giovedì 25 luglio 2019

STAGIONE 2018 - 2019 : I "TOP" DELL' ANNO


Era dal 2013 che non (mi) capitava di scegliere un film italiano come miglior film della stagione che va a concludersi: allora toccò a La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, che in quell'anno vinse ogni premio possibile immaginabile (fino all'Oscar, ultimo ad esserci riuscito). Purtroppo Il Traditore di Marco Bellocchio non ha avuto finora la stessa fortuna, per mille e più motivi e nonostante gli applausi scroscianti ricevuti a Cannes, ma ciò non toglie niente a questa pellicola davvero clamorosamente bella, che ci riconcilia con la tradizione più alta e nobile del cinema italiano d'impegno. Tanto di cappello dunque al Maestro di Bobbio, inossidabile e "chirugico" nella sua visione di società.


"In guerra", di Stephane Brizè
Ed è stato proprio il cinema "d'impegno" il protagonista di quest'annata, buon viatico per noi appassionati: in questo momento storico-politico caratterizzato, purtroppo, da una barbarie senza pari, il fatto che ci siano ancora autori che provano ad aprirci gli occhi su quelli che sono i temi caldi del vivere civile non può che farci piacere. Se poi, come è successo, le loro opere ottengono anche ottimi riscontri di critica e pubblico, questo ci autorizza a tirare un sospiro di sollievo... vuol dire che ci sono ancora persone in questo paese che riflettono e si pongono domande su come stare al mondo. Di questi tempi non è affatto poco.

"Vice" di Adam McKay
Fa piacere quindi che un film come In Guerra di Brizè abbia trovato distribuzione anche da noi, perchè la lotta di classe, i diritti dei lavoratori, il precariato, sono argomenti universali e comuni, simbolo di un'epoca. Esattamente come Santiago, Italia, lo splendido documentario di Nanni Moretti sulla rivoluzione cilena che ti "costringe" a fare un parallelo sui valori dell'accoglienza e dell'integrazione in tempi di leghismo imperante (e noi, come Moretti, non siamo affatto imparziali sulla questione). E perfino Vice di Adam McKay, seppur hollywoodiano e in apparenza lontanissimo dalla nostra tradizione, analizza con lucidità gli aspetti sopra citati, visti dalla parte di comanda, di chi ha in mano le redini del pianeta.

E che dire, ancora, dell'autentica sorpresa dell'anno, I Fratelli Sisters di Jacques Audiard: un western (!) umanissimo e dolente attraverso il quale il regista francese prosegue la sua "militanza" in favore dei più deboli e idealisti, esattamente come Un affare di famiglia di Hirokazu Kore-Eda, film che riesce a trattare con inusitata grazia argomenti complessi e delicatissimi attinenti ai legami di sangue e quelli affettivi. E infine due parole infine su un film coraggioso, forse il più coraggioso di tutti: Border di Ali Abbasi sceglie il registro horror-grottesco per ribadire il diritto inalienabile di ogni persona a vivere con dignità la propria vita, qualunque sia il suo tipo di "diversità". Che, in un mondo perfetto e utopistico, dovrebbe essere un valore e non un handicap.


p.s. come dico sempre, il valore di una stagione cinematografica si giudica anche dai titoli che rimangono fuori dai "magnifici sette" (in special modo quest'anno dove, come ho scritto sopra, i titoli che ho scelto rispondono a un criterio preciso). E il fatto che in questa classifica non abbiano trovato spazio film come Il Corriere, Dolor Y Gloria, Copia Originale, i "veneziani" ROMA e La Favorita, dimostra che per fortuna il buon cinema non va mai in vacanza, basta saperlo cercare...
Appuntamento al prossimo anno!


"I Fratelli Sisters" di Jacques Audiard

CLICCA SUL TITOLO PER LEGGERE LA RECENSIONE COMPLETA 


1) IL TRADITORE (di Marco Bellocchio, Italia 2019)
Il film clamorosamente più bello dell'anno lo dirige un "ragazzino" di ottant'anni che si dimostra ancora una volta il più fresco e visionario degli autori italiani. Onore a Marco Bellocchio, sempre coerente con la sua idea di cinema e le sue "ossessioni" (la famiglia, i legami di sangue, il passato che torna...) stavolta abbracciando un momento complesso di storia italiana attraverso la figura di Tommaso Buscetta, primo pentito di mafia, girando un film emozionante e brutale, esemplare per i tempi che corrono.





2) IN GUERRA (di Stephane Brizè, Francia 2018)
Un film appassionante, duro, lucidissimo, sul lavoro e sui diritti dei lavoratori, nonchè sul ruolo del sindacato, parola desueta eppure mai come oggi così necessaria. Un film francese arrivato in sala, per un beffardo scherzo del destino, proprio nel periodo delle violente proteste dei gilet gialli: una coincidenza perfetta che ci permette di capire la differenza tra antagonismo e populismo, ovvero come le giuste rivendicazioni di una certa parte di paese in sofferenza possono prendere strade e soluzioni ben diverse a seconda di chi le sostiene. Uno di quei film che una volta si dicevano "necessari".



3) VICE, L'UOMO NELL'OMBRA (di Adam McKay, USA 2018)
La vita "straordinaria" di Dick Cheney, da operaio ubriacone a vicepresidente degli Stati Uniti, uomo ombra di Bush jr. e abile tessitore di fili durante quarant'anni di storia americana. Un uomo capace di cambiare i destini del mondo senza che nessuno si accorgesse mai di lui... dopo La grande scommessa Adam Mckay ci regala un altro grande film, uno spaccato ironico, spietato, senza fronzoli, assolutamente geniale, di un pezzo di storia passato sopra le nostre teste.





4) SANTIAGO, ITALIA (di Nanni Moretti, Italia 2018)
Moretti non è imparziale. E non lo sarà mai, per fortuna. Uno tra i pochi che ancora non ha paura di schierarsi, di manifestare, di difendere un ideale, di portare avanti una battaglia giusta. Lo fa a modo suo, ovvero girando film. Santiago, Italia è un documentario semplice, essenziale, eppure capace di toccare le corde dello spettatore "militante" fino alla commozione, oltre a sbatterti in faccia la triste realtà italiana che, come dice uno dei protagonisti del film, assomiglia ormai sempre di più al Cile di Pinochet...





5) I FRATELLI SISTERS (di Jacques Audiard, Francia/Usa 2018)
All'inizio è dura da credere: Jacques Audiard (sì, proprio quello de Il Profeta e Un sapore di ruggine e ossa) gira un western (!) classico e malinconico sulla Frontiera e il mito dell' Eldorado... e il bello è che lo fa meglio di tanti americani! Ma poi rifletti e ti accorgi che questo film umanissimo e dolente, magnificamente interpretato da tre attori straordinari (John C. Reilly, Joaquim Phoenix e Jake Gyllenhaal) parla di fratellanza (il titolo è eloquente), affetti familiari, diritti umani, una società diversa, idealista e più giusta. In poche parole, tutto il cinema di Audiard.




6) UN AFFARE DI FAMIGLIA (di Hirokazu Kore-Eda, Giappone 2018)
Che significa essere una famiglia? Valgono più i legami di sangue o quelli affettivi, quando questi non coincidono? E basta mettere al mondo un figlio per essere considerati genitori oppure il vero genitore è quello che si prende cura del figlio pur non essendo biologicamente suo? Domande da far tremare i polsi, che Hirokazu Kore-Eda (meritata Palma d'Oro a Cannes) mette in scena in un film di un equilibrio e una delicatezza davvero miracolose.






7) BORDER, CRERATURE DI CONFINE (di Ali Abbasi, Svezia 2018)
Un film quasi estremo per ciò che mostra, eppure la sua brutalità ne fa una pellicola sincera, onesta, emozionante, a suo modo assurdamente romantica, impreziosita da una sceneggiatura (in)credibile che oscilla tra il grottesco, l'horror e il sentimentale, con un messaggio tenero e importante: ognuno merita il suo posto nel mondo, da conquistare con le azioni e i sentimenti, bandendo l'odio. Una bella lezione di cinema e di vita.






18 commenti:

  1. Bellissima classifica, che approvo - quasi :) - in pieno: c'è molta Italia, ed è una bella soddisfazione!

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    1. Sì, per fortuna è stato un anno positivo per il cinema italiano (parlo a livello di qualità, non di incassi purtroppo...) anche se i film in classifica sono più che altro di autori veterani (Bellocchio, Moretti, anche se a me non è dispiaciuto nemmeno il "Loro" di Sorrentino). Diciamo che è un movimento resistente ;)

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  2. Anche quest'anno gran bella classifica: per fortuna il buon cinema malgrado tutto non manca mai!
    Buon weekend!
    Mauro

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    1. Esatto, Mauro. I buoni film ci sono sempre, anche se ormai sempre più spesso bisogna andarseli a cercare, complice la crisi dei cinema d'essai e il proliferare di piattaforme alternative (Netflix, Amazon, Sky). Ma di questo parlerà meglio lunedì nel resoconto degli incassi. Ma direi che è inutile fare i nostalgici e lottare contro i mulini a vento: l'importante (credo) è vedere bei film, straming o no streaming).

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  3. Mi stupisce non trovare Eastwood in questa classifica!

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    1. Da quando è nato questo blog, ormai per tradizione, i titoli in classifica si limitano a sette (non ricordo nemmeno io perchè sette e non dieci, dodici, boh...) e "Il Corriere" di Eastwood è immediatamente a ridosso della top seven. E se Eastwood non entra nella top seven significa che l'annata è stata tutt'altro che avara di buoni film. Insomma, buon segno.

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  4. mi manca solo Vice, ma ce l'ho in lista...

    tutti gli altri sono buonissimi, concordo.

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    1. Grazie! Detto da te è motivo di soddisfazione :)
      "Vice" devi vederlo, è assolutamente sorprendente e attualissimo. Poi ne riparliamo

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  5. Di questi ho visto solo Il traditore e Vice, che mi sono piaciuti veramente tantissimo. Voglio vedere Border - Creature di confine, che quando è passato al cinema non davano dalle mie parti - MALEDETTIIIIII! -

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    1. "Border" purtroppo ha avuto una distribuzione limitatissima, dalle mie parti l'hanno tenuto solo un paio di giorni. Però si trova facilmente in streaming con i soliti metodi... più o meno legali: e te lo consiglio perchè è un autentico pugno nello stomaco, una delle sorprese dell'anno.

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  6. Classifiche un po' premature direi, visto che siamo appena a metà anno!

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    1. Deduco che sei nuovo su queste frequenze... devi sapere che il sottoscritto, anacronisticamente o meno, non m'importa, compila sempre le classifiche riassuntive in questo periodo perchè la stagione cinematografica in Italia va da estate a estate. Questo nonostante gli innumerevoli (e sempre falliti) tentativi di allungare la programmazione anche ai mesi caldi.

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  7. Ottima selezione, almeno per quello che ho visto: il resto spero di recuperarlo presto.
    Grandissimo Bellocchio, che ha tirato fuori un film davvero potente.

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    1. Sì, assolutamente. Il Traditore è un film enorme, che stramerita il primo posto. E, a giudicare dagli ottimi imcassi, si può dire che il pubblico italiano per una volta ha saputo scegliere. Confesso che ha sorpreso anche me!

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  8. Anche quest'anno non mi smentisco e ti scrivo lo stesso commento: tutti film belli e importanti (In Guerra è l'unico che mi manca, per quell'alone di pesantezza che mi frena) ma che non mi sono entrati nel cuore, che è sempre la parte che privilegio. Ci trovo troppo cervello, ecco.
    Solo Vice fa la differenza, per quella scrittura geniale e giocosa che mi fa applaudire e rende godibile anche un ritratto così politico.

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    1. Non è un problema, Lisa ;) figurati!
      Come ho scritto nel post, quest'anno ho scelto i miei film del cuore in base soprattutto a un criterio, quello dell'impegno civile, perchè ritengo che in questo particolare momento storico ce ne sia davvero bisogno... però riconosco senza problemi che c'erano tanti altri titoli altrettanto degni di stare in classifica, e magari anche tecnicamente più validi dal punto di vista strettamente cinematografico.

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  9. Copia Originale, i "veneziani" ROMA

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    1. Anche questi ci potevano stare: a riprova che è stata un'ottima stagione!

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