lunedì 29 agosto 2016

IL CLAN

(El Clan)
di Pablo Trapero (Argentina, 2015)
con Guillermo Francella, Juan Pedro Lanzani, Lili Popovich, Gaston Cocchiarale
durata: 110 minuti


Argentina, 1982. In un regime militare già agonizzante (che da lì a pochi mesi cadrà in seguito al disastro della guerra delle Falkland) l'ex ufficiale dei servizi segreti Archimedes Puccio comincia a fiutare la mala parata, decidendo così di riciclarsi nel "business" dei rapimenti: con la complicità del governo si occuperà infatti di sequestrare a scopo di ricatto vari esponenti dell'opposizione democratica, ottenendo profumate percentuali sulle somme di denaro sborsate per la liberazione degli ostaggi. Per mettere in piedi la sua organizzazione criminosa, Puccio non esiterà a coinvolgere moglie, figli e parenti più stretti, dando vita a una vera e propria attività familiare dedita al crimine...

Un'attività fatta di torture, violenza, ordinaria disumanità, dove le vittime che non collaborano vengono uccise con spietata ferocia e dove le prede da catturare vengono individuate con scientifica meticolosità attraverso l'inganno (le persone rapite sono spesso amici e conoscenti del Clan Puccio, di cui non sospettano assolutamente nulla... il film in questo caso è esemplare nel ricreare il clima da caccia alle streghe dell'epoca, dove perfino la persona più fidata poteva pugnalarti alle spalle per rimediare dei soldi, sempre più rari in un paese disastrato dalla crisi economica e dalla dittatura dei colonnelli).

Diciamo subito che, nonostante Il Clan sia un film di rara potenza cinematografica (teso, avvincente, macabro, durissimo), a sconvolgerci e a farcelo apprezzare non sono tanto la violenza delle immagini e le atmosfere lugubri e orrorifiche che vi si respirano, bensì l'inconcepibile freddezza (per noi spettatori) con cui tutti i membri della famiglia si dedicano all'attività criminosa, in un clima di mostruosa normalità: tutti sanno in casa Puccio, e nessuno si sconvolge di fronte alle urla disperate dei prigionieri rinchiusi in cantina. Il capofamiglia legge i giornali, la moglie prepara la cena, i figli piccoli fanno i compiti, i figli più grandi giocano a rugby, si fidanzano, mettono su casa con i soldi sporchi dei rapimenti...

Il Male, insomma, è diventato quotidianità, routine, si insinua nei gangli familiari fino ad essere perfino, incredibilmente, giustificato e accettato: quando, in seguito alla caduta dei militari e alla conseguente perdita di coperture politiche, i Puccio verranno scoperti e incarcerati, praticamente nessuno di loro confesserà le loro colpe, nonostante le pressioni dei giudici e i consigli degli avvocati. I "mostri", insomma, sono figli dei tempi, prodotti all'interno della società e cresciuti grazie alla società stessa, incapace di generarne gli anticorpi...

Il film, con grande sorpresa (anche della produzione) è stato campione d'incassi in Argentina  
ed ha vinto il Leone d'Argento alla 72. Mostra del Cinema di Venezia. Traguardi importanti, impensabili all'inizio per un film che sconvolge le coscienze e costringe una nazione intera a riflettere sul proprio passato: è la dimostrazione, l'ennesima, che il cinema non ha il potere di risolvere i problemi del mondo, ma può aiutare il mondo stesso a prendere coscienza degli errori della Storia e denunciarli agli occhi del pubblico affinchè non si ripetano. E non è affatto poco.

9 commenti:

  1. Un film davvero splendido, angosciante, diretto e recitato benissimo. Una delle sorprese dell'anno e sicuramente un modo per invogliare la gente a documentarsi su ciò che sta dietro la vicenda criminosa narrata.

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    1. Assolutamente d'accordo: la vera sorpresa sono stati gli incassi stratosferici in patria, indice di maturità di una Nazione che non si vergogna più del suo passato

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  2. Una vera "bomba", mi è piaciuto tantissimo. Grazie del consiglio. E... buon viaggio? (non vai a Venezia quest'anno?)
    Un caro saluto.
    Mauro

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    1. Certo, Mauro: sto preparando la valigia! Grazie mille :)

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  3. Devo vederlo!
    Intanto ti faccio gli auguri per l'esperienza veneziana :)

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    1. Grazie!! Quest'anno si prepara davvero un'edizione "super" al Lido... :)

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  4. Un film potente che mi ha inchiodato alla poltrona. Su YouTube mi sono guardata il backstage, incredibile come un attore così simpatico sia riuscito a realizzare un personaggio di rara freddezza. Brutale nel suo svolgersi, uno di quei che non si fa dimenticare.

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    1. Confermo. Anche a Venezia, dove l'ho visto, eravamo tutti "affascinati" e sorpresi dalla trasformazione del protagonista. Che non a caso ci raccontava in sala stampa quanto, ancor oggi, in Argentina bruci ancora il ricordo della dittatura... certe ferite restano incancellabili, come sappiamo (purtroppo) anche noi.

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  5. Si, poi quella loro parte incredibile, assurda di storia mi ha sempre interessato e ho cercato di leggere e sapere quanto più ne potevo.

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