi ricerca una ragazza attraente e disinibita per far "crescere" il figlio diciannovenne imbranato che sta per andare al college e non può andarci senza prima aver perso la verginità, pena il bullismo feroce dei compagni di studi. Apparentemente il compito sembra banale: del resto, come si può resistere a Jennifer Lawrence? E invece le cose, proprio come nei film, non vanno assolutamente nel verso atteso.

Questo perchè il timido Percy (Andrew Barth Feldman) è un classico nerd ma nient'affatto stupido: è un ragazzo sensibile, intelligente, pieno di interessi (suona il piano e ama gli animali) che rifiuta le goffe avances della sua "spasimante" perchè, seppur attratto, vuole prima conoscerla e instaurare una relazione seria e non una botta e via. Logico che questo atteggiamento non previsto sconvolgerà i piani di Maddie, abituata a non fidarsi più degli uomini e ad avere solo amici di letto, ora costretta invece a fare i conti con se stessa e con un modo di approcciarsi con l'altro sesso che credeva di aver assolutamente dimenticato. Il film scorre via su binari piuttosto ordinari ma con una genuinità di fondo apprezzabile: non è la solita stupida commedia americana tutta gag, equivoci e doppi sensi ma, anzi, fin troppo diretta e sincera. I protagonisti non sono due giovani arrapati e qualunquisti bensì due persone vere, con i loro pensieri e i loro problemi, che si scopriranno molto più affini di quanto credevano.

Alla fine non possiamo che uscire sereni dalla visione di Fidanzata in affitto: al netto di qualche greve cadutella di stile (ma poi nemmeno tanto) questo onesto racconto di formazione sta in piedi dignitosamente e riesce pure a strapparci qualche sorriso. Certo, la trama è prevedibile e lo svolgimento fin troppo facile, eppure l'alchimia tra i due protagonisti appare sincera e per nulla forzata. La Lawrence desiderava da matti cimentarsi in una commedia classica dopo tanti ruoli difficili (molti dei quali sbagliati) e si vede benissimo che il suo personaggio la fa divertire. Di sicuro non rivincerà un Oscar, ma per noi maschietti platonicamente innamorati è sempre e comunque un bel vedere.

4 commenti:

  1. Davvero una brutta caduta di stile questa recensione, gonfia di sessismo e maschilismo. Che brutta roba.

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  2. Kelvin non ha certo bisogno del mio supporto, ma perchè prima di scrivere certe cose non connettete i neuroni rimasti? Non conoscete minimamente l'autore della recensione e volete giudicarlo: ma io boh!

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  3. Fermo restando che, come al solito, chi fa questi commenti così "tranchant" non si firma mai... e quindi non meriterebbe nemmeno risposta, confesso di essere anche un po' stufo di dover ribattere ad accuse così gratuite e mai circostanziate. Dimmi quali sono i contenuti sessisti e maschilisti di questa recensione e poi semmai ne riparliamo. Alla mia età ho altro da fare che perdere tempo con i leoni da tastiera.

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