mercoledì 28 maggio 2014

LE MERAVIGLIE

(id.)
di Alice Rohrwacher (Italia, 2014)
con Alba Rohrwacher, Sam Louwyck, Maria Alexandra Lungu, Monica Bellucci
durata: 115 min.


Lo avevo già scritto recensendo il precedente Corpo celeste e sono costretto (felicemente!) a ripetermi: il cinema di Alice Rohrwacher ricorda tantissimo quello degli esordi di Ermanno Olmi, e senz'altro in questo caso è un bel complimento se pensiamo che stiamo parlando di una regista appena trentenne. La sua opera seconda, Le meraviglie, è infatti anch'essa fortemente permeata di natura e misticismo, di rimandi ad un mondo fatto di fatica, sudore, tradizioni contadine, un caleidoscopio di 'riti' sacri e profani che fanno da sfondo a una vicenda apparentemente senza tempo, una specie di parabola laica su un pianeta che cambia (forse) troppo velocemente per chi non ci sta a vivere secondo i ritmi forsennati dell'attualità.

Anche l'ambientazione pare rievocare un mondo perduto, passato: siamo (forse) in Toscana, ai confini con il Lazio, in un casale di campagna dove il burbero capofamiglia Wolfgang si dedica all'apicoltura, attività che coinvolge l'intera famiglia, tutta al femminile (moglie e tre figlie). E qui non possiamo non rimarcare due 'coincidenze' che, evidentemente, tanto coincidenze non sono: la prima è che le sorelle Rohrwacher (con Alba che interpreta la moglie di Wolfgang) sono davvero figlie di un apicoltore tedesco (e di una mamma italiana, che con lui parla in francese... il massimo della 'trasversalità' di un film e di una storia che si ripromettono di essere il più 'universali' possibile). Il film, insomma, è dichiaratamente autobiografico, e per questo ancora più evocativo e simbolico. La seconda è che il ruvido protagonista maschile, Sam Louwyck, interpretava lo stesso ruolo nel suo film precedente, il bellissimo e inquietante La quinta stagione, lungometraggio belga che per argomenti e atmosfere non è troppo dissimile da questo...


Fin dalle prime immagini si ha la sensazione che il tempo si sia fermato: in aperta campagna non ci sono luci elettriche, nè si vede barlume di modernità...solo il buio pesto di una notte senza luna. Gli unici rumori sono gli spari dei cacciatori che si alzano presto al mattino per uccidere la selvaggina, intorno il silenzio assoluto. Poi la macchina da presa si sposta lentamente dentro il casale, mostrando la vita di una famiglia che, per dirla alla maniera di una presentatrice tv bellona e senza cervello (una calzante Monica Bellucci), vive come nella preistoria: ci si alza presto, si dà da mangiare alle bestie, si raccolgono gli ortaggi, si esce nei campi. Poi, evasa la quotidianità, si passa al lavoro 'vero' e proprio: la smielatura. E qui il film raggiunge vette di suspance pura: quando le api fuggono spaventate dalle arnie e bisogna rimetterle dentro a forza, con le mani, sfido qualsiasi spettatore a trattenere conati allo stomaco... eccola dunque, di nuovo, la natura arcigna e spietata, bellissima e terribile allo stesso tempo. E' impossibile non ripensare a L'albero degli zoccoli, dove le immagini bucoliche di una terra soave e incontaminata si incrociavano brutalmente con la sequenza-choc dell'uccisione del maiale: davvero brava la piccola Rohrwacher a ricostruire le stesse emozioni e la stessa poeticità, a volte contemplativa e a volte tragica.

Ma sarebbe davvero sbagliato considerare Le meraviglie come un film intimista e malinconico, dallo sguardo sul passato. E' invece una pellicola potente e drammatica, in cui tutti noi veniamo messi in guarda dalle storture del nostro presente: la chiave di lettura è la figlia più grande, Gelsomina (una bravissima Maria Alexandra Lungu), dibattuta tra l'amore per la famiglia e la propria attività (lei adora le api, le coccola, le capisce, le mette in bocca, le fa camminare sulla faccia) e la naturale voglia di una quattordicenne che vede le proprie coetanee sculettare in tv e desidera ardentemente affacciarsi sul mondo 'normale', quello che babbo Wolfgang rifugge come il demonio ("il mondo sta finendo", ripete spesso), barricato nella sua cascina vivendo come un hippy e rifiutando di trasformarla in un più redditizio agriturismo, malgrado i tanti debiti accumulati. Le meraviglie racconta l'ostinazione di una comunità ancestrale che fatìca tantissimo ad accettare la 'modernità' in cambio del proprio modo di essere...

Così, quel finale tetro e quelle immagini di una casa vuota e decrepita, che lasciano trapelare il dubbio che quanto visto finora non abbia alcuna reale fondatezza, la dicono lunga sulla difficoltà di rapportarsi a un presente dominato dal consumismo e dall'apparenza, dove è la tv a farla da padrone. Il fatto che questa denuncia (forse un po' abusata, ma comunque trattata con originalità) venga da una ragazza poco più che trentenne, merita il massimo rispetto. E anche un bell'applauso.
    

15 commenti:

  1. Ciao Kelvin, premetto che non ho voluto leggere fino in fondo perchè questo, in settimana, riesco a beccarlo anche nella mia zona, che solitamente è cosa rara. Comunque, considero "Corpo Celeste" uno dei migliori esordi nonchè, uno dei migliori film italiani da almeno 10 anni a questa parte. Nonostante ciò, sinceramente non è che avessi grandissime aspettattive per questo nuovo lavoro della Rohrwacher (credo dovuto più che altro alla presenza della Bellucci). Devo dire però, che la tua recensione invoglia parecchio, e non fa che confermare un'altra opinione positiva letta qualche giorno fa. Oltremodo se me lo accosti, in qualche maniera, alla "Quinta Stagione", altro film che come sai mi ha entusiasmato di brutto!

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    1. Ciao Frank,
      D'accordissimo su tutto: 'Corpo celeste' è stato un debutto folgorante, una delle più belle opere prime degli ultimi anni. Ma anche questo film non è da meno: lo ripeto, è un'opera quasi mistica, trattenuta eppure profondisima, oltre che incredibile a livello visivo: il lavoro fatto su luci e fotografia è davvero notevole. Non preoccuparti per la Bellucci: compare in un piccolissimo cameo e, credimi, fa una parte assolutamente tagliata per lei! :)
      Il paragone con 'La quinta stagione' è più che altro sull'argomento: anche qui si parla del rapporto tra l'uomo e la natura, che non è sempre benigna come si vuol credere... e che difficilmente accetta ingerenza da parte nostra! Oltre che ovviamente per avere lo stesso protagonista, questo Sam Louwick che è davvero una 'faccia' da film. Credo che non resterai deluso, fammi sapere!

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  2. Corpo celeste lo saltai perchè mi pareva troppo radical. Come questo.
    Dici che vale invece che li recuperi?

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    1. No, non sono affatto 'radical'... è che in Italia siamo talmente assuefatti alle nostre commediole volgarotte e stupide che tutto quanto esce da questi canoni appare snob e intellettualistico. Non è così: questo è un film per tutti, o almeno per tutti quelli che accettano di vedere un film 'adulto', diverso, particolarissimo.

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  3. Questo film mi intriga, corpo celeste ce l'ho in archivio da un po' di tempo, magari lo ripesco e lo programmo per guardarlo :)

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  4. A me è rimasto un po' indigesto, è fin troppo contemplativo per i miei gusti. Riconosco però il gran lavoro sui dettagli e sulla fotografia. Insolito per un film italiano.

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    1. Caro Mauro (sei tu, vero? :) ) non dico, ovviamente, che possa e debba piacere a tutti, ma è proprio vero che un film italiano così 'insolito' (ottima definizione) non siamo abituati a vederlo. Anche solo, appunto, per l'accuratezza della confezione.

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    2. Sono io! Ho dimenticato la firma, sorry :D

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  5. aggiungo due cose:
    Sam Louwick ha fatto altri film, nei quali non fa l'apicoltore :)

    "il mondo sta finendo" è davvero una chiave, hai colto un punto importante, qualcosa finisce, il dopo non si sa, mi manca Pasolini.

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    1. Sì, indubbiamente è una bella citazione. In quella frase c'è tutto il film.

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  6. Mi è piaciuto molto ma devo ancora riuscire a vedere Corpo Celeste per riuscire a capire se la regista mi piaccia a 360°. De le Meraviglie ne ho parlato anche sul mio blog qualche giorno fa...se ti va, passa a dare un'occhiata! :)

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    1. Sono passato ed ho apprezzato un bellissimo nuovo blog! Complimenti :) Fatto da una ragazza così giovane, poi, è un raggio di sole nella blogsfera... grazie per esserti iscritta tra i miei lettori fissi, continua a seguirmi!

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  7. Bel film, anche se un po' lontano dalla mie corde. Peccato che a fine visione mi siano rimasti più interrogatici che altro.

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    1. Beh, tutto sommato il bello è anche questo, no? È importante che un film ponga domande, faccia riflettere... dobbiamo abituarci a sviluppare la nostra creatività, e un film ci stimola tanto meglio!

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