martedì 28 gennaio 2020

1917



titolo originale: 1917 (GB, 2019)
regia: SAM MENDES
sceneggiatura: SAM MENDES, KRYSTY WILSON-CAIRNS
cast: GEORGE MACKAY, DEAN-CHARLES CHAPMAN, MARK STRONG, ANDREW SCOTT, RICHARD MADDEN,COLIN FIRTH, BENEDICT CUMBERBATCH
durata: 120 minuti
giudizio: 



Prima Guerra Mondiale, fronte francese: per salvare la vita di 1.600 commilitoni, accerchiati di nascosto dalle truppe tedesche, due giovani soldati britannici vengono incaricati di attraversare le linee nemiche per riferire ai compagni la notizia dell'imminente agguato.



Domanda delle cento pistole: è possibile amare un film in cui l'aspetto tecnico è di gran lunga superiore a quello creativo e interpretativo? La risposta è tutt'altro che scontata e pone lo spettatore davanti a una riflessione che, c'è da scommetterci, condizionerà tutto il cinema dei prossimi anni: l'uso sempre più massiccio di effetti speciali e l'altissima risoluzione audio-video cambieranno per sempre il modo di fruire la Settima Arte? Saremo forse costretti in futuro a recensire un film specificando che è bellissimo, ma solo se visto (come minimo) su uno schermo da 60 pollici in 4K e con Dolby Surround?

Dico questo perchè, innegabilmente, tutta la forza di 1917 sta nella qualità tecnica con cui è stato realizzato: un unico, finto (!) piano sequenza di due ore, a sua volta composto da una serie di piani sequenza sovrapposti e montati ad arte in cui è impossibile a occhio nudo accorgersi degli stacchi della cinepresa, grazie a un lavoro di cesello reso invece possibile dalle moderne tecnologie. Non solo: la strabiliante fotografia di Roger Deakins rende le vicende dei protagonisti così "immersive" tanto che ci sembra di essere anche noi in scena, come reporter in un teatro di guerra. Un lavoro gigantesco che, giocoforza, ha un peso preponderante nella riuscita del film, molto più (a mio avviso) delle performance degli attori...

Anzi, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che è proprio il piano sequenza il vero "attore protagonista" di 1917: le riprese frontali, ravvicinate, adrenaliniche, tengono alta l'attenzione di chi guarda e conferiscono al film quell'aura di epicità che difficilmente avremmo provato nelle pieghe di una sceneggiatura alquanto stereotipata, che non aggiunge davvero nulla alla filmografia di genere. La trama del film infatti è quasi risibile: due giovani soldati (George MacKay e Dean-Charles Chapman) vengono incaricati dal generale Erinmore (Colin Firth) di recapitare un messaggio al suo dirimpettaio MacKenzie (Benedict Cumberbatch) che sta per sferrare un attacco suicida poichè ignaro della trappola che i tedeschi gli hanno preparato. Toccherà quindi ai due soldatini provare ad attraversare di nascosto linee nemiche per salvare la vita dei loro compagni (tra i quali, per inciso, c'è anche il fratello del protagonista più giovane).

Un po' Orizzonti di gloria, un pò Salvate il Soldato Ryan, con più di qualche debito verso Dunkirk di Christopher Nolan, il film di Sam Mendes attinge a piene mani (e con poco sforzo, va detto) dai grandi classici del passato per restituire un messaggio pacifista e antimilitarista condivisibile ma anche piuttosto banale. Quello che manca in 1917 è soprattutto l'empatia verso lo spettatore: il film non riesce mai a rendere quel senso di straniamento, di sofferenza, di rifiuto verso la follia della guerra che ci si aspetterebbe da chi vuole omaggiare le vittime del conflitto (il soggetto è tratto dai diari del nonno del regista, che combattè proprio sul fronte francese).

Ci si emoziona "solo" per i mirabilanti giochi di luce di Deakins, nonchè per il montaggio ansiogeno dell'australiano Lee Smith (Oscar assicurato) ma la sensazione che si prova è quella di avere in mano una playstation mentre stiamo giocando un war-game con livelli crescenti di difficoltà: per quanto spettacolari e intense, infatti, le peripezie dei due soldati assomigliano più a quelle di un videogioco "sparatutto", dove si passa con indifferenza da una schermata all'altra e ci si concentra solo sull'obiettivo finale (molto spesso sorvolando su un contesto di desolazione e morte appena accennato in pochissime scene).

1917 è un film spettacolare, tecnicamente perfetto, dove forse (dico forse) la tecnica è parte integrante del valore artistico del'opera. Continuo però a pensare che sia un film tutta tecnica e poco cuore, che riesce solo a tratti a rendere l'idea del dramma della Grande Guerra. Per quello meglio rivedersi i capolavori che ho citato sopra, o magari un piccolissimo film italiano di un gigante del nostro cinema: nel 2014 Ermanno Olmi girava torneranno i prati, il suo ultimo film, che con pochissimi mezzi e in soli 80 minuti riusciva a farci indignare, commuovere e riflettere. E magari questa potrebbe essere l'occasione buona per riscoprirlo...

10 commenti:

  1. Avevo adorato Olmi e il suo Torneranno i prati, ma anche questo film mi è piaciuto proprio tanto: hai ragione, per me qui gli aspetti tecnici sono parte integrante del messaggio del film, direi che servono a rendere visibile la follia della guerra...
    Un abbraccio
    Mauro

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    1. Sono due film completamente diversi, soprattutto di budget. Ma se a te comunicano emozioni vuol dire che indubbiamente sono riusciti nello scopo. In ogni caso due film da vedere.
      Ricambio l'abbraccio!

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  2. Assolutamente d'accordo: chi dice che questo film è un capolavoro ha proprio la memoria corta! Il problema è che oggi, specialmente i giovani, hanno una cultura cinematografica così limitata che se gli parli di Kubrick e Olmi nemmeno sano chi sono. Oltretutto secondo me ci sono anche situazioni poco plausibili, che non si possono spiegare banalmente con la sospensione d'incredulità. Per me promosso con la sufficienza ;)

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    1. Condivido. Proprio oggi su facebook un caro amico mi faceva notare che anche il linguaggio adottato non è propriamente quello degli anni '10. Io non ci avevo fatto caso ma è assolutamente vero. Il film è sicuramente promosso (stilisticamente è una gioia per gli occhi) ma la ricostruzione storica è piuttosto approssimativa.

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  3. Lasciando stare i paragoni io l'ho trovato un film robusto e coinvolgente dalla prima all'ultima scena. Uno dei migliori dell'anno.

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    1. Robusto e coinvolgente senza dubbio, ma su questo siamo un po' tutti d'accordo. I limiti secondo me sono altri (come ho espresso sopra) fermo restando che rimane comunque un buon prodotto, ci mancherebbe.

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  4. Io vado a vederlo oggi con la speranza che l'immersione sia totale e non solo "tecnica".

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    1. dipende molto anche dalla sensibilità personale... quella è totalmente soggettiva. Ti rispondo a 24 ore dal tuo commento: ti è piaciuto, poi? :)

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  5. Visto stasera,non mi ha lasciato emotivamente niente.peccato

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    1. qui siamo sulla stessa lunghezza d'onda ;)
      condivido: un bellissimo esercizio di stile che però non rimane certo impresso nella mente. è un filmone classico, neanche troppo attendibile, costruito per lo spettatore medio. vincerà probabilmente gli Oscar proprio perchè alla fine "piace a tutti", ma tra qualche anno nessuno lo ricorderà.

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